venerdì 2 novembre 2007

Dove corriamo, e soprattutto perché

Dove corriamo, e soprattutto perché
Più di 3000 italiani, inclusi alcuni vip, partecipano alla Maratona di New York, che si tiene domenica
Ma altri due milioni e mezzo si allenano regolarmente
Quando fa bene, quando fa male e qual è la molla psicologica che ci spinge

di PAOLO GARIMBERTI, MARCO CICALA, LUCA FRAIOLI, EMILIO MARRESE

Diario (di uno come noi) dalla madre di tutte le maratone di PAOLO GARIMBERTI
"La vigilia, il sabato, è il giorno della crisi. Quando tutti i malanni, più presunti che veri, vengono fuori riempiendo di ansia lo stomaco e la testa, dalla quale in realtà partono perché sono la somatizzazione della paura di non farcela. Il maratoneta, specie quello detto con parola onomatopeica "tapascione", dal pesante rumore del passo sull'asfalto paragonato al lieve fruscio delle gazzelle kenyote, quello che per intenderci ci impiega quattro ore o giù di lì a fare i 42.195 chilometri, vive gli ultimi tre mesi prima della gara in una sorta di camera iperbarica mentale: guai se gli viene un raffreddore, figurarsi una contratturina, che potrebbe compromettere il tempo sognato, per migliorare il proprio "personale" o arrivare un minuto prima dell'amico con il quale ti alleni tutto l'anno.

Queste ossessioni si moltiplicano all'ennesima potenza il giorno che precede la data fatidica, la prima domenica di novembre, quando la tradizione vuole che si corra la Maratona di New York, o semplicemente la Maratona. Perché anche se altre sono diventate più ricche e più partecipate, New York resta la più nobile, l'indiscussa regina".

Ma con i tempi che corrono, il jogging fa bene o fa male? di LUCA FRAIOLi "Ottimo per i diabetici. E, sorpresa, anche per i cardiopatici. Si scopre così che lo sport più facile da praticare è anche uno dei più sani. Ma, se le distanze diventano troppo lunghe, invece diventa tutta un'altra storia".

Settemila chilometri in aereo sognandone 42 (a piedi) di EMILIO MARRESE "Morandi, Linus, la Santanché, il giudice Spataro. Sono tra le migliaia di italiani conquistate dal fascino della Maratona di New York. E qui raccontano il perché di una passione. Che lascia senza fiato".
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Fonte www.repubblica.it

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