venerdì 2 novembre 2007

A New York Pertile punta alle 2h10

A New York quest’anno hanno fatto le cose in grande, soprattutto in campo femminile. E’ chiaro che per noi italiani l’attenzione principale sarà rivolta alle prove di Stefano Baldini e Ruggero Pertile, punte di uno schieramento comprendente circa 3.500 connazionali iscritti (e una citazione la meritano anche Antonino Liuzzo e Hermann Achmuller, vicecampione mondiale di maratona in montagna, che puntano a un buon piazzamento di rincalzo) ma soppesando la prova maschile e quella femminile, è quest’ultima che propone i maggiori motivi d’interesse. A conti fatti è la gara più interessante della stagione, ancor più della prova londinese di primavera, intanto per il ritorno alle gare della primatista mondiale Paula Radcliffe dopo la maternità. La britannica si trova subito a fare i conti con il meglio della specialità, costituito dalla campionessa mondiale Catherine Ndereba (saranno stati sufficienti un paio di mesi per la keniana per recuperare dalla vittoria di Osaka ottenuta in tremende condizioni climatiche? Questo è un altro motivo d’interesse) e dalla campionessa uscente, la lettone Jelena Prokopcuka, prototipo tipico di quelle atlete che si esaltano nelle sfide classiche soffrendo di più nelle prove titolate. Ma anche il contorno non è di molto inferiore, essendo popolato di atlete che viaggiano correntemente e abbondantemente sotto le 2h25, come l’etiope Gete Wami, la rumena Constantina Dita-Tomescu che è solita agitare le acque di una maratona (ancor più quest’anno dove non sono previste lepri), la kenyana Salina Kosgei.

La gara maschile vive sul filo dell’incertezza. Marilson Gomez Dos Santos, vincitore a sorpresa lo scorso anno, ha legittimato il suo successo con un 2007 sempre in prima linea, culminato con lo straordinario 59:33 al mondiale di mezza maratona a Udine, unico avversario dei campioni africani presenti alla grande sfida friulana. Il brasiliano si dice in gran forma e pronto a scendere sotto il 2h08:37 che gli valse la vittoria dello scorso anno, ma gli avversari sono di gran livello, come i keniani Martin Lel vincitore per due volte a Londra; Stephen Kiogora secondo lo scorso anno a New York e terzo in primavera a Boston; Rodgers Rop già primo a New York nel 2002 e quest’anno trionfatore ad Amburgo in un probante 2h07:32; William Kipsang con 2h06:39 di personale, quest’anno terzo a Rotterdam. Fra gli altri da seguire saranno il marocchino Goumri, 2h07:44 a Londra (2.) nel 2007 e l’ucraino Dmytro Baranovsky, 2h07:15 di personale che finora ha tirato fuori il meglio di sé sempre e solo a Fukuoka.

Due come detto le punte azzurre. Se di Baldini è già stato detto quasi tutto, con la sua ambizione di correre guardingo pensando soprattutto a una prestazione cronometrica confortante sulla strada che porta a Pechino 2008, Ruggero Pertile parte pensando anch’egli alla gara olimpica: “Un tempo non superiore alle 2h10, quindi l’ottenimento del mio personale, sarebbe un primo passo verso la qualificazione olimpica – afferma il portacolori dell’Assindustria Padova – A New York non sarà facile considerando le caratteristiche del percorso, ma voglio fare comunque meglio del settimo posto di Boston. Dopo la caduta a Udine mi sono usciti alcuni ematomi al costato e qualche dolore nella respirazione durante gli allenamenti, ma ora va meglio e non ho saltato alcun lavoro importante, quindi le condizioni per far bene ci sono tutte”.

Un’ultima curiosità riguarda le nuove normative decise dal comitato organizzatore, che non si è limitato a rinunciare alle lepri, ma ha anche imposto a tutti i partecipanti di non utilizzare alcun supporto musicale, mp3 o I-pod o semplici e più vetusti walkman, dichiarando che la musica è in grado d’incidere sulla prestazione agonistica di un atleta quanto l’assunzione di una sostanza dopante e quindi di alterare l’esito della gara. Una scelta nata da motivazioni che sinceramente lasciano perplessi e che è destinata a far discutere l’ambiente.

Gabriele Gentili

Nella foto: Ruggero Pertile (archivio Fidal)




LA STARTING LIST


Fonte www.fidal.it

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