Nella settimana del mondiale indoor di Valencia, non sono mancati altri appuntamenti nell'attività internazionale. Prima uno sguardo su Valencia, dove non sono mancate le sorprese ed i grandi risultati, degni di un campionato del mondo.
Sprint
Fa sempre un certo effetto non trovare alcun atleta statunitense sul podio dei 60 e dei 400 metri maschili, ma era già accaduto a Parigi nel 1997. Anche lì si laureò campione del mondo un nigeriano, Sunday Bada, ma sui 400 metri. Angela Williams fa notizia solo in parte. Nelle ultime stagioni i suoi risultati erano stati un po' oscurati dall'ascesa prepotente dell'altra Williams (Lauryn), e dal suo calo di rendimento. Talento precocissimo (i suoi personali risalgono a quand’era ancora junior, quasi dieci anni fa), è risorta nelle ultime settimane guadagnandosi la selezione con la vittoria ai campionati USA.
La vera sorpresa è stata l’argento della britannica Kwakye, pur se quarta la scorsa stagione agli Europei indoor per una questione di millesimi. Nessuna sorpresa per il bronzo della Harrigan, veloce per tutta la stagione nei meetings USA. Pollice verso per l’Europa. Né la Gevaert né la Polyakova hanno mantenuto le aspettative.
Mezzofondo
Il personaggio è Kaki, capace di correre in 1:43.90 a fine novembre ed esploso nelle indoor con un paio di grandi "mille". Nessuna tattica, via verso il traguardo senza paura di nessuno. Si è lasciato alle spalle un "number one" come Mulaudzi ed il figlio di Billy Konchellah, ora con l'effige del Bahrain. Il sudanese Kaki ed il kenyano Rudisha posson dominare la specialità per alcuni anni.
La russa Soboleva ha frantumato il già suo limite mondiale, nel miglior 1500 di sempre in una gara indoor. Quattro atlete sotto i quattro miunti non si erano mai viste. L'australiana Lewis è stata sottovalutata, viene da brillanti esibizioni al caldo degli antipodi ed è molto abile tatticamente. E' stata letteralmente portata al traguardo da chi non conosceva bene le sue caratteristiche. Era alla prima finale in un evento globale, e ha pescato un meritato jolly.
Ostacoli
Una coppia d'assi rimasta a terra. La Kallur si è infortunata dopo le batterie, il cubano Robles ha peccato di ingenuità nell'attesa della chiamata di una "falsa" ed ha buttato via un oro che si sarebbe disputato solo col cinese Liu Xiang. Bravo il russo Borisov. Non si vedeva un russo sul podio mondiale dei 60 ostacoli maschili dall'edizione di Siviglia 1991. Ma in quel caso non si trattava nemmeno di un russo, pur correndo per l'URSS. Era Kazanovs, il lettone baffuto.
Salti
Su tutti il pittoresco Idowu, che ha vinto una grande finale di triplo, animata da potenti fiammate in avvio e un po' spenta nell'epilogo. Rispettati tutti i pronostici femminili, dove hanno vinto l'oro tutte le favorite, si è definitivamente affermato il russo Lukyanenko nell'asta, ridando il successo nella specialità a un russo quattro anni dopo Pavlov. Deludente il lungo, ma le star non c'erano e gli unici finalisti di Osaka presenti erano Mokoena e Beckford.
Lanci e prove multiple
L'americano Cantwell ha smaltito la delusione per l'eliminazione nelle qualifiche di due anni fa a Mosca, aggravate dalla mancata qualificazione per Osaka. Ha battuto Hoffa, il numero uno, e la gerarchia ora è di nuovo in discussione. Si è rimasti fuori dalla finale con venti metri, fatto raro. Eclissi del campione olimpico Bilonoh, fuori con diciannove metri.
La finale femminile non è stat altrettanto spettacolare di quella di Osaka, pur se identica nell'esito, perché alle bordate iniziali della Vili-Adams nonha risposto come atteso la bielorussa Ostapchuk. Belle e per fini intenditori le prove multiple, con Clay di nuovo all'altezza della sua fama e con la Hellebaut che si prende l'oro tornando al primo amore, consolando il Belgio per la delusione del quarto posto della Gevaert.
Altrove: Cuba
In varie riunioni e L'Avana e a Las Tunas ecco i migliori risultati: dalle pedane 8.17 di Ibrahim Camejo (la stessa riunione dove Girat ha otttenuto 17.50 nel salto triplo), 65.02 della discobola Ferrales e debutto della Moreno con 73.75 (ed un altro lancio a 73.05). Successivamente Camejo confermerà il buon inizio di stagione con otto metri esatti e Girat saluterà l'isola con 17.42, prima di volare alla conquista dell'argento mondiale. Si fa notare Veliz, pesista 20enne, con 19.95.
Niente Londra per la Radcliffe
La primatista mondiale di maratona ha annunciato forfait per la Flora London Marathon del mese prossimo, a causa di un malanno al tendine. La rivedremo con ogni probabilità nella 42 chilometri olimpica di Pechino. Ottima la venti chilometri di Alphen, in Olanda: nonostante il vento e la pioggia si è imposto, in un interessante 57:15, il kenyano Ndiso, protagonista di molte corse su strada anche in Italia. Secondo al traguardo Ivuti (farà la maratona di Boston). Alle etiopi la gara femminile con prima la Worku (1:09:02) e secondala Gishu (1.09:39).
Maratona di Nagoya
La classica giapponese è andata ad una debuttante, Yurika Nakamura, che ha coperto il percorso in 2:25:51, mettendo le basi per il successo dopo il trentesimo chilometro. La Nakamura ha preceduto Yoshimi Ozaki (2:26:19), Yuri Kano (2:26:39), la Hara (2:27:14) e la Horie (2:27:16). Staccate, ma con tempi attorno alle due ore e trenta, Oshima, Hiroyama, Shimahara e Yoshida.
La federazione giapponese ha annunciato all'indomani la selezione per le Olimpiadi: correranno la maratona a Pechino la Noguchi, la Tosa e per l'appunto la Nakamura. Per gli uomini, selezionati Ogata, Sato e Osaki. Il campionato statunitense dei 15 chilometri su strada ha laureato all'ennesimo titolo nazionale Deena Kastor-Drossin, prima al traguardo in 49:36.
Attività indoor USA
Ormai prossimo l'avvenimento NCAA che chiuderà la stagione al coperto statunitense, si gareggia ancora negli impianti USA: ad Ames (pista troppo grande per le gare dai 200 metri in su). 6.64 e 6.63 di Walter Dix, che non corre poi la finale. Si rivede uno dei migliori quattrocentisti statunitensi degli anni scorsi, il bianco Mitch Potter, che perde in 46.53 dal 21enne giamaicano Fothergill (46.36).
Nelson si consola, Merritt apre
Dopo l'esclusione dal mondiale indoor, a causa del terzo posto dei campionati USA; Adam Nelson si è rifatto vivo a Blacksburg con 21.59 e ben cinque lanci oltre i ventuno metri. In Virginia si è registrato anche il debutto stagionale di LaShawn Merritt, che ha vinto la propria serie dei 200 in 20.82. Un altro grande dei 400, ma del passato, ha esordito all'aperto a Fullerton: si stratta di Tyree Washington, bronzo mondiale ad Atene e successivamente argento a Parigi. Per ora un "assaggio" in 46.63.
Sud Africa
La serie "Yellow Pages" chiude a Pretoria: il 49.01 di Ter de Villiers sui 400 ostacoli ed il 76.25 del martellista Harmse sono stati i migliori risultati maschili. Una pattuglia tedesca era in gara: la Heidler iridata del martello ha piazzato un ottimo 72.91, mentre il connazionale Rautenkranz ha lanciato a 75 metri esatti, perdendo per l'appunto da Harmse. Altrove, in Giamaica, Usain Bolt ha aperto la stagione individuale eguagliando il primato personale sui 100 in 10.03.
Marcia
La prima tappa del Challenge IAAF di marcia (a Chihuahua, in Messico) è stata vinta da Eder Sanchez in 1:22:53, superando largamente Jefferson Perez, appena quinto in 1:23:41. Da segnalare il ritiro dello spagnolo Fernandez per problemi gastrici, mentre l'altro spagnolo Molina si è piazzato secondo in 1:23:06. Tra le donne vittoria della norvegese Plaetzer-Tysse in 1:33:19. Nella cinquanta chilometri dominio di Jesus Sanchez in 3:52:36 su Jesus Angel Garcia (3:55:13).
Nel prossimo week-end la Coppa Europa di lanci invernalia Spalato, i campionati universitari USA indoor ed un robusto numero di maratone, in attesa delle classiche di aprile.
Marco Buccellato
Sprint
Fa sempre un certo effetto non trovare alcun atleta statunitense sul podio dei 60 e dei 400 metri maschili, ma era già accaduto a Parigi nel 1997. Anche lì si laureò campione del mondo un nigeriano, Sunday Bada, ma sui 400 metri. Angela Williams fa notizia solo in parte. Nelle ultime stagioni i suoi risultati erano stati un po' oscurati dall'ascesa prepotente dell'altra Williams (Lauryn), e dal suo calo di rendimento. Talento precocissimo (i suoi personali risalgono a quand’era ancora junior, quasi dieci anni fa), è risorta nelle ultime settimane guadagnandosi la selezione con la vittoria ai campionati USA.
La vera sorpresa è stata l’argento della britannica Kwakye, pur se quarta la scorsa stagione agli Europei indoor per una questione di millesimi. Nessuna sorpresa per il bronzo della Harrigan, veloce per tutta la stagione nei meetings USA. Pollice verso per l’Europa. Né la Gevaert né la Polyakova hanno mantenuto le aspettative.
Mezzofondo
Il personaggio è Kaki, capace di correre in 1:43.90 a fine novembre ed esploso nelle indoor con un paio di grandi "mille". Nessuna tattica, via verso il traguardo senza paura di nessuno. Si è lasciato alle spalle un "number one" come Mulaudzi ed il figlio di Billy Konchellah, ora con l'effige del Bahrain. Il sudanese Kaki ed il kenyano Rudisha posson dominare la specialità per alcuni anni.
La russa Soboleva ha frantumato il già suo limite mondiale, nel miglior 1500 di sempre in una gara indoor. Quattro atlete sotto i quattro miunti non si erano mai viste. L'australiana Lewis è stata sottovalutata, viene da brillanti esibizioni al caldo degli antipodi ed è molto abile tatticamente. E' stata letteralmente portata al traguardo da chi non conosceva bene le sue caratteristiche. Era alla prima finale in un evento globale, e ha pescato un meritato jolly.
Ostacoli
Una coppia d'assi rimasta a terra. La Kallur si è infortunata dopo le batterie, il cubano Robles ha peccato di ingenuità nell'attesa della chiamata di una "falsa" ed ha buttato via un oro che si sarebbe disputato solo col cinese Liu Xiang. Bravo il russo Borisov. Non si vedeva un russo sul podio mondiale dei 60 ostacoli maschili dall'edizione di Siviglia 1991. Ma in quel caso non si trattava nemmeno di un russo, pur correndo per l'URSS. Era Kazanovs, il lettone baffuto.
Salti
Su tutti il pittoresco Idowu, che ha vinto una grande finale di triplo, animata da potenti fiammate in avvio e un po' spenta nell'epilogo. Rispettati tutti i pronostici femminili, dove hanno vinto l'oro tutte le favorite, si è definitivamente affermato il russo Lukyanenko nell'asta, ridando il successo nella specialità a un russo quattro anni dopo Pavlov. Deludente il lungo, ma le star non c'erano e gli unici finalisti di Osaka presenti erano Mokoena e Beckford.
Lanci e prove multiple
L'americano Cantwell ha smaltito la delusione per l'eliminazione nelle qualifiche di due anni fa a Mosca, aggravate dalla mancata qualificazione per Osaka. Ha battuto Hoffa, il numero uno, e la gerarchia ora è di nuovo in discussione. Si è rimasti fuori dalla finale con venti metri, fatto raro. Eclissi del campione olimpico Bilonoh, fuori con diciannove metri.
La finale femminile non è stat altrettanto spettacolare di quella di Osaka, pur se identica nell'esito, perché alle bordate iniziali della Vili-Adams nonha risposto come atteso la bielorussa Ostapchuk. Belle e per fini intenditori le prove multiple, con Clay di nuovo all'altezza della sua fama e con la Hellebaut che si prende l'oro tornando al primo amore, consolando il Belgio per la delusione del quarto posto della Gevaert.
Altrove: Cuba
In varie riunioni e L'Avana e a Las Tunas ecco i migliori risultati: dalle pedane 8.17 di Ibrahim Camejo (la stessa riunione dove Girat ha otttenuto 17.50 nel salto triplo), 65.02 della discobola Ferrales e debutto della Moreno con 73.75 (ed un altro lancio a 73.05). Successivamente Camejo confermerà il buon inizio di stagione con otto metri esatti e Girat saluterà l'isola con 17.42, prima di volare alla conquista dell'argento mondiale. Si fa notare Veliz, pesista 20enne, con 19.95.
Niente Londra per la Radcliffe
La primatista mondiale di maratona ha annunciato forfait per la Flora London Marathon del mese prossimo, a causa di un malanno al tendine. La rivedremo con ogni probabilità nella 42 chilometri olimpica di Pechino. Ottima la venti chilometri di Alphen, in Olanda: nonostante il vento e la pioggia si è imposto, in un interessante 57:15, il kenyano Ndiso, protagonista di molte corse su strada anche in Italia. Secondo al traguardo Ivuti (farà la maratona di Boston). Alle etiopi la gara femminile con prima la Worku (1:09:02) e secondala Gishu (1.09:39).
Maratona di Nagoya
La classica giapponese è andata ad una debuttante, Yurika Nakamura, che ha coperto il percorso in 2:25:51, mettendo le basi per il successo dopo il trentesimo chilometro. La Nakamura ha preceduto Yoshimi Ozaki (2:26:19), Yuri Kano (2:26:39), la Hara (2:27:14) e la Horie (2:27:16). Staccate, ma con tempi attorno alle due ore e trenta, Oshima, Hiroyama, Shimahara e Yoshida.
La federazione giapponese ha annunciato all'indomani la selezione per le Olimpiadi: correranno la maratona a Pechino la Noguchi, la Tosa e per l'appunto la Nakamura. Per gli uomini, selezionati Ogata, Sato e Osaki. Il campionato statunitense dei 15 chilometri su strada ha laureato all'ennesimo titolo nazionale Deena Kastor-Drossin, prima al traguardo in 49:36.
Attività indoor USA
Ormai prossimo l'avvenimento NCAA che chiuderà la stagione al coperto statunitense, si gareggia ancora negli impianti USA: ad Ames (pista troppo grande per le gare dai 200 metri in su). 6.64 e 6.63 di Walter Dix, che non corre poi la finale. Si rivede uno dei migliori quattrocentisti statunitensi degli anni scorsi, il bianco Mitch Potter, che perde in 46.53 dal 21enne giamaicano Fothergill (46.36).
Nelson si consola, Merritt apre
Dopo l'esclusione dal mondiale indoor, a causa del terzo posto dei campionati USA; Adam Nelson si è rifatto vivo a Blacksburg con 21.59 e ben cinque lanci oltre i ventuno metri. In Virginia si è registrato anche il debutto stagionale di LaShawn Merritt, che ha vinto la propria serie dei 200 in 20.82. Un altro grande dei 400, ma del passato, ha esordito all'aperto a Fullerton: si stratta di Tyree Washington, bronzo mondiale ad Atene e successivamente argento a Parigi. Per ora un "assaggio" in 46.63.
Sud Africa
La serie "Yellow Pages" chiude a Pretoria: il 49.01 di Ter de Villiers sui 400 ostacoli ed il 76.25 del martellista Harmse sono stati i migliori risultati maschili. Una pattuglia tedesca era in gara: la Heidler iridata del martello ha piazzato un ottimo 72.91, mentre il connazionale Rautenkranz ha lanciato a 75 metri esatti, perdendo per l'appunto da Harmse. Altrove, in Giamaica, Usain Bolt ha aperto la stagione individuale eguagliando il primato personale sui 100 in 10.03.
Marcia
La prima tappa del Challenge IAAF di marcia (a Chihuahua, in Messico) è stata vinta da Eder Sanchez in 1:22:53, superando largamente Jefferson Perez, appena quinto in 1:23:41. Da segnalare il ritiro dello spagnolo Fernandez per problemi gastrici, mentre l'altro spagnolo Molina si è piazzato secondo in 1:23:06. Tra le donne vittoria della norvegese Plaetzer-Tysse in 1:33:19. Nella cinquanta chilometri dominio di Jesus Sanchez in 3:52:36 su Jesus Angel Garcia (3:55:13).
Nel prossimo week-end la Coppa Europa di lanci invernalia Spalato, i campionati universitari USA indoor ed un robusto numero di maratone, in attesa delle classiche di aprile.
Marco Buccellato
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