giovedì 13 marzo 2008

Presentato Richard Whitehead, il Pistorius della maratona

Presentato oggi al Sofitel Luxury Hotel, Media Center della XIV Maratona della Città di Roma, Richard Whitehead: il Pistorius della maratona. Enrico Castrucci, presidente della Maratona di Roma “La Maratona di Roma da oltre 14 anni porta avanti una missione: dimostrare che lo sport non ha barriere e che Roma è la città dell’accoglienza, aperta a tutti, senza discriminazioni di alcun tipo. La presenza di Richard Whitehead nella capitale rappresenta proprio questo spirito.”
Richard Whitehead
“Il mio primo approccio con l’Italia  è stato nel 2006, quando ho partecipato alle olimpiadi paralimpiche di Torino. Sono rimasto talmente colpito dal calore del pubblico italiano che ho deciso di partecipare alla Maratona di Roma, una gara che ormai è entrata a far parte del novero delle competizioni più importanti di livello internazionale.
Spesso mi chiedono come mai abbia iniziato a correre: quello che mi spinge ad affrontare i 42km della maratona è la voglia di superare i miei limiti e sfidare non solo me stesso, ma anche i pregiudizi che accompagnano qualsiasi atleta disabile. Attualmente mi sto allenando con la nazionale inglese paralimpica di pallavolo, con la speranza di riuscire a partecipare alle olimpiadi paralimpiche del 2012 di Londra, dove sono sicuro che avremmo buone possibilità di guadagnare l’oro. Del resto sono convinto che lo sport e la corsa siano un modo per avvicinare i disabili all’agonismo e cercare di dimostrare che niente è impossibile.
Sono nato senza gambe e indosso le protesi da quando ho 4 anni. Si tratta di protesi diverse rispetto a quelle di Pistorius, perchè le mie hanno dei chiodini nella parte finale e non mi permettono di curvare il piede.
Proprio per questo motivo, spesso alla partenza delle maratone  mi capita di perdere l’equilibrio, spinto dalle migliaia di atleti che nella confusione mi urtano involontariamente.
La difficoltà maggiore nel correre con le protesi deriva dal grande dispendio di energie, fisiche e mentali, necessario per muovere le bande metalliche. Ma credo che sul percorso della Maratona di Roma mi troverò a mio agio e nemmeno la presenza dei sampietrini mi spaventa: dopotutto recentemente ho corso in Sudafrica e sul Kilimangiario, dove di certo le condizioni atmosferiche non erano delle migliori. Proprio a Roma, anzi, spero di riuscire a battere il mio record personale e dimostrare ancora una volta che anche i disabili possono essere grandi atleti e campioni, nello sport così come nella vita.”


Dati personali: Nato a Nottingham (Gran Bretagna) il 19 luglio 1976

PRIMATI – MAR: 3h52'58" (Londra 2007) - HALF MAR: 1h38'09" (Silverstone 2008)

Curiosità: È nato senza entrambe le gambe, come il famoso 400ista Pistorius, anche se a differenza di quest’ultimo lui non ha nemmeno il ginocchio – Vive a Nottingham con la fidanzata, con cui sta insieme da 7 anni – Ha una sorella, Sarah, di quattro anni più giovane – Fin da subito i suoi genitori gli hanno fatto praticare numerosi sport per la riabilitazione, in particolare il nuoto – Nella sua vita ha praticato anche molti altri sport, tra cui il cricket e l’hockey per atleti disabili, che si gioca seduti su una specie di slittino spinto da racchette: in questa specialità ha anche indossato la maglia della nazionale alle Paralimpiadi invernali di Torino 2006 – È arrivato alla corsa nel 2004, correndo la sua prima maratona a New York in 5h18’: a spingerlo alla maratona è stata la conoscenza della vicenda di Terry Fox, l’atleta canadese amputato di una gamba e malato di cancro che aveva tentato la grande impresa di attraversare di corsa il Canada, percorrendo 5300 km, ma poi era morto a soli 23 anni – Effettua sei o sette sedute di allenamento alla settimana, correndo circa 80/90 km – In carriera ha corso 8 maratone, oltre ad un paio di ultramaratone nel 2007: una a Cape Town (61 km in 6h13’50”), l’altra, la Comrades Marathon di 89,3 km a Durban (sempre in Sudafrica), chiusa in 9h54’ – In quest’ultima gara ha perso 8 chili, consumando 18mila calorie, il doppio di un maratoneta normale – Nel 2006 ha vinto un premio della BBC come atleta disabile dell’anno – Oltre a correre, lavora come insegnante di ginnastica allo Sport Development Office della contea di Nottingham, insegnando a migliaia di bambini disabili e normodotati i fondamenti dello sport – Sul braccio ha un tatuaggio che dice “Cometh the hour, cometh the men” (che significa più o meno “quando arriva il momento, si vedono i veri uomini”), sul pettorale destro i 5 cerchi olimpici e sulla parte bassa della schiena due angioletti di Raffaello, “che vegliano su di me mentre corro”

Come arriva alla Maratona di Roma: Per sua stessa ammissione, la Maratona di Roma è l’appuntamento principale della sua primavera, quello in cui punta a migliorare il suo personale: l’obiettivo è correre intorno alle3h45’. Quest’anno ha già stabilito il suo primato personale sulla mezza maratona a Silverstone, in una gara che si corre in parte sul circuito automobilistico, con 1h38’09”. Due settimane fa ha affrontato l’impegnativa Maratona del Kilimangiaro in Africa, tra due settimane correrà di nuovo ad Atlanta. Il 13 aprile sarà alla Maratona di Londra, in cui ha anche l’impegno di raccogliere fondi per il Macmillan Cancer Support, un centro di medicina inglese che aiuta a migliorare la vita dei malati di cancro


 

 

Ufficio Stampa Maratona della Città di Roma

Nessun commento: