Poi dice che uno non si affida agli amuleti. Simone Collio, a 24 ore dalla partenza per Valencia, lotta contro il classico malanno di stagione, e con quella altrettanto classica sintomatologia - sì, quella - che priva l'organismo di una buona dose di liquidi. Oggi va meglio, come confermato dal medico federale Giuseppe Fischetto, tanto che lo sprinter azzurro è confermato nella lista di partenti (la squadra lascerà l'Italia da Milano Malpensa domani sera). "Sì, ma non voglio mettere scuse", dice Simone dalla sua casa di Rieti, "io sto bene, ho finalizzato il Mondiale, e con quello che ho passato in questi anni non sarà certo un raffreddore a spaventarmi. Sono un guerriero, quindi non posso che essere fiducioso, anche perché i 60 metri sono una gara di nervi, dove l'aspetto fisico entra in gioco solo perché si corrono tre turni in un giorno".
Liste mondiali alla mano (e virus permettendo), Collio è l'italiano con le maggiori chances iridate nella rassegna di questo weekend. Quarto nella graduatoria 2008 dei 60 metri, con il 6.55 ottenuto a Valencia il 9 febbraio (che ha eguagliato, dopo diciott'anni, il record tricolore di Pierfrancesco Pavoni), il milanese delle Fiamme Gialle potrebbe puntare anche ad una finale da protagonista. "Non ci sarà Francis, da quanto ho saputo, e nemmeno Ndure: entrambi hanno rinunciato. E' l'anno olimpico; come sempre, un anno strano. E in più, non ci sono fenomeni in giro, forse come mai prima. Identificare un favorito per l'oro è un'impresa. Personalmente punto su due atleti, per ragioni opposte: uno è Kim Collins, che è in grande crescita, e nelle occasioni importanti riesce sempre a venire fuori; l'altro è Dwain Chambers, perché ha dentro una motivazione diversa rispetto a tutti gli altri". Come collocare Collio? "Penso di valere meno del 6.55 di Valencia: era la prima gara della stagione, non ero sicuro di quanto potessi valere; poi sono andato a Parigi dove ho trovato una pista sorda, malandata, e sono comunque riuscito a fare meno di 6.60. Insomma, la stagione sembra quella giusta per fare grandi cose. Credo di potermi considerare stabile su tempi intorno ai 6.58, e sono sicuro del fatto che ottenere questo crono lì, a Valencia, significherà riuscire a fare comunque qualcosa di positivo". Obiettivo, ripetere la finale mondiale di Budapest 2004. Per poi lanciarsi sull'Olimpiade.
m.s.
Nella foto, Simone Collio (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
fidal.it
Liste mondiali alla mano (e virus permettendo), Collio è l'italiano con le maggiori chances iridate nella rassegna di questo weekend. Quarto nella graduatoria 2008 dei 60 metri, con il 6.55 ottenuto a Valencia il 9 febbraio (che ha eguagliato, dopo diciott'anni, il record tricolore di Pierfrancesco Pavoni), il milanese delle Fiamme Gialle potrebbe puntare anche ad una finale da protagonista. "Non ci sarà Francis, da quanto ho saputo, e nemmeno Ndure: entrambi hanno rinunciato. E' l'anno olimpico; come sempre, un anno strano. E in più, non ci sono fenomeni in giro, forse come mai prima. Identificare un favorito per l'oro è un'impresa. Personalmente punto su due atleti, per ragioni opposte: uno è Kim Collins, che è in grande crescita, e nelle occasioni importanti riesce sempre a venire fuori; l'altro è Dwain Chambers, perché ha dentro una motivazione diversa rispetto a tutti gli altri". Come collocare Collio? "Penso di valere meno del 6.55 di Valencia: era la prima gara della stagione, non ero sicuro di quanto potessi valere; poi sono andato a Parigi dove ho trovato una pista sorda, malandata, e sono comunque riuscito a fare meno di 6.60. Insomma, la stagione sembra quella giusta per fare grandi cose. Credo di potermi considerare stabile su tempi intorno ai 6.58, e sono sicuro del fatto che ottenere questo crono lì, a Valencia, significherà riuscire a fare comunque qualcosa di positivo". Obiettivo, ripetere la finale mondiale di Budapest 2004. Per poi lanciarsi sull'Olimpiade.
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Nella foto, Simone Collio (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
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