mercoledì 19 marzo 2008
Verso Pechino: Mennea "Olimpiade, esperienza unica"
Pietro Mennea ha scritto pagine importanti dell`atletica italiana. Un oro olimpico, nei 200 a Mosca nel 1980, sei medaglie agli Europei e soprattutto un record del mondo, sempre nei 200 (19``72) durato ben 17 anni. Datasport ha incontrato Mennea, ex politico e oggi avvocato, in occasione di una lezione sulla materia nell`ambito del Master Universitario di II Livello in `Organizzazione e sociologia dello sport` diretto dal prof. Franco Ascani presso la Bicocca di Milano, per parlare del suo glorioso passato e del futuro.
Qual e` stato il momento piu` bello della sua carriera?
’La medaglia d’oro alle Olimpiadi e il record del mondo su tutti. Una partecipazione alle Olimpiadi non la cambierei con nessuna somma di denaro. A giorni uscira` un libro che ho scritto sul primato del ’72, un record di un altro tempo, rimasto imbattuto per 17 anni. E’ possibile fare ancora grandi prestazioni agonistiche pero` bisogna convincersi che la strada maestra e` quella del sacrificio, del lavoro, della dedizione, del grande impegno, di 5-6 ore al giorno di allenamento quasi tutti i giorni per 350 giorni all’anno. In questo modo e` stato anche possibile raggiungere una longevita` sportiva che non ha eguali al mondo. Sono stato sempre presente, non ho mai saltato un appuntamento importante, non mi sono mai strappato, cosa che per uno sprinter e` un fatto singolare’.
Cosa pensa di Michael Johnson, che le ha strappato quel record?
’Lo ha battuto e` ed giusto che ci sia lui davanti a tutti in questa graduatoria mondiale. Devo rendere onore a Johnson per averlo battuto dopo 17 anni. A quel record avevano dato tre mesi di vita. Hanno messo anche degli incentivi per batterlo. Per i dodici record conquistati in carriera ho ricevuto la somma di 8 milioni di lire di premi. Quando ho battuto quei record a Citta` del Messico il mio allenatore era preoccupato perche` chi batteva un record ne diventava succube e non vinceva piu`. Era successo a diversi atleti. Noi pero` abbiamo seguitato a vincere e a scrivere belle pagine di atletica. Ho fatto dieci risultati intorno ai 20”10, tempo che anche oggi mi permetterebbe di vincere il 90% delle gare.
Su quel record sono state fatte anche delle illazioni…
’L’altura aiuta ma non basta. In quell’edizione dei Mondiali universitari ad esempio venne a gareggiare Marita Koch, primatista del mondo dei 400 e non fece nulla. Il mio allenatore Vittorio dichiaro` che li` potevo conseguire un 19”65 anche se il mio valore reale era vicino ai 19”50’.
Pensa di aver ricevuto i giusti riconoscimenti per quanto conquistato in carriera?
’No, potevo raccogliere di piu`. Ho fatto cinque Olimpiadi, vincendo una medaglia d’oro e due bronzi. Ho vinto tutto quello che c’era da vincere a quei tempi in discipline come la velocita` in cui non e` facile e in cui c’era molta concorrenza. Ho cominciato a gareggiare con la generazione del 1978 dei Pablo Montes, Ramirez, per poi terminare con Carl Lewis`.
Chi e` stato il suo avversario numero uno?
’Valery Borzov all’inizio, poi e` arrivato Don Quarrie ma in generale ce ne sono stati tanti’.
Cosa le ha fatto dire basta?
’Mi sono ritirato per la prima volta dopo Mosca: ero stanco mentalmente piu` che fisicamente. Poi erano 15 anni che bevevo acqua naturale, non ce la facevo piu`. Poi sono tornato per cercare di dire ancora qualcosa’.
Perche` l’atletica italiana non ci ha regalato un altro Mennea?
’Dopo la mia ultima finale olimpica l’Italia non e` stata piu` in grado di portare un atleta in finale a un’Olimpiade. Lo sport italiano non e` fatto di programmazione ma di individualita`, ci sono strutture che non funzionano, i talenti ci sono ma quando si esprimono non restano impigliati nella rete, quindi si perdono’.
Cosa rappresentano le Olimpiadi in Cina?
’Per la Cina, dopo gli enormi sacrifici economici per aprirsi al mondo, la piu` grande vittoria che puo` conseguire e` quella della credibilita`. Se ci riesce avra` vinto la medaglia piu` importante. Boicottaggio? Non ci si riuscirebbe piu` oggi, io non gliele avrei date ma non per pregiudizio. Io avrei detto alla Cina: migliori in alcuni settori della vita sociale (diritti umani, principi democratici) poi non ti diamo un’Olimpiade ma dieci’.
Quali sono le sue aspettative per l’Italia?
`Gli atleti azzurri sono attesi da un’atmosfera particolare, per molti sara` paese nuovo, l`impatto sara` diverso. Credo che Italia potra` sfruttare bene le sue individualita`’.
Tra queste c’e` Andrew Howe…
`Lo conosco, lui e` uno dei piu` grandi talenti dello sport italiano in assoluto. E’ destinato a rappresentare nella sua disciplina sportiva il paese per tanti anni. Ha detto che si sta allenando come me e fa bene pero` deve cercare di allenarsi ancora di piu` perche` la competitivita` sara` sempre maggiore. Nel lungo puo` salire sempre sul podio, ma dipende soltanto da lui. Anche nella velocita` puo` fare grandi cose’.
Caso Pistorius, cosa ne pensa?
’Io sono favorevole. Ci si e` posti il problema prima che si verificasse. Il tempo non l’ha ancora conseguito. Tu hai fermato il sogno di un giovane: adesso stai decidendo su un individuo che ha protesi non attive ma passive. Quando Pistorius accelera non lo fa come un normodotato. Pistorius da` una grande occasione per fissare dei paletti sulla questione. Bisogna dire che le protesi devono essere in un certo modo. La Federazione Mondiale insomma ha perso una possibilita`’.
Lei e` molto attivo nella lotta al doping. Da dove e` partita questa cosa?
’Quando vedi un atleta che fa un balzo e non scende piu` ti impressiona. Il doping non si potra` mai fermare, si puo` soltanto circoscrivere. C’e` anche molta confusione anche nel rapporto tra Wada e Federazioni internazionali e nazionali. Ecco perche` io mi sono sempre battuto per avere norme ordinarie, che non escludono regolamenti sportivi e viceversa. Il doping c’e` da sempre, non e` un fenomeno attuale. Il caso di Ben Johnson nel 1988 e quello piu` recente di Marion Jones sono casi importanti’.
Fonte datasport.it
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