Parigi inaugura domenica la serie delle grandi maratone europee. La classica francese per antonomasia ha intrapreso prima di Roma il cammino verso la creazione di un evento planetario e i numeri le danno ragione con decine di migliaia di partecipanti. Una gara di grandissimo impatto emozionale per la massa di partecipanti ma anche all’altezza della situazione dal punto di vista qualitativo, anzi mai come quest’anno la prova si è rivelata tanto incerta e ricca di personaggi, basti pensare che saranno al via 6 atleti con personale sotto le 2h08’ e 17 sotto le 2h10’. Fra questi ci sono anche due italiani, Alberico Di Cecco e Migidio Bourifa che hanno identificato nella capitale francese il terreno ideale per la personale caccia al minimo olimpico (lo ricordiamo ancora: 2h10’30”, necessario ma non sufficiente per andare a Pechino).
Di Cecco cerca sulle strade parigine quella prestazione cronometrica che attende ormai da tre anni (abbiamo ancora negli occhi il trionfo di Roma 2005 in 2h08’02”): nelle mezze maratone di preparazione si è tenuto molto accorto non sprecando un’oncia di energia più del necessario, costruendo la sua condizione fisica pezzettino dopo pezzettino non senza fatica e la gara parigina arriva un po’ come un test da affrontare senza paracadute, alla cieca, affidandosi alla propria voglia di fare bene. Un po’ diverso il cammino di avvicinamento di Bourifa, apparso in buona forma nelle sue ultime uscite e che conosce bene Parigi per averci ottenuto uno straordinario terzo posto nel 2002. Entrambi confidano molto nel tracciato francese e in una gara che a differenza di Londra della settimana ha sì grandi campioni al via ma ha un parco atleti composito, quindi ebntrambi dovrebbero trovare gente con la quale correre in compagnia con obiettivo il atidico tempo. Se poi arrivasse un piazzamento di prestigio, tanto di guadagnato.
Leggendo la lista dei partecipanti, il numero 1 di pettorale è stato attribuito al giapponese Toshinari Takaoka, con un personale di 2h06’13”, che tre anni fa finì ai piedi del podio mondiale. A lui e in subordine all’ucraino Kuzin, primo lo scorso anno a Linz in 2h07’33”, il compito di impedire la solita vittoria africana: i kenyani si affidano in particolare a James Rotich (2h07’12” lo scorso anno ad Amsterdam), a Philip Manyim (2h07’41”, il secondo di Roma 2005, che ritrova quindi Di Cecco) e a Joseph Ngolepus (2h07’53”, terzo a Londra nel 2003, alla ricerca di un rilancio). L’Etiopia confida in Tesfaye Tola, il bronzo di Sydney 2000, già 5. quest’anno a Dubai in 2h09’38”). Attenzione anche a Tsegaye Kebede, con un personale di 2h08’16”.
Fra le donne 6 atlete con un personale sotto le 2h30’, ma qualitativamente la gara dovrebbe avere un impatto minore. I favori del pronostico vanno alle etiopi Worknesh Tola e Shitaye Gemeshu, che i più attenti ricorderanno vincitrice a Treviso lo scorso anno in 2h28’03”, ma grande curiosità circonda l’esordio in maratona della kenyana Alice Timbilili, una delle più grandi interpreti di 10000 e mezza maratona. Fra le kenyane da seguire anche Lenah Cheruiyot, prima nelle due ultime Venicemarathon. Un pizzico d’Italia anche nella prova femminile per la presenza di Marcella Mancini, che punta a dare una concreta limata al suo personale di 2h33’17” datato 2005.
Gabriele Gentili
fidal.it
Di Cecco cerca sulle strade parigine quella prestazione cronometrica che attende ormai da tre anni (abbiamo ancora negli occhi il trionfo di Roma 2005 in 2h08’02”): nelle mezze maratone di preparazione si è tenuto molto accorto non sprecando un’oncia di energia più del necessario, costruendo la sua condizione fisica pezzettino dopo pezzettino non senza fatica e la gara parigina arriva un po’ come un test da affrontare senza paracadute, alla cieca, affidandosi alla propria voglia di fare bene. Un po’ diverso il cammino di avvicinamento di Bourifa, apparso in buona forma nelle sue ultime uscite e che conosce bene Parigi per averci ottenuto uno straordinario terzo posto nel 2002. Entrambi confidano molto nel tracciato francese e in una gara che a differenza di Londra della settimana ha sì grandi campioni al via ma ha un parco atleti composito, quindi ebntrambi dovrebbero trovare gente con la quale correre in compagnia con obiettivo il atidico tempo. Se poi arrivasse un piazzamento di prestigio, tanto di guadagnato.
Leggendo la lista dei partecipanti, il numero 1 di pettorale è stato attribuito al giapponese Toshinari Takaoka, con un personale di 2h06’13”, che tre anni fa finì ai piedi del podio mondiale. A lui e in subordine all’ucraino Kuzin, primo lo scorso anno a Linz in 2h07’33”, il compito di impedire la solita vittoria africana: i kenyani si affidano in particolare a James Rotich (2h07’12” lo scorso anno ad Amsterdam), a Philip Manyim (2h07’41”, il secondo di Roma 2005, che ritrova quindi Di Cecco) e a Joseph Ngolepus (2h07’53”, terzo a Londra nel 2003, alla ricerca di un rilancio). L’Etiopia confida in Tesfaye Tola, il bronzo di Sydney 2000, già 5. quest’anno a Dubai in 2h09’38”). Attenzione anche a Tsegaye Kebede, con un personale di 2h08’16”.
Fra le donne 6 atlete con un personale sotto le 2h30’, ma qualitativamente la gara dovrebbe avere un impatto minore. I favori del pronostico vanno alle etiopi Worknesh Tola e Shitaye Gemeshu, che i più attenti ricorderanno vincitrice a Treviso lo scorso anno in 2h28’03”, ma grande curiosità circonda l’esordio in maratona della kenyana Alice Timbilili, una delle più grandi interpreti di 10000 e mezza maratona. Fra le kenyane da seguire anche Lenah Cheruiyot, prima nelle due ultime Venicemarathon. Un pizzico d’Italia anche nella prova femminile per la presenza di Marcella Mancini, che punta a dare una concreta limata al suo personale di 2h33’17” datato 2005.
Gabriele Gentili
fidal.it
Nessun commento:
Posta un commento