"L'emozione e' gia' scattata: c'e' grande tensione, paura, perche' sono giochi olimpici difficili.
Siamo partiti con problemi di doping, che e' insito nello sport, ma che stiamo combattendo: saremo inflessibili e chi deve collaborare ci deve dire chi c'e' dietro: devono fare i nomi, devono uscire i nomi. Se escono fuori, la guerra al doping e' completa". Non usa mezzi termini, all'aeroporto di Fiumicino, il presidente del Coni, Gianni Petrucci, in partenza per Pechino, dove ha salutato calorosamente la nazionale di ciclismo su strada e in particolare Paolo Bettini. Petrucci, si dice 'fiducioso' ma soprattutto 'realista' sulle ambizioni di medaglia della spedizione italiana a Pechino 2008. "Siamo una bella potenza - spiega - ma anche gli atri sono bravi: vogliamo far fare bella figura al Paese con buoni risultati e piazzamenti. La Gazzetta oggi ci esalta tra le prime 7: e' un sogno, magari fosse; sara' difficile". Trenta medaglie l'obiettivo minimo? "No, io penso 25-27 ma non si tratta del numero totale ma di vedere quante medaglie, si', ma anche in quanti sport. ll bilancio si fa alla fine, e' logico, per vedere non solo la quantita' ma la qualita'". Petrucci ha parlato poi "di buona organizzazione da parte dei cinesi", annunciando che "per prima cosa fara' visita al Villaggio per incontrare i nostri atleti: sono loro la nostra forza".
Tornando, infine, a ribadire la lotta al doping, il presidente del Coni ha detto che "non si dever guardare in faccia a nessuno: e' una malattia troppo grave, dobbiamo combatterla con tutti i sistemi che abbiamo". agi.it
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