Tutti attendevano l'ennesimo show di Usain Bolt, ma il giamaicano ha dimostrato, correndo "solo" in 9.83 i 100 metri (vento -0.5), di essere capace anche di provare umana stanchezza...Il meeting di Zurigo di ieri sera ha proposto una straordinaria serie di campioni, reduci dai Giochi Olimpici di Pechino e ancora in grado di esaltarsi sulla pista e sulle pedane. I 400 metri hanno visto la rivincita (si fa per dire, quella era l'Olimpiade) di jeremy Wariner, che ha sconfitto il connazionale LaShawn Merritt sul giro di pista chiudendo anche al di sotto dei 44 secondi, con un 43.82 che la dice lunga sulla motivazione (e sulla forma) ancora intatta del texano. Conferme per le due uniche atlete rimaste in corsa per il jackpot, ovvero l'ottocentista keniana Pamela Chelimo e l'altista croata Blanka Vlasic. La Chelimo ha stabilito l'ennesimo primato del mondo junior, chiudendo in solitaria il doppio giro di pista in 1:54.01, mentre la Vlasic ha riscattato (anche in questo caso: si fa per dire) la sconfitta pechinese domando le rivali con un chiarissimo 2,01 (1,90 per la campionessa olimpica Tia Hellebaut, vittima di un prevedibile rebound da inatteso successo). Sempre in tema di rivincite, pur non avendo sconfitto la campionessa olimpica Christine Ohuruogu, la statunitense Sanya Richards ha dimostrato di avere ancora parecchie energie da spendere: per lei, 49.74 nel giro e quasi un secondo di distacco rifilato alla seconda classificata. Non fa notizia ormai la bella Yelena Isinbaeva, che quando vince senza record del mondo (come a Zurigo) sembra aver appena timbrato il cartellino da impiegata: per lei, un bel 4,88 e successo sulla sempre meno baldanzosa Stuczynski. Destino simile per il "povero" kenenisa Bekele, bravissimo a dominare una gara di 5000 metri ricca di insidie e di chiudere comunque nel 12:50.18 del mondiale stagionale. Bellissima la gara dei 110hs, con Dayron Robles costretto agli straordinari da un Oliver quanto mai reattivo (12.97 contro 12.98), così come il giavellotto maschile, dominato da un Thorkildsen da over-90 (90,28). Nel lungo maschile vinto dal saudita Al Sabee con un saltone di 8,35, ritrova il sorriso Andrew Howe: per l'azzurro, secondo posto e un bell'8,06, misura che restituisce morale e serve soprattutto per guardare con fiducia al futuro. La rincorsa non è ancora velocissima, gli ultimi appoggi "speciali" prima dello stacco forse sono ancora un po' frenati, ma Andrew è tornato a volare oltre gli 8 metri, e questa è l'unica cosa che conti. Per lui, ancora Bruxelles e Rieti (forse), prima del possibile ingresso nelle finali IAAF di Stoccarda. Restando in casa Italia, sotto tono Libania Grenot (ottava nei 400 metri con 53.28), ed Elisa Cusma (ritirata negli 800); bene, nelle gare Under 23, Lukas Rifesser, primo nei 1500 metri con 3:49.54, così come Tania Vicenzino, vincitrice del lungo con 6,32 (-0.2).
Nella foto, Andrew Howe ai Giochi di Pechino 2008 (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
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RISULTATI / Results
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