Domenica 26 aprile si è corsa la maratona di Londra. E sul podio sono saliti Samuel Wanjiru, kenyano, in 2:05'10", Tsegay Kebede, etiope, in 2:05'20" e Jaouad Gharib, marocchino, in 2:05'27". Ovvero gli stessi 3 della maratona olimpica di Pechino 2008
, con la differenza che Kebede e Gharib si sono scambiati di posto, (l'etiope 2° a Londra era stato 3° a Pechino), mentre il vincitore è stato lo stesso.
Un'altra piccola differenza lo ha fatto il tempo impiegato: a Londra sono andati tutti e 3 sotto le 2 ore e 6 minuti, mentre a Pechino Wanjiru aveva impiegato 2:06'32", Gharib 2:07'16" e Kebede 2:10'00".
Il loro modo di correre è però rimasto lo stesso: andare a rotta di collo, e sperare di non morire prima dell'arrivo. Perché, alle velocità con cui corrono non c'è scampo, perdere qualche metro significa perdere del tutto il filo della corsa e arrivare con minuti di ritardo.
Tutto diverso da quello che dicevano Gelindo Bordin, campione olimpico a Seul 1988, e Stefano Baldini, campione olimpico ad Atene 2004, sull'ascoltare le proprie sensazioni, sul magari lasciar sfogare gli avversari all'inizio e poi recuperarli inesorabilmente verso la fine. Una cosa del genere riuscì a Bordin a Boston nel 1990, prima staccato e poi in trionfo solitario.
Ma con quel modo di correre, ragionato, i tempi che si fanno sono di 2 ore e 8 minuti, 2 ore e 10. Improponibili per questi nuovi africani che pretendono 2 ore e 5, o anche meno.
Anche se, in effetti, tanto nuovo il 36enne Gharib non è, essendo nato (fonte Wikipedia) nel 1972 e avendo alle spalle i 2 ori conquistati ai Mondiali di Parigi 2003 e Helsinki 2005.
La sua carriera agonistica si è sviluppata secondo le modalità classiche, con un'attività svolta prevalentemente in pista fino ai 30 anni d'età per poi passare a distanze più lunghe su strada nella maturità.
Ma gli altri due sono ragazzini. Kebede è nato nel 1987, ma già nel 2008 ha corso 3 maratone vincendo a Parigi e Fukuoka, oltre al già citato bronzo olimpico.
Wanjiru (dice la Wikipedia) è del 1986 ma è già titolare dei record mondiali dei 15 km, dei 20 km e della mezza maratona. Quella di Pechino 2008 era la sua 3ª maratona in carriera, e l'ha conclusa con il record olimpico, quella di Londra 2009 era la sua 4ª maratona, conclusa con la 3ª vittoria di una carriera in cui non è mai andato oltre il 2° posto (a Londra 2008) e non è mai andato più piano di 2:06'39" (a Fukuoka 2007, dove ha esordito).
In pratica questi ragazzi hanno spostato il limite dell'eccellenza a una media di corsa sotto i 3 minuti al chilometro, che sembrava impossibile fino a pochi anni fa.
A certe velocità cambia tutto nel modo di concepire il gesto atletico, non foss'altro per il motivo che servono muscoli nelle gambe per spingere ogni falcata, e quindi un fisico estremamente leggero ed esile non è più quello richiesto.
Anche visivamente ci sono stati cambiamenti. La maratona, più che una corsa di resistenza disputata da tanti Emil Zatopek caracollanti e apparentemente al limite delle loro capacità, come usava negli anni ’50 o anche negli anni ’80, adesso sembra una sciolta cavalcata da mezzofondisti.
È tutto più impressionante.
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