venerdì 4 gennaio 2008

Lo sport ferito

Kenya. Elezioni presidenziali. Dal Daily Nation: "Date alla pace una chance. Questa follia deve cessare". Titola così il quotidiano di Nairobi perché l'ondata di violenza che si è scatenata in questi giorni non ha risparmiato nemmeno il mondo dello sport.

Molte stelle dell'atletica sono diventate testimoni di una follia che sembra non avere fine, pagando in prima persona il prezzo degli scontri tribali. Come l'ex quattrocentista che prese parte alle Olimpiadi di Seul del 1988, Lucas Sang barbaramente ucciso a colpi di pietra mentre stava rientrando a casa e poi bruciato da un gruppo di Kikuyu vicino ad Eldoret. Mentre il maratoneta d'oro Luke Kibet, scampato ad un agguato, ha rimediato ferite alla testa. Cancellato per la nazionale di calcio camerunese il ritiro di preparazione per la Coppa d'Africa in programma il 5 di gennaio a Nairobi. Il bilancio delle vittime cresce a vista d'occhio e molti campioni come Paul Tergàt e Martin Lel, neovincitore della maratona di New York, rischiano di veder sfumare la loro partecipazione alle Olimpiadi di Pechino.

Per oggettivi problemi di sicurezza i camp creati per permettere ai campioni di allenarsi in vista del grande evento sono stati infatti chiusi e di riaprirli a breve non se ne parla. I visti d'espatrio non arrivano. Gli spostamenti risultano, al momento, impossibili. Ed il problema sicurezza si estende dunque a tutti gli atleti kenioti che dominano da anni la scena dell'atletica mondiale e che rischiano di essere tagliati fuori dalle prossime competizioni.

Fonte it.eurosport.yahoo.com

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