Due accessi alle finali, ed altrettanti alle semifinali, oltre a cinque eliminazioni più o meno pesanti. Questo il bilancio azzurro nella prima giornata dei Campionati del Mondo indoor di Valencia, ospitati in un Palau Luis Puig pieno al mattino di un chiassoso fiume di giovanissimi. La giornata si è chiusa con una fiammata, grazie alla qualificazione nel triplo di un Fabrizio Donato determinato come raramente si era visto in passato (16,96 al primo tentativo, subito in finale, appuntamento a domenica: quinta misura di ammissione), e ad una Elisa Cusma autoritaria vincitrice della propria batteria degli 800 metri (2:01.62, domani la semifinale). Ai loro sorrisi si sommano quelli di Lukas Rifeser (semifinale degli 800 conquistata con un pizzico di fortuna, 1:49.51 il crono decisivo grazie ad un paio di squalifiche), e di Silvia Weissteiner, ottima protagonista delle batterie dei 3000 metri nella sessione mattutina (sesta in 8:50.30; domani la finale, nel mirino il record italiano, 8:44.81 realizzato sempre dall’altoatesina lo scorso anno).
In negativo, al contrario, le prove di Cosimo Caliandro nei 3000 metri, di Fabio Cerutti e Simone Collio nei 60 metri, di Christian Obrist nei 1500 metri, e di Filippo Campioli nell’alto. Quello che probabilmente ha più da mordersi le mani è Caliandro, beffato per soli nove centesimi nel concitato finale della prima batteria (8:04.80 il suo tempo, 8:04.71 quello dello spagnolo Sanchez, quarto e promosso). Con una condotta di gara solo un pizzico più accorta negli ultimi 400 metri, il campione d’Europa indoor – entrato in ogni caso in una fase nuova della carriera, ne sentiremo parlare in estate – starebbe probabilmente a questo punto progettando piani di battaglia per la finale. Le chances di Cerutti e Collio, per ragioni diverse (ma comunque legate alle condizioni fisiche), erano via via scemate, anche se resta negli occhi una gara – la semifinale di Collio – a dir poco indecifrabile, con metà dello schieramento rimasto sui blocchi e l’altra metà filata via in netto (ma regolare per gli strumenti) anticipo. Su Campioli (2,15 d’ingresso e poi tre errori a 2,20) va fatta una considerazione, che vale come spiegazione (ma non certo come scusante): era alla prima grande manifestazione mondiale, e probabilmente ha finito per pagare lo scotto dell’emozione. Gli restano mezzi cristallini per sperare nell’inversione di tendenza. Male invece, senza attenuanti, Christian Obrist, finito inspiegabilmente sulle ginocchia nei 1500 metri (settimo nella prima batteria in 3:45.46).
Oggi seconda giornata di gare, con sei italiani impegnati. Finale dei 3000 metri per Silvia Weissteiner (alle ore 17), mentre affronteranno i turni di qualificazione l’ostacolista Micol Cattaneo (10.25, nella terza delle quattro batterie in programma), l’altista Antonietta Di Martino (ore 11.25, diciotto atlete in gara, l’azzurra salterà per quindicesima), e le pesiste Assunta Legnante e Chiara Rosa (ore 12.35, diciassette iscritte). Nel pomeriggio, semifinale degli 800 metri per Elisa Cusma (17.25). “Ho lavorato molto sulla parte tecnica – le parole della vigilia di Antonietta Di Martino – modificando anche qualcosa nella rincorsa. Sono migliorata nella forza e nella velocità; questo ha fatto sì che non riuscissi più a “stare” nella mia vecchia curva, motivo che ci ha indotto a variare alcuni parametri. A Stoccolma (vittoria con 1,97, ndr) ho avuto delle belle sensazioni, vincere aiuta sempre. La gara è durissima, l’alto è l’unica dove ci sono tutte le migliori, senza eccezioni. La qualificazione sarà già un ostacolo molto alto (misura d’accesso alla finale: 1,96), perché la finale a otto riduce la possibilità di mettere riparo ad una mattinata storta”. “A parte le due candidate per l’oro – parola di Assunta Legnante – la bielorussa la Ostapchuk e la neozelandese Vili, direi che siamo tutte praticamente in corsa per il podio. Sarà battaglia”.
Marco Sicari
In negativo, al contrario, le prove di Cosimo Caliandro nei 3000 metri, di Fabio Cerutti e Simone Collio nei 60 metri, di Christian Obrist nei 1500 metri, e di Filippo Campioli nell’alto. Quello che probabilmente ha più da mordersi le mani è Caliandro, beffato per soli nove centesimi nel concitato finale della prima batteria (8:04.80 il suo tempo, 8:04.71 quello dello spagnolo Sanchez, quarto e promosso). Con una condotta di gara solo un pizzico più accorta negli ultimi 400 metri, il campione d’Europa indoor – entrato in ogni caso in una fase nuova della carriera, ne sentiremo parlare in estate – starebbe probabilmente a questo punto progettando piani di battaglia per la finale. Le chances di Cerutti e Collio, per ragioni diverse (ma comunque legate alle condizioni fisiche), erano via via scemate, anche se resta negli occhi una gara – la semifinale di Collio – a dir poco indecifrabile, con metà dello schieramento rimasto sui blocchi e l’altra metà filata via in netto (ma regolare per gli strumenti) anticipo. Su Campioli (2,15 d’ingresso e poi tre errori a 2,20) va fatta una considerazione, che vale come spiegazione (ma non certo come scusante): era alla prima grande manifestazione mondiale, e probabilmente ha finito per pagare lo scotto dell’emozione. Gli restano mezzi cristallini per sperare nell’inversione di tendenza. Male invece, senza attenuanti, Christian Obrist, finito inspiegabilmente sulle ginocchia nei 1500 metri (settimo nella prima batteria in 3:45.46).
Oggi seconda giornata di gare, con sei italiani impegnati. Finale dei 3000 metri per Silvia Weissteiner (alle ore 17), mentre affronteranno i turni di qualificazione l’ostacolista Micol Cattaneo (10.25, nella terza delle quattro batterie in programma), l’altista Antonietta Di Martino (ore 11.25, diciotto atlete in gara, l’azzurra salterà per quindicesima), e le pesiste Assunta Legnante e Chiara Rosa (ore 12.35, diciassette iscritte). Nel pomeriggio, semifinale degli 800 metri per Elisa Cusma (17.25). “Ho lavorato molto sulla parte tecnica – le parole della vigilia di Antonietta Di Martino – modificando anche qualcosa nella rincorsa. Sono migliorata nella forza e nella velocità; questo ha fatto sì che non riuscissi più a “stare” nella mia vecchia curva, motivo che ci ha indotto a variare alcuni parametri. A Stoccolma (vittoria con 1,97, ndr) ho avuto delle belle sensazioni, vincere aiuta sempre. La gara è durissima, l’alto è l’unica dove ci sono tutte le migliori, senza eccezioni. La qualificazione sarà già un ostacolo molto alto (misura d’accesso alla finale: 1,96), perché la finale a otto riduce la possibilità di mettere riparo ad una mattinata storta”. “A parte le due candidate per l’oro – parola di Assunta Legnante – la bielorussa la Ostapchuk e la neozelandese Vili, direi che siamo tutte praticamente in corsa per il podio. Sarà battaglia”.
Marco Sicari
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