giovedì 15 maggio 2008

"Spero ancora nelle Olimpiadi lo sport non può dividere"


Oscar Pistorius non molla. E continua a sperare nelle Olimpiadi di Pechino. Quelle per normodotati. La Iaaf, la federazione internazionale di atletica, gli ha detto no: le protesi in carbonio gli darebbero troppi vantaggi sui concorrenti non disabili. Ma tra due settimane arriverà il verdetto di appello del Tribunale arbitrale di Losanna. "Ma in caso di ammissione, dovrò allenarmi molto: sono sopra di un secondo coi tempi dei 400 metri, per entrare alle Olimpiadi, e non mi rimane molto tempo, al massimo un mese e mezzo". Anche perché Oscar Pistorius, 21 anni, sudafricano, tra i 100 personaggi più influenti del mondo secondo Time, non si sta allenando molto in queste ore. E' in Italia per un convegno. E ha deciso di partecipare al videoforum con i lettori di Repubblica Tv. Un'intervista collettiva, insieme a Emanuela Audisio.

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"Il Tribunale di Losanna - racconta Pistorius - sta facendo un buon lavoro, molto approfondito. Non ci resta che aspettare. Ci aspettiamo un risultato favorevole. Ma al di là del mio caso, il nostro lavoro legale è importante per i diritti di tutti gli atleti disabili".

L'uso delle protesi in carbonio, secondo la Iaaf, dà un vantaggio a Pistorius, eppure, chiede una lettrice da Londra, nessuno tra gli altri atleti disabili si è mai lamentato per il loro uso. "Queste protesi - risponde Pistorius - sono usate dal 1997, dunque da molto tempo. Io le uso dal 2004. Dunque, sono strumenti che lo sport per disabili ha già accettato. E non si sono evolute tecnologicamente. I miglioramenti nei tempi che sono riuscito ad ottenere sono il risultato di impegno, sacrifici, allenamenti, metodo e diete".

La famiglia di Pistorius lo ha sempre incoraggiato, ed educato ad essere e sentirsi normale. "I miei genitori mi hanno trattato sempre come mio fratello e mia sorella. Non mi hanno mai impedito di fare niente. Mi hanno insegnato a non sentire la mià disabilità come una mancanza, e a sfruttare al meglio le altre mie capacità".

Cosa l'ha aiutato nei momenti difficili? Chiede un altro spettatore disabile. "La carta vincente è l'atteggiamento mentale. Deve essere positivo. Ci vuole la volontà di risolvere i problemi. Io vedo i vincenti attorno a me, e mi chiedo: perché non posso farlo anch'io? Durante la mia adolescenza ho sofferto perché non usavo bene le mie protesi. Ho dovuto provarne tanti tipi diversi. A 13 anni è difficile affrontare problemi come questi. Ma con la buona volontà si può superare anche questo".

Negli altri sport, viene considerato giusto l'aiuto della tecnologia, pensiamo agli ultimi modelli di scarpe per l'atletica o alle nuove super tute dei nuotatori, ammesse ai Giochi. Perché le protesi di Pistorius invece non possono essere accettate? "Me lo chiedo anch'io. La tecnologia è una parte dello sport. Ma a decidere cosa va o no, sono le istituzioni dello sport, che decidono per tutti. Io lo confermo: non ho vantaggi dalle mie protesi. Ma la decisione finale non spetta a me".

Cosa prova a gareggiare con gli atleti normali? "Per me è un'abitudine. Quasi sempre gareggio con loro. In Sudafrica il 90 per cento delle gare le faccio con loro. Per me non è un problema. Loro si rendono conto che i tempi che io ottengo sono frutto dei loro stessi sacrifici. Molti di loro non mi percepiscono come un disabile, ma come uno di loro. Altri invece la pensano diversamente. Un problema comune ad esempio è la dieta. Io in particolare ho un debole per la cucina. Mi piace cucinare, sperimentare piatti nuovi. Conosco più di 50 ricette per il pollo. In quello sono imbattibile".

A parte la cucina, cosa fai nel tempo libero? "Mi piace guidare le moto, ma il mio allenatore non è molto felice. Poi disegno. Prima giocavo a pallanuoto, ma ho dovuto smettere perché sviluppa una muscolatura sbagliata per un velocista".

Il tuo caso sta abbattendo le barriere tra abili e disabili? "Certo, Olimpiadi e Paralimpiadi si stanno unendo sempre di più. La separazione in certi casi è giusta, per riconoscere le varie disabilità. Ma bisogna lavorare anche per l'inclusione nello sport, non per l'esclusione. Lo sport è qualcosa che unisce. Unisce le persone. Le culture, le religioni, i generi, le razze".

E' vero che la pioggia dà particolarmente fastidio alle protesi di Pistorius? "La pioggia non piace a nessun atleta. Nel mio caso è molto difficile. Devo fare attenzione a calcolare bene il momento in cui la punta della mia gamba artificiale tocca terra. Non avendo la parte inferiore della gamba, la mia percezione è alterata".

Faresti parte di un boicottaggio contro il governo cinese in difesa del Tibet? "La mia opinione è chiara. Per i politici è facile chiedere agli atleti: non andate ai Giochi. Ma per un atleta le Olimpiadi sono il frutto di 4 anni di vita e di lavoro. Dunque la decisione spetta ad ogni singolo atleta e non può essere imposta dalla politica".

Sei fidanzato? "Sì, è un'unione perfetta. Lei non sa cucinare, e dunque non rischio di ingrassare per colpa sua". Pistorius ha girato un video insieme ai Negramaro. Come è andata? "Benissimo. Loro mettono una passione enorme nella loro musica, come io la metto nello sport. Ci siamo subito intesi. Vedere dal vivo il lavoro di una rock band è stupendo".
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