Dopo la maratona di Londra era a pezzi, disse «sono finito», questo buon umore da dove arriva?
«Fisicamente non è andata come volevo, psicologicamente sto nella migliore condizione possibile: ho realizzato molto in carriera e nessuno mi chiede nulla, sono sereno e ho avuto paura di non divertirmi più, di dovermi fermare, mentre ora penso a un buon piazzamento. Nell’ultimo periodo ho scoperto che mi piace ancora correre ed è una sensazione esaltante».
Diceva che faticava troppo durante gli allenamenti.
«Era vero, è successo per lungo tempo. Io devo essere realista: non sono più quello che corre davanti, posso solo impostare la gara intelligente: spendere il meno possibile e capire quanto raccogliere quando chi ha tirato va in crisi».
Significa che non si vede sul podio?
«Praticamente impossibile, se vado sul podio forse non smetto. Altrimenti questa è l’ultima maratona e l’ultima gara con la nazionale. È il momento di chiudere. Vorrei concedermi un anno in cui poter dire sì, gareggiare dove sono richiesto. Poi basta. Mi piacerebbe fare il dirigente sportivo. Aspetto chiamate».
Giochiamo al dirigente. Cosa direbbe a Riccò trovato positivo al Tour?
«Non ci si può difendere con frasi come "è stato un errore di giovinezza" a 24 anni. Le stupidaggini vanno bene a 14, alla sua età lo ha fatto per fregare gli altri. La gente si è stufata e quelli come me anche».
Più di 400 controlli al Tour de France sono tanti o pochi?
«Sono quelli che meritano, il ciclismo in questo periodo è giustamente tartassato. Nell’atletica, lo so, sono molto meno. Io sono un top runner e negli ultimi sei mesi mi hanno controllato solo tre volte, due a sorpresa. Con la differenza che alle Olimpiadi i controlli non saranno 400, ma 4000. Io preferirei fossero diluiti nel tempo, però Baldini lo trovi facile. Vai a fare le analisi ai maratoneti africani nella Rift Valley e a tutti gli atleti sparsi per il mondo. IL movimento è troppo vasto».
Il dirigente Baldini avrebbe fatto correre a Howe i 200 metri?
«Troppo facile criticare ora che si è infortunato. E se avesse vinto una bella gara? Trainato ancor di più il movimento? È stato un azzardo, ma ha scelto lui e non puoi togliere a un atleta la scelta».
Nei noti pronostici olimpici di «Sport Illustrated», l’Italia dell’atletica merita solo un bronzo, quello aggiudicato a Schwazer nella marcia.
«Si basano sui risultati, non credo sia un gran metodo per stabilire i podi e non conoscono gli italiani. Gente come Howe si esalta nella competizione, può non imbroccare un salto buono fino a lì e poi piazzare la zampata. Dipende solo da come sta».
Quale gara non si perderà?
«I 100 metri, non tanto la finale ma soprattutto le scaramucce nei preliminari, lì deciderò per chi tifare. I 10 mila saranno spettacolari e nelle altre discipline terrò d’occhio gli azzurri che ho conosciuto in questi anni. Soprattutto Bettini, il primo a giocarsi una medaglia».
Viste le ultime foto sullo smog?
«Sono stato là ad aprile e non era diverso. Basta con la storia degli occhi rossi, l’umidità sarà più pesante dell’inquinamento. Il grigio leva il sorriso, è più una questione di stato d’animo che di salute. Bisogna reagire».
Mesi di record, alle Olimpiadi ne vedremo molti?
«No. A Pechino sarà il momento dell’uomo contro uomo. Scordatevi i tempi, concentratevi sulla battaglia»
lastampa.it
Nessun commento:
Posta un commento