E' stata una gara durissima. La pioggia torrenziale ha tolto l'afa, ma ha pesantemente tormentato le atlete lungo tutto il percorso. La Kaniskina è partita quasi subito e, nonostante qualche alto e basso e un richiamo, non è stata più ripresa. Dietro si è organizzato un gruppetto di una decina di marciatrici che hanno camminato a lungo insieme mantenendo in termini accettabili il distacco dalla leader.
Intorno al decimo si muove la bielorussa Turava che rimane per diversi chilometri alle spalle della russa. Con lei, all'inseguimento, prendono l'iniziativa la spagnola Vasco e la russa Kalmykova. Poi la Turava va in crisi: con ripetute fermate e conati di vomito e la Platzer s'installa saldamente al secondo posto con la Vasco attaccata ai calcagni. La bielorussa, sempre più disperata, cerca di mantenere il contatto. Elisa, un po' più indietro, tiene il passo con parziali di 8'40" ogni due chilometri. Ai 16 chilometri, l'azzurra è sesta. Davanti: Kaniskina, Turava, Platzer, Vasco e la cinese Liu. In quel momento l'azzurra sembra tagliata fuori: troppe atlete davanti e un distacco di 12 secondi dal duo Platzer-Vasco difficile da colmare.
Ma proprio lì, Elisa tira fuori tutto. Tra il sedicesimo e il diciottesimo chilometro, è la più veloce di tutte (8'44"): lascia la Liu, risucchia la povera Turava ormai distrutta e mette nel mirino Platzer e Vasco che mantengono dieci secondi di vantaggio. Negli ultimi due chilometri, con uno sprint da 8'36, la ragazza piemontese raggiunge e supera la Vasco e si avvicina moltissimo alla Platzer, mentre dietro anche la cinese rimonta a tutta birra.
Poi, l'ingresso nello stadio. La Kaniskina, stanchissima, cede metà del vantaggio, ma l'oro è suo. La Platzer riesce a tenere un passo decente e Rigaudo le ringhia subito dietro, fantastico bronzo ad appena 5 secondi.
E poi, fradicia, ai microfoni di Rai Sport, Elisa ha tempo per le dediche: "Dedico questa medaglia a due d: d come Damilano e d come Daniele, mio marito. Sandro se la meritava veramente tanto".
E i ringraziamenti: "Dietro di me c'è un team, ringrazio tutti, dalla psicologa Marisa Muzzo al mio fisioterapista, al mio omeopata e alle Fiamme Gialle, che dal 2001 mi hanno preso con loro. E poi - ha aggiunto l'azzurra - devo dire grazie anche alla federazione, che ha speso un casino per me".
E' la ventunesima medaglia di Pechino: 6 ori, 7 argenti e 8 bronzi. Altre tre, dal pugilato, sono già sicure. La spediazione azzurra torna a sorridere. repubblica.it
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