Questi due giorni d’esordio della disciplina regina dell’Olimpiade sono incentrati naturalmente sulle batterie dei 100 metri, con la finale di domani sera che si preannuncia scontro tra il campione mondiale in carica Tyson Gay, il primatista mondiale Usain Bolt ed il predecessore Asafa Powell.
Nelle batterie di qualificazione della mattinata cinese, Bolt appare in un’ottima forma con 10’’22, stesso crono di Gay e superiore di 6 centesimi a Powell, che è apparso risentito per qualche fastidio muscolare. Nei quarti di finale della sessione pomeridiana, il giamaicano più giovane inizia a fare sul serio, in una falcata che appare priva di alcuna pesantezza. È leggero e rilassato alla partenza, e verso metà gara perfino si gira, a controllare la posizione degli avversari "Ho solo corso 50 metri – spiega il giamaicano - poi mi sono girato per assicurarmi che non correvo rischi ed ho rallentato. Non vedo questa come una sfida a tre. Io penso solo a correre forte e non ho segreti per battere nessuno. Mi sono preparato al meglio e sono venuto qui per correre al massimo delle mie possibilità". Alla fine, è suo il miglior crono di giornata con un 9’’92 “rallentato”, davanti al connazionale Powell di 10 centesimi e ad un modesto Gay, finito secondo nella sua batteria a 10’’09.
Da segnalare le prestazioni di Churandy Martina delle Antille Olandesi e del trinidegno Richard Thompson, entrambi a 9’’99. Proprio quest’ultimo potrebbe essere una delle sorprese di quest’Olimpiade, vedendosi lui stesso già in lizza per una medaglia: “Domani ho la finale – prevede Thompson -, ma per adesso mi sento alla grande. Ho solo provato a correre rilassato e a divertirmi. Non sento molta pressione addosso ma so di poter far bene”. Purtroppo è rimasto tagliato fuori Simone Collio, settimo in batteria a 10’’33. In mattinata, non aveva superato le batterie il torinese Fabio Cerutti.
La prima medaglia d’oro dell’atletica giunge come sempre dal lancio del peso ed è della Polonia grazie a Tomasz Majewski, inarrivabile a 21.52m. Spenta l’azione dei favoriti americani, con Adam Nelson eliminato dopo tre nulli e Reese Hoffa piantato a 20.38. L’unico a dare spettacolo di sé è Christian Cantwell, argento a 21.09. Il bronzo è del bulgaro Andrei Mikhnevich a 21.05.
La seconda medaglia della giornata è nei 10.000 femminili e porta il nome dell’etiope Tirunesh Dibaba, con 29’54’’66, secondo crono di sempre. È stata una gara tutta a due assieme all’altra etiope con passaporto turco Elvan Abeylegesse, che solo negli ultimi 300m è rimasta distaccata, chiudendo seconda con il primato europeo di 29’56’’34. Terza l’americana Shalane Flanagan a 30’22’’22, nuovo record continentale, e quarta la keniana Llnet Chepkwemol Masal a 30’26’’50, primato mondiale juniores.
In casa azzurra brilla la prestazione di Elena Romagnolo nei 3000 siepi: il suo 9’27’’48 è il nuovo record nazionale, che vale anche la qualificazione per la finale di domenica (15,30 italiane). “Sono contentissima - ha dichiarato l’atleta dell'Esercito - dopo le prime due batterie mi ero spaventata perché pensavo che neanche con il record italiano sarei riuscita a staccare il biglietto per la finale, ma le gambe giravano bene e si è realizzato un sogno”.
Ottimo anche Christian Obrist nei 1500m, che con il quinto tempo di giornata in 3’35’’91 guadagna il suo stagionale e l’accesso alle semifinali. Si confermano favoriti il francese Mehdi Baala (3’35’’87) e l’americano Bernard Lagat (quarto in batteria a 3’41’’98), in una gara che rimane nelle previsioni apertissima.
Delusione per Magdelin Martinez nel salto triplo. I suoi 14.00m sono insufficienti per qualificarsi, in una gara che ha visto le migliori sempre sopra quella misura: “Nel primo salto sembrava che la misura di 14.45 fosse vicina - ammette l’italo cubana -, poi non ha funzionato più nulla. Sono delusa per me e per tutti coloro che mi seguivano e che hanno lavorato con me, non stavo male anche se l'avvicinamento alle Olimpiadi non era stato semplice “. Chiude prima a 14.99 la cubana Yargelis Savigne, segue il 14.78 di Viktoriya Gurova e il 14.64 di Olga Rypakova.
realsports.it
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