martedì 5 agosto 2008

Pechino 2008: l\'Olimpiade dei forfait

Tra doping, mancate qualificazioni ed infortuni, la lista nera di Pechino si allunga sempre più, per una Olimpiade che sarà anche quella dei grandi assenti.

È di alcune settimane fa l’annuncio di Justin Gatlin, campione olimpico, mondiale ed ex primatista dei 100 metri, che con un comunicato-shock informa di essere stato fermato per positività al testosterone: “Sono stato informato dall' Usada, l' agenzia antidoping statunitense – spiega lo sprinter -, che dopo la staffetta 4x100 che ho corso a Kansas City il 22 aprile, sono risultato positivo per testosterone o sostanze a esso riferibili. Non so spiegare come sia successo, perché non ho mai assunto consapevolmente nulla di proibito o non autorizzato. Da quando mi hanno informato del test, ho fatto di tutto per capire come possa essere accaduto. Ho collaborato e continuerò a collaborare con l' Usada in ogni fase dell' indagine e spero che alla fine la verità venga a galla perché io non ho fatto nulla di illegale”. Per Gatlin, il fattaccio sarebbe tutto un complotto, messo in piedi dal massaggiatore dello stesso velocista americano che, alla vigilia dei Trials di Eugene, aveva utilizzato una pomata “strana”, imputabile alla positività. Un’ipotesi che, oltre ai numerosi retroscena poco chiari, sembra non reggere, visto che la sostanza trovata nelle urine non è poi così insolita, ma è un prodotto in vendita per pochi dollari - sia in capsule che in crema - contro l’invecchiamento.

Getta la spugna il primatista mondiale delle siepi e due volte campione del mondo Saif Saaeed Shaheen, ancora alle prese con un infortunio al ginocchio. Davvero sfortunato, visto che l’atleta keniano con passaporto del Qatar aveva già rinunciato per lo stesso motivo ai Mondiali di Osaka 2007.

Problemi fisici anche per la tedesca Franka Dietzsch, dal 1999 campionessa mondiale nel lancio del disco, che ha annunciato di voler chiudere ai Mondiali dell’anno prossimo la sua incredibile e longeva carriera.

Altra rinuncia illustre è quella di Nathan Deakes, campione del mondo lo scorso anno nella marcia di 50km, per infortunio agli adduttori. L’australiano, bronzo nella 20km ai Giochi di Atene, dovrà attendere tra i 6 e i 9 mesi per tornare all’attività agonistica.

Ma è soprattutto nei 400 ostacoli donne che si conta il peso delle rinunce importanti: è fuori per un dito di un piede rotto l’inglese Jana Pittman-Rawlinson, dal 2003 primatista mondiale di specialità, quindi la campionessa degli Stati Uniti Lashinda Demus, clamorosamente non qualificatasi ai Trials di Eugene, la cinese Huang Xiaoxiao, primatista d’Asia, ed infine la russa Yuliya Pechonkina-Nosova, detentrice del record mondiale.

In forte dubbio anche Paula Radcliffe, campionessa del mondo nella maratona, che non ha ancora recuperato la frattura al femore sinistro. Dopo la deludente partecipazione alle Olimpiadi di Atene, quando in gara fu costretta al ritiro per i troppi antidolorifici assunti, i Giochi di quest’anno sembrerebbero davvero il responso di una maledizione.

Intanto la velocista greca Ekaterini Thanou minaccia azioni legali se il Cio non la ammetterà a Pechino. La centometrista greca, argento ai giochi di Sydney, aveva, infatti, evitato i controlli antidoping ad Atene 2004 e per questo motivo aveva subito una squalifica di due anni. Il Cio ha deciso però di spostare l’udienza finale a ridosso della cerimonia di apertura delle Olimpiadi cinesi, impedendo così alla Thanou di essere presente sul tartan. "Se non ci fosse questo problema sarei già lì - annuncia la centometrista -. Penso che questa situazione sia ingiusta”.

Anche Giuseppe Gibilisco non ci sta. Il campione del mondo dell’asta a Parigi nel 2003 e bronzo ai Giochi di Atene, minaccia di dare forfait se la situazione con il suo allenatore Vitaly Petrov non cambierà. L’ucraino, infatti, oltre all’atleta italiano, segue anche una certa Yelena Isinbayeva, zarina dell’asta femminile che a Monaco solo pochi giorni fa ha ottenuto il nuovo primato mondiale a 5,04. Gibilisco accusa l’allenatore di passare troppo tempo in giro per il mondo con la russa, trascurando in questo modo la sua preparazione: “Stavamo lavorando con la Isinbayeva – spiega il siciliano - e tutto procedeva per il meglio, non mi aspettavo questa partenza di Petrov così improvvisa, senza ritorno. Ho chiesto al ct Nicola Silvaggi di trovare una soluzione perché manca poco ai Giochi e ho anche pensato a rinunciarvi. Non voglio andare a Pechino per fare presenza. Se devo andare a difendere il bronzo di quattro anni fa, o magari migliorare quel risultato, devo essere nelle condizioni giuste per poterlo fare ed in questo momento sono indietro nella preparazione".

Da non dimenticare le cinque russe in partenza per Pechino che sono state sospese dalla Iaaf per sospetto di doping, a causa di un presunto scambio di campioni di urina. Tra le atlete, figurano la campionessa del mondo nonché primatista indoor sui 1500m Yelena Soboleva, sulla stessa distanza la forte Yulia Fomenko, Gulfiya Khanafeyeva nel lancio del martello, Darya Pishchalnikova nel lancio del dsco e Tatyana Tomashova ancora sui 1500m.

Rimane lontana, probabilmente un sogno, la settima Olimpiade di Marlene Ottey. La giamaicana naturalizzata slovena, classe 1960, ha visto sfumare a Maribor il minimo olimpico di 11’’42, correndo in batteria in “solo” 11’’69. La finale, a causa di un violento temporale, non si è potuta però disputare, impedendo così all’atleta di avere una seconda possibilità di qualificazione per Pechino. Che la carriera di questa regina della velocità sia davvero giunta a termine? Difficile dirlo, lei che vanta di essere la donna più “vecchia” della storia a vincere una medaglia olimpica (argento a Sydney 2000, a 40 anni e 143 giorni) e una d’oro ai Campionati mondiali di atletica leggera (a Göteborg 1995, a 35 anni e 92 giorni).

realsports.it

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