I cinesi non vedono l'ora che cominci, e basta una prova generale con i fuochi d'artificio per portare in strada decine di migliaia di persone. Ma Pechino 2008 puo' suscitare anche sentimenti contrastanti, non solo l'attesa ma anche il rimpianto, ad esempio di chi avrebbe tanto desiderato esserci e invece, per un motivo o per l'altro, ha dovuto rinunciare.
Altro che Liu Xiang e Yao Ming, 'eroi nazionali' la cui immagine campeggia sui grattacieli pechinesi: sara' anche l'Olimpiade dei grandi assenti, di chi si e' ritirato prematuramente come l'ex fuoriclasse del nuoto Ian Thorpe, di chi ha tentato di abbattere barriere e aprire un mondo nuovo ma non ce l'ha fatta, come il sudafricano Oscar Pistorius che corre con le protesi in carbonio al posto delle gambe, o di chi si mettera' davanti alla televisione oppure fara' finta di niente altrimenti aumenterebbero rabbia e rammarico.
E' il caso del campione olimpico in carica della gara piu' ricca di fascino, i 100 metri, quel Justin Gatlin sospeso per doping ma che per poter disputare i Trials americani di quest'anno ha lottato, anche a livello di magistratura ordinaria, fino all'ultimo momento. Niente da fare, dovra' scontare la sua pena, e adesso si dedica ai lavori socialmente utili insegnando i segreti dello sprint ai ragazzi di una scuola di Lawrenceville. In attesa di tornare in pista, ha fatto sapere che non seguira' l'attesissima sfida tra Bolt, Powell, Gay e gli altri. Meglio cosi', comunque, che in prigione come Marion Jones, l'ex regina della velocita' che restera' per un altro mese in un penitenziario del Texas dopo aver ammesso di aver mentito nel corso dell'inchiesta penale sulla vicenda Balco.
L'uso di sostanze proibite non ha 'appiedato' solo Gatlin, ma anche tanti altri atleti di varie discipline, assenti in Cina per lo stesso motivo. Basti pensare al fuoriclasse del sollevamento pesi Halil Mutlu, eroe nazionale turco che ha vinto tre ori olimpici ma poi e' stato trovato positivo ad un controllo e squalificato per due anni fino all'aprile del 2007: tornato alle gare ha capito di non essere piu' competitivo come un tempo, e ha preferito rinunciare. Sempre nel sollevamento pesi si sono chiamate fuori in blocco Bulgaria e Grecia, dopo che undici e dieci loro atleti rispettivamente non avevano superato i controlli. Nella lotta l'uso di anabolizzanti e' costato una squalifica a vita al cinese Luo Meng, che prometteva di stupire il mondo nei Giochi di casa.
Come Gatlin ha tentato di percorrere la strada dei tribunali il velocista britannico Dwain Chambers, ma non e' riuscito ad eludere la regola del comitato olimpico del suo paese che vieta di partecipare ai Giochi a chi, anche in passato, e' stato trovato positivo ad un controllo. L'uso di steroidi ha fermato anche il primatista europeo dei 200 farfalla, il nuotatore greco Ioannis Dymonakos che era stato una delle sorprese di Eindhoven, mentre Riccardo Ricco' avrebbe dovuto essere la riserva azzurra (e con la rinuncia di Cunego ne avrebbe preso il posto) ma il Tour gli e' stato fatale. Nell'atletica e' ricca la lista di coloro costretti a chiamarsi fuori per infortunio, come il campione del mondo dei 50 km. di marcia, l'australiano Nathan Deakes, che ha problemi ad inguine ed adduttori, e una passione per la Toscana e per alcuni medici che ci abitano e frequentano il mondo del ciclismo. Forfait anche per l'ex recordman della maratona Paul Tergat, l'olimpionico del triplo Christian Olsson (si e' infortunato a casa sua, nel meeting di Stoccolma) e per l'iridata del disco Franka Dietzsch. Niente ottava Olimpiade, sarebbe stato un record, per la pantera nera Merlene Ottey, ma qui il doping non c'entra: a 48 anni, correndo per i colori della Slovenia, non e' riuscita ad ottenere il 'minimo'. Un po' come l'Olanda della pallavolo e gli azzurri del basket, che hanno fallito nei rispettivi tornei di qualificazione.
C'e' chi e' rimasto a casa per scelta personale, come il trio magico dei Boston Celtics Garnett-Allen-Pierce che hanno chiesto in anticipo di non essere convocati. C'e' chi come Kaka' e Robinho avrebbe tanto voluto esserci, ma non ha avuto il permesso dai club, male comune a tanti calciatori (anche il Camerun avrebbe voluto Eto'o come fuoriquota). Per il no del Real Madrid Robinho ha pianto a dirotto cosi' come la cinese Gao E, 46enne 'astro' del tiro al piattello, quando ha saputo di essere stata relegata dal suo ct al ruolo di riserva.
Motivi fisici hanno fermato l'olimpionico americano della ginnastica Paul Hamm, la pin up del tennis Maria Sharapova, ed il collega Andy Roddick, mentre Amelie Mauresmo ha rinunciato dopo aver saputo di essere stata convocata soltanto per il doppio. La palma della sfortuna va pero' alla nipote della Regina Elisabetta, la campionessa del mondo di equitazione Zara Phillips, figlia della Principessa Anna e di quel Mark Phillips oro ai Giochi nel 1972: saltera' per la seconda volta consecutiva l'Olimpiade (Pechino dopo Atene) per lo stesso motivo, l'infortunio dell'amato cavallo Toytown, senza il quale non se la sente di gareggiare (avrebbe potuto sostituirlo). Un gesto da cuore nobile, ma non poteva essere altrimenti.
(ANSA)
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