L'ora del giudizio è ormai prossima. La lunga rincorsa di Howe sta per arrivare al momento decisivo, rappresentato in questa fase dall'appuntamento con la qualificazione olimpica. Due mesi senza gare di lungo (l'ultima il 6 giugno ad Oslo, con il secondo posto nella tappa della Golden League, chiusa a 8,16); in mezzo, due infortuni, uno alla spalla l'altro al bicipite femorale, ed una lunga fase di riabilitazione ed allenamento speciale, di visite di controllo e sedute di fisioterapia, di test e di speranze. Fino all'arrivo a Pechino, sette giorni fa (oggi l'ingresso nel villaggio olimpico, dopo una settimana alla BSU). Sabato sera (ore 20 locali, le 14 in Italia), la qualificazione. Il momento della verità. "Sì, adesso sto bene. E' stato un anno un particolare, ma credo di aver pienamente recuperato da ogni problema fisico. Vedremo quello che succederà in pedana: anche se non gareggio da due mesi, sono cosciente di aver fatto tutto quello che c'era da fare in questa situazione, con il supporto delle tante persone che hanno lavorato con me". Il periodo di preparazione a Kobe, in Giappone (in compagnia di mamma René e Claudio Mazzaufo) è stato fruttuoso: "Mi sono ambientato, questo clima ormai non mi spaventa più, ci sono decisamente abituato. E poi abbiamo potuto allenarci in tranquillità, serenamente". Il vicecampione del mondo del lungo conferma il succo delle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa alla Gazzetta dello Sport: "Non voglio essere un uomo copertina, non mi sento una star: che cosa ho fatto io rispetto ai grandi campioni del passato? Ho solo 23 anni, e se si parla di gente come Mike Powell, o Carl Lewis, io devo ancora fare tanta, tanta strada per arrivare ai loro livelli, o semplicemente per sperare di raggiungere i loro risultati". Il low profile domina, Howe spiazza tutti quelli venuti a vedere l'istrione, l'acchiappafolle.
Piomba in sala la domanda sulla detassazione dei premi CONI (l'approvazione della proposta di legge, attualmente ferma in parlamento, è stata richiesta dalla schermitrice Vezzali). Andrew fa una faccia che è già una risposta. Poi: "Mah...prima pensiamo a fare qualcosa in gara, poi eventualmente parleremo di premi. Sinceramente non ci sto proprio pensando, in questo momento ho la testa altrove, penso alla rincorsa, allo stacco, ai miei avversari. Insomma, mi auguro proprio di avere questo problema...". Ad Osaka si definì un "serpente nell'acqua", come a voler indicare il proprio stato di allerta: "Mi sento più o meno nella stessa condizione: sono pronto a buttarmi sulla gara, ma come se fossi nascosto, invisibile". Gli avversari? I soliti: "Saladino, davanti a tutti, ma anche Mokoena, il cubano (Camejo, 8,46 il 21 giugno, ndr), il greco (Tsatoumas, 8,44 il 13 luglio, ndr), Al Khuwalidi". Già, i soliti.
Accanto a Howe, Marco Lingua e Nicola Vizzoni, ovvero due modi opposti di vivere la vigilia olimpica. Andranno in pedana nelle qualificazioni del martello venerdì mattina (non è ancora noto in quale dei due gruppi: qualificazione, 78,00). Il piemontese, 14esimo al mondo nel 2008 con 79,97, è emozionato, e si vede: "E' tutto bello, l'Olimpiade è una cosa straordinaria - dichiara - oggi pomeriggio andrò al villaggio per la prima volta, e soprattutto non vedo l'ora di andare in pedana. Spero di qualificarmi per la finale del 17, anche perché vengo da una stagione molto bella. Io credo di potercela fare, la lunga sequenza di gare tutte positive che ho fatto è significativa". Vizzoni, l'esperto, il "capitano", mostra più prudenza (per lui, uno stagionale di 78,79): "L'obiettivo è andare in finale, ma so che sarà difficile, il campo dei partecipanti è ricco di protagonisti, tutti agguerritissimi. Sto bene, la mia stagione è stata molto positiva, mi auguro di riuscire a confermare quanto di buono ho fatto dall'inverno in avanti". Magdelin Martinez arriva a Pechino senza le certezze del passato, intese come misure messe a registro (per lei, un buon 14,42 il 6 giugno a Torino). "Ma sono tranquilla, ho lavorato bene in questo periodo a Formia, mi sono preparata con coscienza, credo di potermi giocare le mie carte". Venerdì sera (le 21.40 locali, le 15.40 italiane) la qualificazione. Inevitabile la domanda su Tai Aguero, l'azzurra del volley (come la Martinez, cubana di nascita) coinvolta nella triste vicenda del mancato rilascio del visto per andare a visitare la madre morente: "Da un punto di vista umano, è qualcosa che dispiace, certo. E io sono sinceramente dispiaciuta per lei. Ma come ho già detto in altre occasioni, chi è nato a Cuba conosce le conseguenze delle proprie azioni".
m.s.
Nella foto in alto, Andrew Howe; in basso, gli azzurri a Casa Italia: da sinistra, Marco Lingua, Nicola Vizzoni, Magdelin Martinez, Andrew Howe (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
fidal.it
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