Antonio Rossi, grande campione del K2, arrivato alla quinta Olimpiade, ha trovato un nuovo mestiere, quello di "capitano", suo malgrado, degli azzurri che vanno ai Giochi. Formalmente, il suo unico e assai onorifico compito, è quello di portare la bandiera alla cerimonia inaugurale. Di questo s'è già detto tutto: dal giorno della scelta a quando Napolitano, nei giardini del Quirinale, gli ha consegnato il tricolore, al modo e all'eleganza in cui lo porterà nello stadio nazionale cinese l'8 agosto alle 8 di sera. Ma dell'altro, del ruolo che, quasi senza volere, si è trovato addosso, forse si è parlato meno. Sarà per l'età, la classe naturale, l'aria onesta e diretta che si porta dietro, ma Antonio Rossi sembra messo lì apposta a rappresentare, a difendere e ad aiutare gli altri 346 azzurri d'Italia. Guarda caso, sull'aereo che ci porta a Pechino, seduto vicino a lui, c'è Andrea Cassarà, forse l'atleta italiano che ha più bisogno di una mano sulla spalla e di una legittimazione. Rossi ti guarda tranquillo: "Abbiamo fatto il viaggio insieme da Milano e ci siamo messi vicini in aereo. Tutto normale". Ma è lo stesso Cassarà a confermare: "Certo, lui ti dà sicurezza". repubblica.it
venerdì 8 agosto 2008
Verso Pechino con capitan Rossi 346 azzurri e un leader di classe
Antonio Rossi, grande campione del K2, arrivato alla quinta Olimpiade, ha trovato un nuovo mestiere, quello di "capitano", suo malgrado, degli azzurri che vanno ai Giochi. Formalmente, il suo unico e assai onorifico compito, è quello di portare la bandiera alla cerimonia inaugurale. Di questo s'è già detto tutto: dal giorno della scelta a quando Napolitano, nei giardini del Quirinale, gli ha consegnato il tricolore, al modo e all'eleganza in cui lo porterà nello stadio nazionale cinese l'8 agosto alle 8 di sera. Ma dell'altro, del ruolo che, quasi senza volere, si è trovato addosso, forse si è parlato meno. Sarà per l'età, la classe naturale, l'aria onesta e diretta che si porta dietro, ma Antonio Rossi sembra messo lì apposta a rappresentare, a difendere e ad aiutare gli altri 346 azzurri d'Italia. Guarda caso, sull'aereo che ci porta a Pechino, seduto vicino a lui, c'è Andrea Cassarà, forse l'atleta italiano che ha più bisogno di una mano sulla spalla e di una legittimazione. Rossi ti guarda tranquillo: "Abbiamo fatto il viaggio insieme da Milano e ci siamo messi vicini in aereo. Tutto normale". Ma è lo stesso Cassarà a confermare: "Certo, lui ti dà sicurezza". repubblica.it
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