L'atteso tentativo di record sui 5000 metri donne da parte dell'etiope Tirunesh Dibaba non ha avuto esito positivo: per lei "solo" 14:23.46, un tempo di livello galattico ma distante dal limite (il 14:11.15 realizzato a Oslo nel giugno di quest'anno) di circa dodici secondi. Notevole la gara di alto femminile, vinta dalla statunitense Chaunte Howard con 2,00, davanti alla kazaka Marina Aitova (1,97), così come di ottimo livello è stato il miglio donne, vinto un po' a sorpresa dall'etiope Gelete Burka, con un nuovo record continentale africano di 4:18.23; battuta la campionessa del mondo dei 1500 metri, Yusuf Jamal, 4:19.50 (prima comunque nel passaggio ai 1500 in 4:01.46). In apertura, martellata vincente della cubana Yipsi Moreno, 74,71, con le azzurre a battagliare da lontano sul filo dei centimetri (Salis quinta, 69,59; Claretti sesta, 69,58). Ancora mezzofondo bollente a Rieti: il doppio giro al maschile va ad Alfred Kirwa Yego, 1:44.69, davanti al campione olimpico Wilfred Bungei, 1:45.05 (nella serie B, 1:45.02 per Justus Koech, con Rifeser sesto in 1:4694). Un pizzico sotto i 15 metri il triplo di Tatyana Lebedeva: la russa argento olimpico a Pechino si è presa una piccola rivincita sulla campionessa a cinque cerchi, la camerunense Fracoise Mbango, qui terza (superata dall'altra russa Pyatikh, 14,91) con la misura di 14,90.
I 200 metri donne lanciano la giamaicana Shericka Williams, capace di un notevole 22.50, ma qui c'è anche un pizzico vincente di Italia: Vincenza Calì taglia il traguardo in 22.98, per il primo sub-23 della carriera, terza prestazione italiana di sempre dietro Levorato (22.60) e Masullo (22.88). Un bel premio per questa ragazza che ha affrontato - è bene ricordarlo - la prima vera stagione dopo tante passate a combattere con gli infortuni. Nella sua scia, progresso anche per Martina Giovanetti, 23.64, con una terza azzurra, Giulia Arcioni, al di sotto dei 24 (23.87). Altro azzurro in evidenza Claudio Licciardello, quarto nei 400 metri con un discreto 45.90, nella scia di Kikaya, 45.10; il siciliano dimostra di avere ancora cartucce da sparare. Andrew Howe era uno degli atleti più attesi sulla pedana di Rieti: per il lunghista reatino, quarto posto finale con 8,01 (+0.7; un solo salto valido e tre nulli), ovvero appena oltre la soglia della decenza, superata ma con una misura comunque insufficiente a combattere la buona vena di Pate (8,21), Badji (8,13) e Meliz (8,12). I 3000 metri chiudono la serata, ma è un gran bel vedere, perché Edwin Soi firma la miglior prestazione mondiale 2008, correndo in un prestigioso 7:31.83.
Nella foto d'archivio, Asafa Powell (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)fidal.it
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