domenica 1 giugno 2008

Berlino, Howe a 8,10: buona la prima

http://www.fidal.it/images/howe_fingers.jpg" alt="" />Buon esordio stagionale per tutti e tre gli atleti azzurri impegnati questo pomeriggio a Berlino della prova d'apertura della AF Golden League 2008. Andrew Howe ha chiuso al quinto posto la partecipazione al salto in lungo, mettendo a segno un buon 8,10 (+0,9), misura che gli ha permesso di superare nella classifica anche Irving Saladino (planato a 7,92; la scorsa settimana, a Hengelo, era arrivato agli 8,73 della miglior misura mondiale 2008). Il successo è andato al saudita Hussein Taher Al-Sabee, con 8,21, davanti al sudafricano Mokoena (8,18) e al connazionale Al Khuwailidi (8,17). Per Howe dunque un discreto esordio outdoor, in linea con l'attuale stato di forma (considerata anche la brutta caduta sulle scale di casa di due settimane fa) e le aspettative della mamma-tecnico, René Felton. L'altra medagliata dei Mondiali di Osaka, l'argento dell'alto Antonietta Di Martino (30 anni per lei oggi: auguri), si è fermata a 1,93, classificandosi al nono posto; la classifica però è severa in virtù dei falli, perché l'1,93 è anche la quota che ha regalato alla belga Tia Hellebaut la quarta piazza. Vittoria per la campionessa del mondo, la croata Blanka Vlasic, issatasi a 2,03, davanti alla tedesca Friedrich, già capace dei 2,00. La Di Martino sarà nuovamente in gara venerdì sera, a Torino, sulla pedana che lo scorso anno le rtegalò il primo dei suoi tre record italiani (2,02, un centimetro superiore all'antico primato di Sara Simeoni). Il terzo degli esordi azzurri di Berlino è quello probabilmente più significativo da un punto di vista tecnico, ed è stato ottenuto dall'otima Elisa Cusma. L'ottocentista dell'esercito è giunta settima in 1:59.90, sulla scia della sempre più scatenata keniana Pamela Chelimo, scesa all'1:54.99 del mondiale junior (il secondo in otto giorni, dopo quello firmato a Hengelo, 1:55.76; battuta la campionessa del mondo, Janet Jepkosgei).

Nelle altre prove della riunione berlinese, fa scalpore la sconfitta nei 400 metri di Jeremy Wariner, uno dei più seri candidati della vigilia alla conquista del Jackpot della Golden League; nonostante l'eccellente 44.07 fatto segnare sulla pista del'Olympiastadion, lo statunitesne ha dovuto inchinarsi alla miglior forma del connazionale LaShawn Merrit, 44.03 e primo "scalpo" eccellente di stagione. Battuto nei 5000 metri anche l'etiope Tariku Bekele, superato dal keniano Moses Masai (12:50.55, per bekele 12:52.45). Una conferma nel disco, con l'iraniano Ehsan Hadadi a battere ancora Virgilius Alekna (stessa misura per entrambi, 69,12), e Gerd Kanter. Per il resto, diventa routine anche il 10.08 del giamaicano Nesta Carter, oscurato dall'impresa di Usain Bolt la notte scorsa a New York (per chi non lo sapesse ancora: 9.72, e record del mondo). Vanno però sottolineate sia la vittoria per un centimetro di Tero Pitkamaki su Andreas Thorkildsen nel giavellotto (85,20 contro 85,19), sia quella della spagnola Jospehine Oniya nei 100hs (12.50, seconda la svedese Kallur, 12.54).

Nella foto, Andrew Howe (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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