Il tempo, il 10"78 della vincitrice, è ottimo, non stratosferico come quello di Bolt. Il record mondiale della povera dopatissima Florence Griffith-Joyner (10"49) è destinato a resistere ancora a lungo. Queste ragazze, però, cominciano ad avvicinarsi in tempi di controlli quantomeno più seri.
Le americane, però, non hanno accettato la sconfitta e la squadra Usa ha presentato ricorso contro il risultato della gara sostenendo che le ragazze Usa erano convinte che ci fosse stata una falsa partenza. In effetti, non è stata una partenza delle più regolari, ma non sembravano esserci gli estremi per rifare la gara. I tempi di reazione sono tutti largamente sopra il centesimo di secondo. La più veloce è stata la Williams (Usa) con 0,149. Le più lente, la giamaicana Stewart (0,232) e la statunitense Lee (0,234). Com'era prevedibile, il ricorso è stato rapidamente respinto dalla giuria.
Diecimila all'Etiopia. L'Etiopia batte ancora il Kenya nello scontro di vertice sui 10.000. Il vecchio grande Haile Gebreselassie (35 anni) conferma che l'aria di Pechino non gli piace. Così sembra dare via libera agli scudieri Kenenisa Bekele (che, ormai, non ne ha neanche bisogno in quanto detentore del primato mondiale) e Sileshi Sihine. Bekele va a prendersi un oro di non straordinari contenuti tecnici in 27'01"17 e il connazionale, lo segue in 27'02"77. Gebre è sesto al traguardo (27'06"68) e va a fare il giro d'onore con i due giovanotti (che erano pronosticabili sulla base dei migliori tempi stagionali): tutti imbandierati come se avessero fatto tripletta. Cose che può permettersi un "padre nobile" stimato e rispettato come Haile. In realtà, il bronzo è del Kenya: con Kogo che salta sul traguardo Masai: a entrambi viene assegnato lo stesso tempo: 27'04"11. Sul foglio (non ancora ufficiale di gara) non c'è l'ex aequo: Kogo è terzo e Masai quarto. Si dovrebbe dedurre che non ci saranno due medaglie di bronzo. Quinto l'eritreo Tadese. Solo nono il tanzaniano Naasi preceduto da Mathathi (Kenya) e Abdullah (Qatar). Primo dei non africani o asiatici, lo statunitense Rupp (tredicesimo). Dire africani è persino allargarsi troppo. I primi sette vengono da tre paesi: Etiopia, Kenya e Eritrea.
Tremila siepi. Dopo il fulmine di Bolt, arriva il secondo record del mondo sulla pista del nuovo stadio olimpico. E' un altro muro che cade: quello dei 9 minuti nei 3000 siepi donne. Merito della grande favorita, Gulnara Galkina-Samitova che stacca tutte con un finale imperioso e scende a 8'58"81, quasi tre secondi sotto il suo tempo precedente che risaliva al luglio del 2004.
Una gara anche drammatica con la spagnola Dominguez che cade nel fossato della siepe, e finisce fradicia e piangente e con la nostra piccola coraggiosissima Elena Romagnolo che chiude con un onorevolissimo undicesimo posto (su quindici) in cotanto consesso. Peccato non riesca a migliorare il 9'27"48 dell'altro ieri e si fermi a 9'30"04. Ma questa presenza a Pechino e il suo modo di correre ce la restituiscono in una dimensione sicuramente più importante. L'argento va alle keniana Jepkorir (9'07"41) che, negli ultimi metri supera l'altra russa Volkova. Quarta ancora una russa: la Petrova.
Grande Obrist. Va in finale dei 1500 metri l'azzurro Christian Obrist che giunge quarto e si qualifica nella sua semifinale vinta dal keniano Kiprop in 3'37"04. Il ragazzo altoatesino non si fa imbottigliare ed esce con un finale straordinario che gli vale il quarto posto e la qualificazione sicura in 3'37"31. Eliminati Wendimu, Zergulaine, Bashir: tutta gente che Obrist non aveva, sulla carta, alcuna possibilità di battere. Nella seconda, vinta da Rashid Ramzi (Barhain), che sembra il candidato più serio all'oro, restano fuori il grande kenyano naturalizzato Usa, Bernard Lagat, lo spagnolo Casado (3'33" stagionale), l'algerino Boukensa (3'31"), il marocchino Moustaoui, altro uomo da 3'32".
400 piani. Bravissima anche Libania Grenot nei 400 piani. In una semifinale difficile, la ragazza di origine cubana è quinta (non basta, ovviamente per la finale) ma lima ancora di 4 centesimi il fresco primato nazionale di ieri e lo porta a 50"83. Anche a lei questo viaggio a Pechino è servito e servirà. Nella sua semifinale viene eliminata l'americana Deedee Trotter.
Salto in alto. C'è anche l'azzurro Filippo Campioli tra i dodici finalisti del salto in alto. Nessuno ha raggiunto i 2,32 della quota prevista. In sei, tra cui lo svedese Holm e il ceco Baba hanno superato i 2,29. Campioli ha saltato 2,25 e passa per il minor numero di errori. Bettinelli (2,25) è il secondo degli esclusi. Talotti ha saltato solo 2,20. Neanche uno statunitense (eliminati Jonas e Manso) e nemmeno un cinese in finale. Fuori anche il russo Voronin.
Nei 100 ostacoli, subito fuori l'azzurra Micol Cattaneo, quinta in 13"13 nella prima batteria.
Nelle batterie dei 400 ostacoli femminili, manca la greca Fani Halkia, la misteriosa campionessa di Atene (dopo la si è vista pochissimo ai meeting) che ha testato positiva a un controllo del 10 agosto scorso. E' stata subito cacciata dai Giochi e sospesa dalla sua federazione. repubblica.it
Nessun commento:
Posta un commento