Un oro arrivato a cancellare la delusione che arrivò giusto un anno fa a Osaka, quando l'eccessivo ritardo nella sua rimonta lo costrinse a mandar giù un bronzo iridato che suonò per lui più come una sconfitta che come una conquista: "Ragazzi, un oro olimpico non ha confronti con alcun mondiale. Certamente però mi ero ripromesso di mettere la parola fine ai piazzamenti nelle grandi manifestazioni. Questa stagione è stata perfetta e Sandro Damilano è stato bravissimo a frenarmi quando ce n'era bisogno. Senza di lui non sarei mai arrivato a questi livelli".
Successivamente riemerge un pizzico di quella simpatica guasconeria che ha caratterizzato tutto il suo finale di corsa, ad esempio con il braccio destro alzato durante l'ultimo giro a mo' di Popeye: "In queste condizioni di forma non mi batte neanche Superman. So che ho fatto un po' ridere con i miei atteggiamenti, sia chiaro che non volevo mancare di rispetto a nessuno, volevo solo esprimere la mia gioia. E' stata dura aspettare un anno per dimostrare il mio reale valore, ora finalmente posso sentirmi soddisfatto perché ho fatto quel salto di qualità che poteva arrivare molto prima. Ma è meglio che sia arrivato nell'occasione più importante...".
Nelle foto: l'arrivo di Schwazer e sotto l'abbraccio con Sandro Damilano (foto Giancarlo Colombo per Omega/Fidal)
fidal.it
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