Markus Kaserer - CR FIDAL Alto Adige
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Tutti attendevano l'ennesimo show di Usain Bolt, ma il giamaicano ha dimostrato, correndo "solo" in 9.83 i 100 metri (vento -0.5), di essere capace anche di provare umana stanchezza...Il meeting di Zurigo di ieri sera ha proposto una straordinaria serie di campioni, reduci dai Giochi Olimpici di Pechino e ancora in grado di esaltarsi sulla pista e sulle pedane. I 400 metri hanno visto la rivincita (si fa per dire, quella era l'Olimpiade) di jeremy Wariner, che ha sconfitto il connazionale LaShawn Merritt sul giro di pista chiudendo anche al di sotto dei 44 secondi, con un 43.82 che la dice lunga sulla motivazione (e sulla forma) ancora intatta del texano. Conferme per le due uniche atlete rimaste in corsa per il jackpot, ovvero l'ottocentista keniana Pamela Chelimo e l'altista croata Blanka Vlasic. La Chelimo ha stabilito l'ennesimo primato del mondo junior, chiudendo in solitaria il doppio giro di pista in 1:54.01, mentre la Vlasic ha riscattato (anche in questo caso: si fa per dire) la sconfitta pechinese domando le rivali con un chiarissimo 2,01 (1,90 per la campionessa olimpica Tia Hellebaut, vittima di un prevedibile rebound da inatteso successo). Sempre in tema di rivincite, pur non avendo sconfitto la campionessa olimpica Christine Ohuruogu, la statunitense Sanya Richards ha dimostrato di avere ancora parecchie energie da spendere: per lei, 49.74 nel giro e quasi un secondo di distacco rifilato alla seconda classificata. Non fa notizia ormai la bella Yelena Isinbaeva, che quando vince senza record del mondo (come a Zurigo) sembra aver appena timbrato il cartellino da impiegata: per lei, un bel 4,88 e successo sulla sempre meno baldanzosa Stuczynski. Destino simile per il "povero" kenenisa Bekele, bravissimo a dominare una gara di 5000 metri ricca di insidie e di chiudere comunque nel 12:50.18 del mondiale stagionale. Bellissima la gara dei 110hs, con Dayron Robles costretto agli straordinari da un Oliver quanto mai reattivo (12.97 contro 12.98), così come il giavellotto maschile, dominato da un Thorkildsen da over-90 (90,28). Nel lungo maschile vinto dal saudita Al Sabee con un saltone di 8,35, ritrova il sorriso Andrew Howe: per l'azzurro, secondo posto e un bell'8,06, misura che restituisce morale e serve soprattutto per guardare con fiducia al futuro. La rincorsa non è ancora velocissima, gli ultimi appoggi "speciali" prima dello stacco forse sono ancora un po' frenati, ma Andrew è tornato a volare oltre gli 8 metri, e questa è l'unica cosa che conti. Per lui, ancora Bruxelles e Rieti (forse), prima del possibile ingresso nelle finali IAAF di Stoccarda. Restando in casa Italia, sotto tono Libania Grenot (ottava nei 400 metri con 53.28), ed Elisa Cusma (ritirata negli 800); bene, nelle gare Under 23, Lukas Rifesser, primo nei 1500 metri con 3:49.54, così come Tania Vicenzino, vincitrice del lungo con 6,32 (-0.2).Nella foto, Andrew Howe ai Giochi di Pechino 2008 (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
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Il programma prevede per domenica la 26. edizione del Memorial Sergio De Castro a Campobasso, manifestazione nazionale su pista come lo è anche il Memorial Luciano Piazza a San Vito al Tagliamento (Pn), mentre a Napola (Tp) si disputa la 12. Volata Napola-Mokarta, prova internazionale su strada. Importante anche, per la corsa in montagna, il Trofeo Madonna d'Europa, gara che si snoda fra Campodolcino e Madesimo e che assegnerà i titoli regionali lombardi su un percorso di 11.350 metri per gli uomini e 4.550 per le donne. Favorito il sei volte iridato marco De Gasperi, al suo ultimo test agonistico prima dei Mondiali.
Nella foto: Cosimo Caliandro, uno dei protagonisti più attesi a Feltre (archivio Fidal)
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Che succede dopo aver provato a correre?
In genere non si torna subito a correre perché la fatica ha lasciato il segno, ma, per pochi diventa un’occasione per fare qualcosa insieme, per stare con altri, per frequentare un gruppo, per stare all’aria, per tenersi in forma. Ci si incontra, si ha uno spazio e un tempo riservato, ci si interessa ai mondi altrui che piano piano si schiudono all’altro, si organizzano cene, viaggi
Cosa può succedere dopo un periodo di allenamento?
Capita che uno riesce nella corsa a non stancarsi subito, a stare al passo con altri che corrono da più tempo, che si viene invogliati ad allenarsi meglio e a partecipare a competizioni.
Cosa succede partecipando a competizioni sportive?
Può succedere che non si regge lo stress o che, al contrario, si arrivi al traguardo prima di altri, e si viene riconosciuti come persone in gamba che riescono.
Cosa si va incontro riuscendo nelle competizioni sportive?
Si sperimenta qualcosa di nuovo, si viene riconosciuti alle gare come persona da battere, si inizia a pensare a diventare sempre più forti, quindi si chiede ai più bravi come fare per migliorare le prestazioni, si chiedono programmi di allenamento, ci si mette d’accordo con i più forti per allenarsi assieme, la corsa diventa una cosa importante della propria vita, uno spazio e tempo da investire, qualcosa di prioritario nella giornata, quindi ci si sveglia pensando a quando ci si può allenare, come con chi e a quale gara partecipare per verificare il proprio potenziale.
In linea di massima succede che l’atleta arriva a considerare la corsa o lo sport un attività prioritaria, perde quasi il controllo, dal passatempo facoltativo, salutare, che ti permette di scaricare le tensioni e stress lavorativi, si ritrova a considerare la corsa non un hobby ma argomento principale che da senso alla vita, quando l’atleta va a dormire deve già aver organizzato l’allenamento del giorno successivo, per esempio al mattino così si toglie il pensiero per la giornata e sta tranquillo il resto del giorno, o la sera, così è propenso ad affrontare le difficoltà della giornata, tanto sa che la sera la corsa gli permetterà di smaltirle, di voltare pagina.
Cosa può succedere nella propria famiglia?
Capita che ci si allontana, perché per gareggiare a buoni livelli bisogna allenarsi giornalmente e quindi il punto di vista dell’atleta è che i familiari devono capire che uno ha questa esigenza, mentre il punto di vista dei familiari è: “preferisce la corsa a me/noi”.
Se la corsa allontani o meno dalla famiglia non deve essere considerato per forza un problema, può essere che in famiglia si sta male e quindi provi ad allontanarti se credi di avere un’alternativa migliore, puoi permetterti di riflettere sulla tua esistenza attuale, l’atleta, considerando le due alternative, può decidere sulla sua esistenza: “che faccio continuo a stare in famiglia perché devo, perché hanno bisogno di me, perché non ho il coraggio o la forza di affrontare le difficoltà?”.
Allontanarsi dalla famiglia può essere un modo di mettere in discussione le relazioni parentali, in modo che ogni componente possa prendere consapevolezza della sua situazione e poter reagire a una situazione scomoda, stagnante.
Allontanarsi dalla famiglia può essere anche un modo di rispettare se stesso e gli atri, nel senso che si può avere un’esigenza di fare delle cose assieme alla propria famiglia ed altre cose con altri, senza che ciò venga considerato un trascurare l’altro, importante è sempre considerare l’altro e parlarne.
Si fa quel che si può, bisogna fare quello che uno si sente di fare, l’importante è che uno sta in contatto con se stesso è consapevole di quello che fa e si assume le responsabilità di quello fa.
Cosa succede quando avviene un infortunio?
Per l’atleta può essere un problema serio perché potrebbe essere necessario riposare e questo potrebbe causare una perdita dello stato di forma raggiunto, una non possibilità di migliorare le prestazioni, quindi si potrebbe diventare nervosi perché gli altri vanno più forti; all’atleta che non può allenarsi gli verrebbe a mancare un’abitudine considerata quasi vitale, salutare, gli verrebbero a mancare gli amici di allenamento. Quindi, l’atleta potrebbe essere disposti ad allenarsi anche con l’infortunio, con il dolore, perché all’atleta non va giù di fermarsi, deve riempire lo spazio della giornata dedicato alla corsa, non può rischiare di perdere la forma. Al limite, si fa ricorso ad antinfiammatori, al ghiaccio, si chiede ad altri se gli è capitata la stessa cosa, una cosa è certa l’atleta non è disposto a fermarsi per nessun motivo, se si rivolge ad un medico specialista generico gli viene detto di fermarsi, ma lui non lo fa, non è d’accordo, se si rivolge ad uno specialista dello sport gli viene detto: “non ti dico di fermarti, perché conosco voi sportivi, ma ti invito ad usare una scarpa più protettiva, ad usare plantari, a fare nel frattempo delle indagini”.
Se all’atleta non gli viene concessa l’idoneità all’attività agonistica, può capitare di dover fare carte false per partecipare a gare, l’atleta può essere presuntuoso, convinto di conoscersi bene e di poter decidere che un medico non può decidere sulla sua salute, ma deve solo rilasciare un certificato dietro pagamento di un corrispettivo, a volte l’atleta arriva a considera che la sua vita è la corsa e quindi non correre significa non vivere.
Si può correre meglio facendo attenzione a se stessi, al proprio organismo, ai segnali che ci invia, avvisi, segnali, dolori, si può pensare quando si corre se si sta evitando di fare qualcos’altro, fare qualcosa e quindi correre può essere anche un modo per non sentire.
Cosa succede quando si arriva ad un punto in cui non si migliora più?
L’atleta quando arriva al massimo delle sue prestazioni, in genere non è disposto ad arrendersi subito, decide di fare qualcos’altro per fare in modo che gli si riconosca qualcosa nonostante sia fuori forma o per l’età o per infortuni cronici, un modo è quello di passare a gare estreme, in modo che si diminuisce la qualità della prestazione e aumenta la quantità, per esempio si passa a partecipare alle ultra, così si può parlare delle sue prestazioni estreme, per esempio corse di
Per non parlare degli integratori, fino all’assunzione di sostanze dopanti. Al corridore che corre poichè correre significa vivere non importa gli effetti collaterali di sostanze dopanti, l’importante è che non si ferma e che continua a ben figurare nei confronti di se stesso e degli altri.
Cosa fare in caso di difficoltà?
Parlarne, possibilmente con chi si sta più da vicino, sia colleghi podisti, sia persone intime, sia esperti. I primi possono contribuire a dare il loro punto di vista su situazioni passate e risolte o non; i secondi servono a ricordare che anche se sono stati trascurati perchè passati in secondo piano in momenti in cui la corsa era più importante, restano pur sempre le persone di riferimento dell'atleta e la relazione potrebbe essere riscoperta e nutrita in modo da poter decidere di continuare o meno a fare sport a un certo livello considerando che non deve essere tutto nella vita ma una cosa in più, che deve servire a star meglio all'individuo e a chi gli sta intorno; l'esperto serve a fornire all'atleta una visione più ampia, mette l’atleta di fronte a delle alternative, delle possibilità, l’esperto aiuta ad intravedere delle vie da percorrere, in modo che l'atleta possa avere una maggiore consapevolezza di se stesso, di quello che lo circonda, dei suoi bisogni e possa fare le sue scelte assumendosi le sue responsabilità.
La corsa non serve solo ad arrivare davanti l’altro, battere l’altro, dimostrare di essere più forte, è anche quello, ma fa tanto bene all’atleta arrivare con l’altro mano nella mano, aiutare l’altro a riuscire, stare con l’altro, sentire, comunicare.
Questo è il mondo del podismo amatoriale visto da un corridore psicologo.
Dott. Matteo Simone
PSICOLOGO
SPECIALIZZANDO IN PSICOTERAPIA DELLA GESTATL
Tel. 333.6955250 e-mail: 21163@tiscali.it
Niente nuovo record per il campione olimpico e primatista mondiale dei 100 metri Usain Bolt al meeting di Zurigo, tappa della Golden League. Il giamaicano, alla prima esibizione dopo le Olimpiadi di Pechino, ha vinto correndo in 9"83. Ai Giochi Bolt ha stabilito i nuovi primati del mondo dei 100 (9"69), dei 200 (19"30) e della staffetta 4x100 (37"10), conquistando tre medaglie d'oro. ansa.it

A Viterbo “NO EURO – NO AFRICA”, ma ci pensa NICOSIA a fare l’Africano arrivando primo al termine dei 4 giri da 2 km.
Le partenze sono state 5, dai più piccini di età fino a 9 che hanno corso per 150 metri si è passati alla fascia di età 10 – 12 anni che hanno raddoppiato la distanza correndo per 300 metri, poi è toccato ai ragazzi di 13 – 14 anni che hanno ancora raddoppiavano sfidandosi sui 600 metri, dopo è toccato all’Atleta Leccese in Hanbike Maria Grazia Turco che alla scorsa Roma-Ostia gli furono rubate 2 sue Handbike, ed infine i tanti amatori con in testa il grande NICOSIA.
All’arrivo tutti hanno rimediato almeno i calzini e un ricco ristoro preparato dalle Mamme e non con pietanze particolari e prelibate come la pasta fredda, i pomodori ripieni di riso, panini con affettati, rustici, tanti tipi di torte, dalle nocciole al cioccolato, alle crostate, acqua, vino bianco.
Una bella manifestazione all’insegna della socialità.
Matteo SIMONE

Sarà lo sprinter giamaicano Asafa Powell uno dei protagonisti della 38/a edizione del meeting di Rieti, che fa parte del Grand Prix della Iaaf ed è in programma allo stadio Raoul Guidobaldi il prossimo 7 settembre. Proprio oggi Powell, oro nella staffetta 4x100 ai Giochi di Pechino, ha confermato la sua presenza al meeting, dove sarà presente per la quarta volta negli ultimi sette anni. L'anno scorso vinse con il primato mondiale nei 100 metri, correndo in 9"74, tempo che ha resistito fino all'avvento di Bolt (9"72 a New York e poi 9"69 alle Olimpiadi). repubblica.it

Chiusa l'Olimpiade, prende il via la parte conclusiva della stagione estiva, che vivrà di momenti di straordinaria intensità almeno fino alla prima metà del mese di settembre. A livello internazionale spiccano i due meeting Golden League di Zurigo (venerdì, tra gli iscritti al momento riusultano anche Andrew Howe, Elisa Cusma e Libania Grenot), e Bruxelles (venerdì 5 settembre), ma anche le riunioni di Gateshead (31 agosto) e Losanna (2 settembre). In Italia, tutto è pronto per il trittico di meeting internazionali di primissimo piano che si terranno a Padova (31 agosto, stessa data di Gateshead), Rieti (domenica 7 settembre), Rovereto (mercoledì 10 settembre). Occasioni per rivedere all'opera i protagonisti dei Giochi di Pechino, ma anche i migliori atleti italiani. Per alcuni di loro, queste date saranno utili anche per andare a caccia dei punti necessari per l'ammissione alle World Athletics Finals di Stoccarda (13 e 14 settembre), la manifestazione che sintetizza un'estate di riunioni in giro per il mondo. Non solo pista, però: altri appunbtamenti grande rilievo sono il Trofeo Mondiale di corsa in montagna (con l'Italia attesa protagonista) di Crans Montana (Svizzera, 14 settembre) e la finale del Challenge Mondiale della marcia, in programma a Murcia (Spagna), il 21 settembre. E proprio parlando marcia non si può dimenticare la prova, a metà tra festa ed esibizione, in programma sulle strade di Vipiteno sabato prossimo (ore 18): il "Walking day" Altoatesino si trasformarà inevitabilmente in una passerella trionfale per Alex Schwazer, il campione olimpico di Pechino che coinvolgerà nella pratica del tacco-punta anche le centinaia di partecipanti ad una sorta di non competitiva programmata per il primo pomeriggio. La fine del mese di settembre porterà poi l'attenzione italiana sulle finali del Campionato di società, manifestazione che assegnerà il titolo di Campione d'Italia per club 2008. La finale A oro avrà luogo a a Lodi il 27 e 28 settembre; nella stessa data avranno luogo anche le altre finali: la A Argento (Cesenatico), la A1 (Molfetta), la A2 (Saronno), la A3 (Alessandria).Nella foto, Andrew Howe in azione a Pechino (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
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Pechino 2008, Olimpiade dell'atletica italiana. I numeri sono questi, e vale la pena elencarli subito, per offrire la possibilità a tutti di prenderne visione. Due medaglie (l'oro di Alex Schwazer, il bronzo di Elisa Rigaudo); due finalisti tra i primi otto, ovviamente medaglie a parte (Ivano Brugnetti, quinto; Clarissa Claretti, settima). Il che, ci porta alla cifra di quattro finalisti: uno in meno di Atene 2004, ed in definitiva il punto più basso del dopoguerra (peggio abbiamo fatto solo nel 1928 e in alcune delle edizioni precedenti). Punti totali collezionati dalla squadra italiana a Pechino 2008: venti, sette in meno di Atene 2004, uno solo in più di Monaco 1972, che resta il fondo del pozzo dal 1948 in avanti (altrimenti, dobbiamo tornare ancora ad Amsterdam 1928). Curiosità, i venti punti del 2008, equivalgono a quelli messi insieme a Helsinki 1952, quando centrammo il primo dei tre titoli sui 50km di marcia (con l'immenso Dordoni). Quattordicesimo posto nel medagliere (dietro, tra le altre, ci sono Francia, Germania e Cina); ventesimo nella classifica a punti (con le tre suddette tornate a precederci). Insomma, per sintetizzare: ci sono seri, concreti elementi di insoddisfazione. Nei numeri, non nelle parole, e dunque difficilmente opinabili. D'altra parte, però, ci sono stati anche fatti positivi, nei giorni della rassegna cinese, e non sarebbe giusto ometterli per sottolineare il solo fatto numerico. Tre record italiani (due messi a segno da Libania Grenot nei 400 metri, 50.87 e 50.83; il 9:27.45 di Elena Romagnolo nei 3000 siepi); ben sei atleti ammessi alla finale, piazzatisi poi tra il nono e il dodicesimo posto (tutti dalla pista e dalle pedane: ad Atene erano stati tre, provenienti invece solo dalla strada, ferma a zero in questo caso). Citiamoli, in ordine sparso: Antonietta Di Martino (alto), Elena Romagnolo (3000 siepi), Chiara Rosa (peso), Giuseppe Gibilisco (asta), Filippo Campioli (alto), Christian Obrist (1500). Un azzurro, proprio Obrist, nuovamente in una finale dei 1500 metri 24 anni dopo il Riccardo Materazzi di Los Angeles 1984 (due nomi, tanto per dare la misura dell'impresa: Franco Arese e Gennaro Di Napoli; non c'erano mai riusciti). Claudio Licciardello ed il suo 45.25 delle nove del mattino, miglior prestazione italiana promesse, secondo tempo italiano di sempre, a soli 6 centesimi dal record di Andrea Barberi. La finale mancata da Libania Grenot per 20 centesimi (che se si fosse corso sui 405 metri, vista la rimonta, sarebbe lì, oggi, a raccontare l'impresa). Fatti, non parole; esattamente come quando si sono elencati i guasti della spedizione.Passando alla fase interpretativa, vanno sottolineati alcuni aspetti. Primo: Schwazer a parte, al contrario di quanto avvenuto un anno fa a Osaka (quando andarono tutte a segno) le cosiddette "punte" non hanno mantenuto le premesse. In particolare, Andrew Howe e Antonietta Di Martino, vicecampioni del mondo in carica, e finiti stavolta lontano dalle medaglie. Il primo (addirittura fuori dalla finale) perché condizionato dai troppi infortuni patiti in stagione; la seconda, al termine di un'annata fisiologicamente inferiore ad un 2007 fantascientifico. Secondo aspetto da evidenziare: tanti, troppi atleti, per ragioni diverse, hanno raggiunto l'Olimpiade in uno stato di forma incredibilmente non all'altezza, collezionando in qualche caso proprio a Pechino la peggior prestazione stagionale (e qui le responsabilità sono da ripartire equamente tra i tecnici personali e quelli che li hanno avuti sotto controllo, senza riuscire a valutarne o modificarne la condizione, nei raduni preolimpici). Altri atleti, infine (terzo e ultimo punto), hanno dimostrato sul campo una fragilità agonistica sorprendente, che affonda probabilmente le radici in una esperienza troppo "casareccia", da meeting di quartiere. Decisamente incompatibile con il massimo proscenio mondiale. Per loro, un solo rimedio: basta gare "friendly", e via, valigia alla mano, nelle riunioni di seconda serie in giro per l'Europa, come si fa, per esempio, nel tennis (dove nei Challenge ci si scanna ogni giorno, guadagnandosi il posto gratis in albergo con le vittorie sul campo). Non è che tutti debbano andare solo a Zurigo.
Urge una analisi attenta, serena, e da effettuarsi non a caldo. Perché una sterzata va data, senza ombra di discussioni. Tagliando rami secchi (di ogni genere) e lasciando respirare le parti vitali della pianta, che esistono e hanno il diritto di vedere la luce. Per chiudere il cerchio, e lasciando ad altri le analisi politiche (bum! ci vorrebbe Totò col suo immortale "...ma mi faccia il piacere..."), torniamo al contesto: 37 paesi hanno conquistato medaglie a Pechino (46 un anno fa ai Mondiali di Osaka), mentre 61 sono riusciti a piazzare almeno un atleta nei primi otto classificati (66 nel 2007). Riflessione partigiana (dell'atletica): attendiamo (senza ansia) i dati delle altre discipline olimpiche.
m.s.
Nella foto, l'arrivo al traguardo di Alex Schwazer, oro olimpico dei 50km di marcia (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)
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Ci siamo presentati a Pechino con una cinquantina di atleti, davvero troppi rispetto alle prospettive e alle ristrettezze cui altre discipline sono state costrette. L'impressione è che, in tempo di elezioni, un favore non si neghi a nessuno, ma, davvero, troppe comparse in maglia azzurra senza nessuna prospettiva erano ai Giochi. Perchè possiamo capire un giovane che deve fare esperienza, ma le Olimpiadi non possono essere viaggio-premio per onesti lavoratori delle piste da nessuna prospettiva. Che, inoltre, puntualmente non si sono migliorati ma hanno vivacchiato, paghi della partecipazione. Invece negli appuntamenti occorre essere messi nelle condizioni di esprimersi sui propri limiti, quali siano! I veri giochi per molti degli azzurri si sono svolti prima di Pechino, nelle estenuati qualificazioni. Alcuni sono arrivati all'appuntamento paghi e scarichi.
L'atletica azzurra vive un momento di media crisi, dovuta a un indubbio calo di vocazioni, all'"africanizzazione" di moltissime compagini anche europee, ma anche al soffocamento di vivai preziosi causa la troppa preponderanza data ai corpi militari, traguardo più che punto di partenza per troppi, rispetto alle società tradizionali.
E poi c'è stata la pessima gestione dei campioni.
I farseschi "casus belli" di Howe e Gibilisco. Il primo, perla rara in un negozio di bigiotteria, non è stato messo in una teca protettiva, preservato nel migliore dei modi per l'appuntamento. Gli è stato permesso di fare un giovanile colpo di testa, quei 200 in coppa Europa che gli hanno pregiudicato, viste le misure, un'occasione fantastica. Il secondo, l'astista abbandonato che ha vissuto per due anni nell'incertezza di un innocente in attesa di giudizio, condannato senza sentenza, salvo poi essere riabilitato completamente ma abbandonato a se stesso. Ha fatto davvero tenerezza l'intervista di Gibilisco dopo il suo splendido ingresso in finale. Ha detto "Io mi sto allenando da solo, nessuno mi dice cosa sto facendo, devo chiedere al primo amico che passa di li qualche consiglio". Ma Petrov è stipendiato dalla Federazioe o no? Se vuol seguire solo la splendida gallina dalle uova d'oro Isynbaeva, lo faccia! Ma uno straccio di allenatore per questo poveretto niente? Che gestione!
Poi certo, le medaglie sono arrivate con l'Oro di Schwazer e il Bronzo di Elisa Rigaudo, da atleti talentuosi e volenterosissimi, in specialità tradizionalmente vincenti. Qualche altra prestazione da togliersi il cappello c'è stata, ma si contano sulla punta delle dita. L'immenso Baldini, la prospettiva Grenot, i grintosi Obrist e Claretti che non tradiscono mai. E la Cusma, sempre vicina al salto di qualità. Mi dimentico qualcosa? Non mi pare, per il resto ci sono state solo delusioni. blogosfere.it
Lui, Roberto Cammarelle da Milano, per evitare di fare la fine delle ragazze della ginnastica ed andare incontro a possibili sorprese dei padroni di casa, per vincere l'ottava medaglia d'oro per l'Italia, nell'ultima gara del programma dei Giochi, ha deciso di strapazzare il cinese Zhlei Zhang.
Lo ha fatto costringendo l'arbitro moldavo Anatoli Kaigorodov a fermare l'irruenza dell'azzurro decretando il ko tecnico, dopo 19" da quando questi aveva assestato un colpo ben preciso in avvio del quarto round.
La vittoria di Cammarelle ha rovinato la festa alla Cina facendole sfumare la conquista della 100ª medaglia d'oro nei Giochi. L'azzurro, allenato da Giulio Coletta e Michele Caldarella, con all'angolo qui Francesco Damiani, stava dominando l'incontro finale dei supermassimi (91 kg) con un netto margine di vantaggio, ma per vincere ha accelerato i ritmi.
Il lombardo fin dalla prima ripresa (6-1) aveva dimostrato la sua superiorità e al momento dell'interruzione del match il risultato era 14-4 in suo favore. La sua è stata la medaglia finale dell'Italia a questi Giochi.
L'ultimo campione olimpico della boxe era stato Giovanni Parisi a Seul 1988.
Cammarelle, 28 anni, è campione del mondo, titolo conquistato a Chicago nel 2007 bissando il successo in Cina nel 2005. Il gigante di Cinisello Balsamo, già bronzo ad Atene 2004, fa parte della Polizia di Stato: mentre era festeggiato a Casa Italia ha bloccato le interviste e si è appartato per rispondere alla chiamata del suo capo, Antonio Manganelli: «Mi ha fatto i complimenti, ha detto di avermi seguito e persino visto tutti i miei match». Cammarelle è irrefrenabile nella sua gioia: «Volevo entrare nella storia e penso di esserci riuscito. Dedico questa medaglia a me stesso e alla mia ragazza Nicoletta. Il mio punto di riferimento è stato Alì, ma il mito per soldi e carriera è Mike Tyson». Il campione non vuole però passare al professionismo: «Resto nei dilettanti e difenderò il Mondiale il prossimo anno a Milano. Poi vorrei ritirarmi, ho una certa età».
L'ADDIO L'ultima gara dell'atletica regala al Kenya quel sogno mai raggiunto: l'oro olimpico nella maratona. Bravissimo Stefano Baldini, l'azzurro con una gara di rimonta ha difeso con onore il titolo vinto ad Atene giungendo 12esimo (secondo degli europei) in 2h13'25" nonostante la stagione non certo delle migliori ed il lieve infortunio patito nell'ultimo allenamento proprio a Pechino.
«Il cuore c'è sempre - ha detto il trentasettenne emiliano - avrei voluto correre molto meglio, ma sono stato condizionato da tanti problemi. E' l'ultima maratona e l'ultima volta in Nazionale: mi sembrava giusto chiudere con la gara che quattro anni fa mi ha regalato la maggiore soddisfazione della mia carriera. In 20 anni di attività ho cercato di dimostrare che con il lavoro e il sacrificio si possono ottenere bei risultati. Continuerò a gareggiare su distanze più corte e a divertirmi. Spero di rimanere nel mio mondo, vedremo con che ruolo».
| Pos | Nazione | Oro | Argento | Bronzo | Totale |
|---|---|---|---|---|---|
| 1 | REPUBBLICA POPOLARE CINESE | 51 | 21 | 28 | 100 |
| 2 | STATI UNITI D'AMERICA | 36 | 38 | 36 | 110 |
| 3 | RUSSIA | 23 | 21 | 28 | 72 |
| 4 | GRAN BRETAGNA | 19 | 13 | 15 | 47 |
| 5 | GERMANIA | 16 | 10 | 15 | 41 |
| 6 | AUSTRALIA | 14 | 15 | 17 | 46 |
| 7 | COREA SUD | 13 | 10 | 8 | 31 |
| 8 | GIAPPONE | 9 | 6 | 10 | 25 |
| 9 | ITALIA | 8 | 10 | 10 | 28 |
| 10 | FRANCIA | 7 | 16 | 17 | 40 |
| 11 | UCRAINA | 7 | 5 | 15 | 27 |
| 12 | OLANDA | 7 | 5 | 4 | 16 |
| 13 | GIAMAICA | 6 | 3 | 2 | 11 |
| 14 | SPAGNA | 5 | 10 | 3 | 18 |
| 15 | KENIA | 5 | 5 | 4 | 14 |
| 16 | BIELORUSSIA | 4 | 5 | 10 | 19 |
| 17 | ROMANIA | 4 | 1 | 3 | 8 |
| 18 | ETIOPIA | 4 | 1 | 2 | 7 |
| 19 | CANADA | 3 | 9 | 6 | 18 |
| 20 | POLONIA | 3 | 6 | 1 | 10 |
| 21 | NORVEGIA | 3 | 5 | 2 | 10 |
| 22 | UNGHERIA | 3 | 5 | 2 | 10 |
| 23 | BRASILE | 3 | 4 | 8 | 15 |
| 24 | REPUBBLICA CECA | 3 | 3 | 0 | 6 |
| 25 | SLOVACCHIA | 3 | 2 | 1 | 6 |
| 26 | NUOVA ZELANDA | 3 | 1 | 5 | 9 |
| 27 | GEORGIA | 3 | 0 | 3 | 6 |
| 28 | CUBA | 2 | 11 | 11 | 24 |
| 29 | KAZAKISTAN | 2 | 4 | 7 | 13 |
| 30 | DANIMARCA | 2 | 2 | 3 | 7 |
| 31 | MONGOLIA | 2 | 2 | 0 | 4 |
| 32 | TAILANDIA | 2 | 2 | 0 | 4 |
| 33 | REPUBBLICA DEMOCRATICA POPOLARE DI COREA | 2 | 1 | 3 | 6 |
| 34 | ARGENTINA | 2 | 0 | 4 | 6 |
| 35 | SVIZZERA | 2 | 0 | 4 | 6 |
| 36 | MESSICO | 2 | 0 | 1 | 3 |
| 37 | TURCHIA | 1 | 4 | 3 | 8 |
| 38 | ZIMBABWE | 1 | 3 | 0 | 4 |
| 39 | AZERBAIJAN | 1 | 2 | 4 | 7 |
| 40 | UZBEKISTAN | 1 | 2 | 3 | 6 |
| 41 | SLOVENIA | 1 | 2 | 2 | 5 |
| 42 | BULGARIA | 1 | 1 | 3 | 5 |
| 43 | INDONESIA | 1 | 1 | 3 | 5 |
| 44 | FINLANDIA | 1 | 1 | 2 | 4 |
| 45 | LETTONIA | 1 | 1 | 1 | 3 |
| 46 | BELGIO | 1 | 1 | 0 | 2 |
| 47 | ESTONIA | 1 | 1 | 0 | 2 |
| 48 | PORTOGALLO | 1 | 1 | 0 | 2 |
| 49 | REPUBBLICA DOMINICANA | 1 | 1 | 0 | 2 |
| 50 | INDIA | 1 | 0 | 2 | 3 |
| 51 | REPUBBLICA ISLAMICA DELL'IRAN | 1 | 0 | 1 | 2 |
| 52 | BAHRAIN | 1 | 0 | 0 | 1 |
| 53 | CAMERUN | 1 | 0 | 0 | 1 |
| 54 | PANAMA | 1 | 0 | 0 | 1 |
| 55 | TUNISIA | 1 | 0 | 0 | 1 |
| 56 | SVEZIA | 0 | 4 | 1 | 5 |
| 57 | CROAZIA | 0 | 2 | 3 | 5 |
| 58 | LITUANIA | 0 | 2 | 3 | 5 |
| 59 | GRECIA | 0 | 2 | 2 | 4 |
| 60 | TRINIDAD E TOBAGO | 0 | 2 | 0 | 2 |
| 61 | NIGERIA | 0 | 1 | 3 | 4 |
| 62 | AUSTRIA | 0 | 1 | 2 | 3 |
| 63 | IRLANDA | 0 | 1 | 2 | 3 |
| 64 | SERBIA | 0 | 1 | 2 | 3 |
| 65 | ALGERIA | 0 | 1 | 1 | 2 |
| 66 | BAHAMAS | 0 | 1 | 1 | 2 |
| 67 | COLOMBIA | 0 | 1 | 1 | 2 |
| 68 | KIRGHIZISTAN | 0 | 1 | 1 | 2 |
| 69 | MAROCCO | 0 | 1 | 1 | 2 |
| 70 | TAJIKISTAN | 0 | 1 | 1 | 2 |
| 71 | CHILE | 0 | 1 | 0 | 1 |
| 72 | ECUADOR | 0 | 1 | 0 | 1 |
| 73 | ISLANDA | 0 | 1 | 0 | 1 |
| 74 | MALESIA | 0 | 1 | 0 | 1 |
| 75 | SINGAPORE | 0 | 1 | 0 | 1 |
| 76 | SUDAFRICA | 0 | 1 | 0 | 1 |
| 77 | SUDAN | 0 | 1 | 0 | 1 |
| 78 | VIETNAM | 0 | 1 | 0 | 1 |
| 79 | ARMENIA | 0 | 0 | 6 | 6 |
| 80 | TAIPEI | 0 | 0 | 4 | 4 |
| 81 | AFGHANISTAN | 0 | 0 | 1 | 1 |
| 82 | EGITTO | 0 | 0 | 1 | 1 |
| 83 | ISRAELE | 0 | 0 | 1 | 1 |
| 84 | MAURITIUS | 0 | 0 | 1 | 1 |
| 85 | MOLDAVIA | 0 | 0 | 1 | 1 |
| 86 | TOGO | 0 | 0 | 1 | 1 |
| 87 | VENEZUELA | 0 | 0 | 1 | 1 |
| 88 | ALBANIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 89 | ANDORRA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 90 | ANGOLA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 91 | ANTIGUA E BARBUDA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 92 | ANTILLE OLANDESI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 93 | ARABIA SAUDITA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 94 | ARUBA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 95 | BANGLADESH | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 96 | BARBADOS | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 97 | BELIZE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 98 | BENIN | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 99 | BERMUDA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 100 | BHUTAN | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 101 | BOLIVIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 102 | BOSNIA E ERZEGOVINA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 103 | BOTSWANA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 104 | BRUNEI DARUSSALAM | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 105 | BURKINA FASO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 106 | BURUNDI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 107 | CAMBOGIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 108 | CAPO VERDE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 109 | CIAD | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 110 | CIPRO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 111 | COMORE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 112 | CONGO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 113 | COSTA D'AVORIO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 114 | COSTA RICA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 115 | DOMINICA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 116 | EL SALVADOR | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 117 | EMIRATI ARABI UNITI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 118 | ERITREA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 119 | FIGI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 120 | FILIPPINE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 121 | FORMER YUGOSLAV REPUBLIC OF MACEDONIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 122 | GABON | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 123 | GAMBIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 124 | GHANA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 125 | GIBOUTI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 126 | GIORDANIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 127 | GRENADA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 128 | GUAM | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 129 | GUATEMALA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 130 | GUINEA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 131 | GUINEA EQUATORIALE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 132 | GUINEA-BISSAU | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 133 | GUYANA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 134 | HAITI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 135 | HONDURAS | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 136 | HONG KONG, CINA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 137 | IRAQ | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 138 | ISOLE CAYMAN | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 139 | ISOLE COOK | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 140 | ISOLE SALOMONE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 141 | ISOLE VERGINI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 142 | ISOLE VERGINI BRITANNICHE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 143 | KIRIBATI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 144 | KUWAIT | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 145 | LESOTHO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 146 | LIBANO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 147 | LIBERIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 148 | LIBIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 149 | LIECHTENSTEIN | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 150 | LUSSEMBURGO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 151 | MADAGASCAR | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 152 | MALAWI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 153 | MALDIVE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 154 | MALI | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 155 | MALTA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 156 | MAURITANIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 157 | MONACO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 158 | MONTENEGRO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 159 | MOZAMBICO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 160 | MYANMAR | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 161 | NAMIBIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 162 | NAURU | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 163 | NEPAL | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 164 | NICARAGUA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 165 | NIGER | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 166 | OMAN | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 167 | PAKISTAN | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 168 | PALAU | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 169 | PALESTINA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 170 | PAPUA NEW GUINEA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 171 | PARAGUAY | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 172 | PERù | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 173 | PORTO RICO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 174 | QATAR | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 175 | REPUBBLICA ARABA SIRIANA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 176 | REPUBBLICA CENTRAFRICANA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 177 | REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 178 | REPUBBLICA DEMOCRATICA POPOLARE DEL LAOS | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 179 | RUANDA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 180 | SAINT KITTS E NEVIS | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 181 | SAINT VINCENT E GRENADINE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 182 | SAMOA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 183 | SAMOA AMERICANE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 184 | SAN MARINO | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 185 | SANTA LUCIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 186 | SãO TOMé E PRíNCIPE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 187 | SENEGAL | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 188 | SEYCHELLES | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 189 | SIERRA LEONE | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 190 | SOMALIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 191 | SRI LANKA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 192 | STATI FEDERATI DI MICRONESIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 193 | SURINAME | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 194 | SWAZILAND | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 195 | TANZANIA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 196 | TIMOR EST | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 197 | TONGA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 198 | TURKMENISTAN | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 199 | UGANDA | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 200 | URUGUAY | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 201 | VANUATU | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 202 | YEMEN | 0 | 0 | 0 | 0 |
| 203 | ZAMBIA | 0 | 0 | 0 | 0 |