lunedì 30 giugno 2008

Internazionale, le guerre stellari dello sprint

Nessun record del mondo, ma gare, tempi e prestazioni eccezionali hanno caratterizzato il fine settimana con uno strepitoso avvio dei Trials USA e di quelli giamaicani. A Kingston è già tutto finito nel nome di Usain Bolt e di una formidabile squadra di velociste , mentre a Eugene, dopo la sosta di oggi e domani, si riprenderà fino alla conclusione prevista per domenica prossima.  

FantaSprint 

Per chi ha potuto godersi i Trials, ma anche per chi ha atteso l'aggiornamento delle pagine web per scoprire cosa fosse successo solo pochi minuti prima, i numeri apparsi sugli schermi della tv o del computer hanno letteralmente abbagliato. Sabato notte, ad esempio, prima Gay ha tolto a Maurice Greene il primato dei cento metri, poi Bolt a Kingston ha stracciato Asafa Powell. Prima dei due eventi, l'apocalisse delle finali femminili. Che si potesse arrivare a risultati straordinari lo si è capito fin dalle batterie di Eugene; basti pensare che il primo turno dei 100 femminili ha partorito un undici netto (della Lee), poi un 11.01 ed un 10.94, che con vento o senza rimane un signor 10.94; nelle batterie maschili si è vinto con 9.96, 10.06, 10.04, 10.10. Batterie, si badi bene.  

Come a Indianapolis 

Nell'edizione dei Trials del 1988 successero cose mirabolanti nei quarti di finale, col mondiale della Griffith sui 100 e prestazioni-monstre da parte di tutto il parco velocità a disposizione. A Eugene la parabola si è ripetuta, e sono piovuti dal cielo il clamoroso record degli Stati Uniti di Tyson Gay (9.77) ed il 10.76 di Marshevet Hooker (ventosissimo ma terrificante), oltre ad altre sette prestazioni (sia legali che ventose) sotto gli undici secondi per le ragazze e ben sette tempi, tutti apparentemente legali, al limite dei dieci netti per gli uomini, più il primato del mondo junior eguagliato dal 18enne Demps con 10.01. I nuovi mostri sono Padgett (9.89), Patton (9.89), Ivory Williams (9.94), il piccolo Martin (9.95, aveva 10.13 e in batteria era sceso a 10.10). Paga lo scotto dei quarti Crawford, fuori con 10.09. 

Semifinali da urlo 

La Edwards vista correre in 10.78 è una macchina da guerra. In sei vanno sotto gli 11.00 e la vittima illustre della carneficina cronometrica è Carmelita Jeter, candidata al viaggio olimpico e fuori dalla finale. Un metro e mezzo dietro l'ultimo posto buono per la finale anche Bianca Knight, ma la sua gara sono i duecento. Nelle semifinali maschili non ci sono sorprese, a parte l'amarezza di Spearmon (altro duecentista in riscaldamento sui cento) che esce per un millesimo! Fuori anche Holliday, che ai Trials per andare ad Osaka, lo scorso anno, trovò spazio sul podio per carenza di avversari. Qui, con questi numeri, c'è stato il capogiro.  

Le finali dei 100: Gay 9.68  

Se con 10.93 non si va alle Olimpiadi, allora non abbiamo visto ancora niente. La Edwards non ha corso con altrettanza sicurezza come nella semifinale, ed ha salvato il secondo posto per tre millesimi su Lauryn Williams. Il trionfo è di Muna Lee in 10.85, una ragazza che poche stagioni fa prometteva grandi cose poi si era persa un po'. Al patibolo la Hooker (quarta in 10.93 e buonissima per la 4x100) e la Felix (quinta in 10.96). Quest'ultima ha però le sue maggiori chances nei 200, dove è stata meravigliosa campionessa del mondo ad Osaka, dopo esser stata costretta a rinunciare all'accoppiata 200-400 per via del programma orario olimpico penalizzante. 

Fino a domenica scorsa il 100 metri più veloce di sempre, in qualsiasi condizione, era il 9.69 corso da Obadele Thompson tra le nuvole di El Paso dodici anni fa con una mezza bufera a sospingerlo verso la linea del traguardo. Ora c'è Tyson Gay, che con 4,1 metri di vento al secondo è il primo della lista con 9.68! Sei uomini sotto i dieci netti, pur se col vento irregolare, sono una vera schiccheria.  Gay ha spinto come nei quarti, frequenze da briciare la pista, accelerazione superlativa.

A Pechino va il favoritissimo e porta con sé i candidati migliori del lotto dei finalisti: Dix (9.80), che fino a due mesi fa pareva perso per un infortunio preoccupante, e Patton (9.84), che in questa stagione ha trovato lo smalto di qualche tempo fa, quando era conosciuto soprattutto come eccellente duecentista. Dispiace per Padgett, straordinario quarto con 9.85, che avrebbe meritato il proscenio della gara individuale ai Giochi per quanto mostrato negli ultimi mesi. Gay è ora atteso dai duecento metri: visto come sono andate le cose sui 100, è probabile si debba ancora mozzare il fiato per chissà quale grandiosità. 

Le altre gare 

Sprint a parte, come non parlare della ipermuscolata Hyleas Fountain? L'eptatleta ha sorpreso con 6667 punti, macinando qualità fin dai 100 ostacoli (12.65 ventoso) e soprattutto centrando un clamoroso 6.88 nel salto in lungo. Tutto come da copione nel peso maschile: vanno i tre Golia (Hoffa, Cantwell e Nelson, che ha rischiato di brutto contro un mai domo Taylor). Per Hoffa 22.10 all'ultimo lancio (ma era già al comando con 21.94), per Cantwell 21.71, anche lui in extremis. Nell'asta chiude in bellezza Hartwig: a 41 anni farà le Olimpiadi, prima di lasciare l'attività in settembre con un meeting-happening organizzato apposta per l'addio. Solo terzo Walker, l'uomo dei 6.04, ma l'importante era passare oltre. Vince Miles con 5.70. 

Finali dei 400 ostacoli: il campione del mondo Clement se l'è vista brutta salvando il posto per un decimo su Gaymon ed il secondo posto di sei centesimi su Angelo Taylor, che tenta l'avventura a otto anni dall'oro di Sydney. Vince Jackson in 48.17. Nella finale femminile perde il posto la Demus, quarta dopo il ritorno alle gare post-parto gemellare. La precedono la vincitrice Tiffany Ross-Williams in 54.03, la formidabile ventenne Queen Harrison (che farà anche i 100 ostacoli) e Sheena Johnson, ora sposata con Mr.Tosta.  

Dwight Phillips era aggrappato con un filo di cotone al terzo posto nella finale del lungo maschile: il viaggio, e la difesa del titolo olimpico conquistato ad Atene, gli è stato negato per il tardivo exploit di Trevell Quinley, 8.22 al quinto turno per l'ingresso sul temporaneo podio, poi 8.36 conclusivo buono anche per il titolo di campione degli Stati Uniti. Una sorpresona. 

Le prime vittime 

In tanta abbondanza è normale annoverare cadute più o meno clamorose: nei primi tre giorni di gare soon caduti con l'onore delle armi della finale un campione olimpico (Phillips, quarto nel lungo con 8.20 e in quota-qualificazione per due terzi di gara), la Demus sugli ostacoli, l'astista col caschetto Stevenson, la Leach sempre sui 400 ostacoli, candidata a una recita importante nella finale e finita invece k.o. in batteria. 

Bolt, l'ammazzasette 

I cento metri, è noto, si corrono tutti d'un fiato. Bolt no. Il giamaicano ha addirittura rallentato nella finale dei Trials di Kingston voltandosi per ben due volte per lanciare sorrisetti ad Asafa Powell. Bolt ha chiuso in un 9.85 irridente che poteva essere ben altra cosa, Powell ha passato la prima metà di gara guardandosi i piedi ed ha macchiato la bella impressione destata in batteria (9.90 in scioltezza). L'ex-primatista del mondo non è ancora lui. Bolt è, al momento, molto più di tutti gli altri. 

La finale dei 200 è stata, per Bolt, la dimostrazione di uno strapotere visto difficilmente in passato. Ai 150 metri ha smesso di correre ed ha percorso l'ultimo tratto come fosse lì a fare jogging. Sul tabellone un luccicante e surreale 19.97 ottenuto in maniera sconcertante. 

Finali femminili: Kerron Stewart è rinvenuta negli ultimi trenta metri dalle corsie centrali, domando le rivali con una schiacciante superiorità. Nella sua scia, nella corsia di destra, alla Campbell sono mancati altri 4-5 metri di pista per riagguantare il terzo posto. Il più grande cento metri femminile di sempre, con quattro atlete sotto i 10.90. La Stewart è imperiosa in 10.80, la piccola Fraser si è migliorata di un'immensità fino a 10.85, la Simpson terza in 10.87. Veronica Campbell esce pur eguagliando quello che era (10.88) il suo mondiale stagionale.  

Sui 200 la Campbell risorgerà in modo sbalorditivo, spaccando il mondo con 21.94 dopo un'uscita dalla curva ancora in grande spinta ed in debito di tutto nel finale, quando è stata quasi raggiunta da una favolosa Stewart (21.99!). Compie il secondo capolavoro la Fraser, terza in 22.15. Illustre vittima dei Trials giamaicani la Simone Facey, naufragata in semifinale sui 100 e quarta sui 200 nonostante un grandioso 22.25. Due atlete non scendevano nella stessa gara sotto i ventidue secondi da tempo immemorabile.  Sui 100 ostacoli vince la Foster in 12.50 sulla Ennis-London (12.57) e sulla Dixon (12.71). Sono tre ultratrentenni ancora capaci di dire la loro. La sopresissima è venuta dai 400 femminili, dove si è laureata campionessa nazionale Rosemarie Whyte, fino a pochi giorni fa altalenante sui 52.3, e clamorosamente sbocciata in questi Trials con 50.05! 

Star Wars

 

Superato lo sbigottimento iniziale per una serie così incredibile di grandi prestazioni, del doppio show allestito a Eugene ed a Kingston restano alcuni punti fermi: che Usain Bolt non sta spingendo fino in fondo e che il fulminante avvio di stagione, fino al primato del mondo, non è stato un caso ma un inizio, che su Asafa Powell grava sempre più forte il sospetto che possa replicare a Pechino il mancato raggiungimento dell'oro (mentre Bolt spiazza con una devastante forza mentale, basti vedere come ha corso la finale dei cento di Kingston dopo il nervoso gesto di stizza per la falsa di pochi istanti prima), e che a Tyson Gay ha fatto assai bene prendersi uno spavento in batteria per aver rischiato il passaggio ai quarti per uno sciagurato rallentamento. 

 

Altro dal continente americano 

 

Aste in fibrillazione: Chelsea Johnson ha saltato 4.73 in una riunione pre-Trials a Los Gatos, in California. Diverse gare a Jonesboro, in Arkansas, tutte indoor, manca l'impianto all'aperto: sale come mai prima Jillian Schwartz, fino a 4.72. Ma il meglio arriva dal Brasile, dove Fabiana Murer ha salutato con successo quota 5.80 domenica a San Paolo. Riunione fortunata un po' per tutti i salti: La Maggi ha sfiorato i sette metri nel lungo (6.99), e Gregorio ha finalmente centrato una gara discreta con 17.28.  

 

Gli altri Trials 

 

Li chiamano così anche  nelle Bahamas, e speriamo per Donald Thomas, campione del mondo di salto in alto, che non siano rigidi come quelli statunitensi. Il grande talento dell'isola è infatti inciampato in una brutta giornata (ed in condizioni di scarsa visibilità in tarda ora), saltando solo 2.13 e classificandosi quarto. Tra i risultati nella velocità 9.97 ventoso di Atkins, 22.82 della Freguson-McKenzie e 22.85 di un'altra Ferguson (18 anni), e gran ritorno di Chandra Sturrup, che a quasi 37 anni lascia la zampata vincendo il titolo in 11.4 e facendo un centesimo meglio in batteria.  I Sands in festa: il triplista Leevan ha saltato 17.45 con vento oltre il limite, l'ostacolista Shamar ha trovato una brezza di due metri per arrivare al primato nazionale dei 110 in 13.44. Sui 400, arma letale dei bahamensi, vince il 30enne Brown con 45.43 sul campione NCAA Andretti Bain e su Mathieu.

  

Europa: la Slesarenko a 2.02

 

Salti a Eberstadt: debutto della campionessa olimpica Slesarenko, capace di issarsi subito a 2.02. regolarissima la tedesca Friedrich, seconda a due metri. Lanci nordici: a Kaustinen 81.09 del martellista ungherese Pars. A Nijmegen l'etiope Tufa ha corso un diecimila metri in 30.38.33, terza prestazione mondiale stagionale. Centra il minimo olimpico Lornah Kiplagat, seconda in 31:04.04. In settimana straordinario 1:43.07 sugli 800 del cubano Lopez (ottimo quattrocentista) a Jerez de la Frontera, e tripudio cubano a Lilla, dove nonostante la pista bagnata e il freddo Dayron Robles ha corso i 110 ostacoli in 12.96 e dove la Savigne ha portato il mondiale stagionale del salto triplo a 15.02. 

 

Giusto in tempo per candidarsi ad un posto al sole di Olimpia ecco tornare in auge il finnico Evila, che a Goteborg ha migliorato il primato nazionale del salto in lungo con un balzo di 8.22, vincendo su Mokoena. Molti buoni risultati al Cezmi Or Memorial di Istanbul: il lunghista ucraino Makarchev ha saltato 8.13 sulla novità bulgara Bozhinov (8.06), l'ostacolista turca Yanit ha eguagliato il record nazionale degli ostacoli alti in 12.76. Dai concorsi 14.50 della kazaka Rypakova nel triplo (proviene dalle prove multiple) e 20.78 dl potente pesista bielorusso Lyzhin. In Slovenia ulteriore progresso per la lunghista Kolaric, che nei campionati nazionali promesse ha saltato 6.78. Ancora dai salti, 4.75 della polacca Pyrek a Sopot. 

 

Germania: fa notizia il record del mondo junior dell'asta eguagliato a Biberach dal tedesco di colore Holzdeppe, un risultato che era nell'aria da diverse settimane vista la continuità di risultati del ragazzo. Nello stesso meeting il britannico Chambers ha messo un altro punto a suo favore nella querelle che lo vede ancora in caccia di un posto per i Giochi, vietatigli della federazione inglese per la nota squalifica-doping: con 10.06 ha eguagliato il miglior tempo inglese della stagione, che è di Edgar. Poi, ieris era, ha corso in 10.05 a Sofia perdendo dal qataregno nato in Nigeria Francis. Squilli dal triplo: il bulgaro Karailev, sempre a Sofia, ha fatto faville con 17.38. Per tornare in terra tedesca una riunione di lanci a Gotha, dove la Kleinert ha lanciato a 19.74. 

 

Miankova vicina al mondiale 

 

La martellista bielorussa Miankova ha lanciato a 77.32 a Minsk, domenica scorsa. Gara eccezionale, con la Pchelnik a 76.33 e la Smalyachkova a 73.92. In attesa di Tsikhan, ancora fermo, si scatenano Varantsou con 81.31 e Sviatokha con 80.70. 

 

Asia: finalmente Murofushi 

 

Il campione olimpico ha esordito dopo una lunga assenza per problemi fisici a Kawasaki, sede dei campionati nazionali giapponesi, conclusi oggi: scontata la vittoria, cercava la misura, che è arrivata con 80.89. Alcune controprestazioni non hanno inficiato l'ufficializzazione della squadra nipponica per le Olimpiadi, che comprenderà anche il deludente Suetsugu, battuto sui 200 con un crono superiore ai ventuno secondi. Tra i risultati 5.70 di Sawano nell'asta e 49.17 di tamesue nei 400 ostacoli, che è una gran cosa visto che era dato per spacciato in ottica Olimpiadi fino a pochi giorni orsono per le precarie condizioni fisiche.  

 

Grand Prix asiatici: a Bangkok 16.93 del kazako Valiyev nel triplo, a Nachon Ratchasima tocca al kazako Etkov (17.07) ed alle staffette veloci, dove Cina e Thailandia hanno ingaggiato un doppio duello vinto in entrambe le gare dai cinesi. Nella 4x100 uomini 38.81 cinese (primato) e 38.94 thailandese. Nella 4x100 donne 43.26 contro 43.38 (primato della Thailandia).  

 

I Trials cinesi: l'armata di Ma Junren non c'è più e le poche cose arrivano da Liu Xiang (che non era presente) e dalle lanciatrici. Nel mezzofondo, sparita l'olimpionica Xing Huina, c'è una 19enne promettente, ma ai Giochi sarà davvero poco probabile insidiare la linea Maginot dell'Etiopia. Si distingue il triplista Li Yanxi, planato a 17.20.  

 

Africa: mezza Pamela 

 

La Jelimo ha corso i 400 metri ai campionati del Kenya, e non la distanza che l'ha resa recentemente famosa, gli 800. Si è migliorata di oltre due secondi scendendo a 52.73, battuta dalla Muthoka, giunta in batteria al primato nazionale. In una riunione in Tunisia, la velocista del Bahrain Al-Gassra ha corso i 200 metri in 22.45 con vento a 3,1.

 

Marco Buccellato
fidal.it

Grande atletica a Matera con il XXXI^ trofeo Giovanni Moramarco


Oramai è tutto pronto per l'organizzazione del XXXI^ TROFEO GIOVANNI MORAMARCO - Meeting Nazionale di atletica leggera in programma domani 1° luglio sulle piste e pedane del Campo Scuola "R. Duni" di Matera.
L'evento organizzato dal Gruppo Sportivo Matera con la collaborazione tecnica della Pol. Rocco Scotellaro e del Comitato Regionale della FIDAL BASILICATA, quest'anno spegne le trentuno candeline e si inserisce di fatto nei 5 Meeting Nazionali che hanno superato i 30 anni consecutivi di svolgimento.
Al Trofeo che costituisce anche la terza tappa del GRAN PRIX DEL SUD, parteciperanno le rappresentative regionali di atleti delle Regioni ABRUZZO-CAMPANIA-CALABRIA-MARCHE-MOLISE-PUGLIA e BASILICATA oltre a numerosi atleti che si sono iscritti a livello individuale.
Alla chiusura delle iscrizioni risultano oltre 300 gli atleti che domani pomeriggio si daranno battaglia per cercare di migliorare i propri primati personali e quindi portare punteggio alle proprie Società considerato che il Meeting è valido anche quale seconda fase del Campionato Nazionale di Società Juniores e Promesse su pista. 
Impossibile fare nomi ma è assicurata la presenza di molti atleti attestati ai vertici delle graduatorie italiane 2008 ed in procinto di conseguire i minimi per le prossime rassegne europee e mondiali. Tra gli atleti di casa da non perdere la performance di Eusebio Haliti il gioiellino della Scotellaro che si cimenterà nei m 800 piani.
Il programma gare prevede la disputa di n. 20 gare riservate al settore assoluto e n. 6 gare per il settore promozionale.
Ai vincitori delle prove dei m 5000 piani maschili e femminili verrà assegnato un apposito trofeo messo in palio dalla Famiglia del compianto Giovanni Moramarco, che ricordiamo era un promettente atleta mezzofondista tesserato per la Pol. R. Scotellaro deceduto molto giovane.
Il Presidente del Comitato Organizzatore nonché della FIDAL Basilicata Michele Ferrara dichiara :"sono molto soddisfatto del riscontro che abbiamo avuto in termini di iscrizioni che stanno giungendo davvero da ogni parte d'Italia e che permetterà anche ad alcuni atleti di tentare di conseguire il Minimo per l'accesso ai Campionati Italiani assoluti in programma a metà luglio a Cagliari. Unico neo è rappresentato dalle condizioni pessime della pista e delle pedane del Duni che sono al limite dell'agibilità; confido pertanto molto in questa Amministrazione affinché provveda con ogni urgenza all'affidamento dei lavori di rifacimento dell'impianto altrimenti saremo costretti oltre a non far disputare più manifestazioni federali anche ad impedire l'uso di alcune pedane per gli allenamenti".
Insomma ancora una volta grande atletica a Matera ed un meeting che mai come quest’anno riesce benissimo ad abbinare sport e turismo considerato che molti degli atleti si fermeranno a Matera anche per il 2 luglio per assistere ai festeggiamenti in onore della Madonna della Bruna.
L'evento è inserito nell'elenco degli eventi finanziato dai Programmi di Sviluppo Urbano PISU del  Comune di Matera.
Orario di inizio del Meeting ore 15:45 con la gara del martello. Le gare di corsa inizieranno alle ore 17:45. Termine delle gare previsto per le ore 20:30.

Matera, 30 giugno 2008    
                  
Il Presidente  
Emanuele Vizziello
Per info: 338/7660523 (Carlucci)

domenica 29 giugno 2008

Gay vola in 9\'\'77 sui 100 per Pechino non basta ancora


Bolt batte Powell, Gay fa ancora meglio: ma il 9''77 dello sprinter americano sui 100 metri piani, quarta prestazione di sempre, non gli assicura, almeno non ancora, la qualificazione olimpica, che i due rivali giamaicani ottengono con tempi più "modesti", 9''85 per Bolt e 9''97 per Powell. E' la dura legge dei trials, le selezioni preolimpiche, che sono in corso di svolgimento sia negli Usa che nel Paese caraibico. Usain Bolt e Asafa Powell hanno già concluso il loro compito, arrivando rispettivamente primo e secondo nella finale dei trials giamaicani, mentre Gay ha sparato la sua cartuccia nella sua batteria dei quarti: per andare a Pechino, dovrà comunque arrivare tra i primi tre nella finale, non importa con quale tempo.

La legge dei trials, che sono un'invenzione anglosassone e riflettono tutto il culto della vittoria di cui sono imbevuti i loro "padri", è da sempre durissima: se alle Olimpiadi non c'è posto che per tre atleti a nazione, e una certa grande potenza sportiva è in grado di schierare molti più uomini-donne da podio, quel paese può, tra i vari criteri di scelta a disposizione, decidere di indire una gara di selezione in un determinato punto della stagione. Si fanno così i trials, un vero e proprio torneo ad elimazione, con batterie, semifinali e finale. Alla fine, alle Olimpiadi vanno esclusivamente i primi tre di quella finale: chi arriva quarto, o non si presenta, magari perché infortunato, non passa. Una legge che non ammette quasi mai deroghe - c'e' passato persino il grande Carl Lewis - soprattutto negli Stati Uniti.

Gay, spavento prima del "botto". Ai trials Usa di atletica, ad Eugene (Oregon), il tre volte campione del mondo di Osaka (100-200-4x100) ha vinto il suo quarto di finale fermando il cronometro sul sensazonale 9"77. Gay non solo ha migliorato di due centesimi il primato nordamericano, fatto segnare da Maurice Greene ai Mondiali di Atene del 1999, ma ha anche fatto registrare il quarto miglior tempo di sempre (solo Bolt e Powell hanno corso più veloce di lui).

L'americano scaccia così la paura del turno precedente, quando ha rischiato di essere risucchiato dagli avversari, avendo cominciato erroneamente a rallentare prima di aver superato il traguardo. "Mi sono preso una bella paura - ha detto Gay - perchè pensavo addirittura di essere stato eliminato. Il turno successivo, però, ho corso bene dall'inizio alla fine". Ora però dovrà ripetersi nella finale, in programma domani.

La prima sorpresa ai Trials americani è però arrivata nei 100 femminili. Allyson Felix, campionessa mondiale dei 200 metri, ha infatti fallito la qualificazione ai Giochi, chiudendo la finale solo al quinto posto con il tempo di 10"96. Gli Stati Uniti saranno così rappresentati a Pechino da Muna Lee, che si è imposta a sorpresa in 10"85, Torri Edwards e Lauryn Williams. Nell'altra finale disputata la scorsa notte, vittoria nel peso maschile al campione del mondo 2007, Reese Hoffa, che ha scagliato l'attrezzo a 22 metri e 10, precedendo Cantwell e Nelson, anche loro qualificati per Pechino.

Usain e Asafa senza problemi. Il primatista del mondo Usain Bolt ha vinto la sfida con Asafa Powell nei 100 metri ai trials giamaicani, a Kingston. Bolt, che il mese scorso aveva fatto registrare il nuovo primato mondiale in 9"72, abbassando il precedente 9''76 di Powell, ha vinto la finale in 9"85, battendo il compagno di squadra di 12 centesimi. "Siamo buoni amici e ho sempre detto a tutti che qui non ci sarebbe stata alcuna battaglia", ha detto Bolt. "Volevamo solo qualificarci per le Olimpiadi, ma alla fine forse la gente è un po' dispiaciuta". Anche powell è della stessa opinione: "Volevo solo fare bene i primi 50, e alla fine sono molto soddisfatto della mia prestazione. Ho appena recuperato da un infortunio, dunque ho fatto quello che dovevo fare".

Per la cronaca, il terzo qualificato e Michael Frater, che ha segnato 10''04. Anche qui, una sorpresa in campo femminile. Veronica Campbell-Brown, campionessa mondiale, non sarà ai blocchi di partenza a Pechino. Ha chiuso al quarto posto la finale dei 100, correndo in 10"88, ad un solo centesimo da Sherone Simpson (10"87). Davanti a tutte Kerron Stewart (10"80), che ha preceduto Shelley-Ann Fraser (10"85).
repubblica.it

Anna Incerti regina della Romamezzamaratona


E’ andata come avevano previsto e sperato gli organizzatori, ovvero come una grande festa dello sport e di Roma. L’edizione “0” della RomaMezzamaratona, organizzata da Italia Marathon Club, è stato un successo con 3000 amanti della corsa al via alle 23 di ieri in via dei Campi Sportivi e la città che ha risposto alla grande con centinaia di romani ad applaudire per le vie del percorso (Ponte Milvio, Ponte Duca D’Aosta, Piazza delle Belle Arti, Piazzale Flaminio, Villa Borghese, Viale Tiziano, Villaggio Olimpico) e più di 2000 spettatori all’interno dello Stadio Paolo Rosi, luogo di arrivo della 21,097 chilometri in notturna.
Nonostante la serata afosa e umida, i tempi dei vincitori testimoniano le difficili condizioni di gara, e un percorso duro con strappi in salita in diversi tratti del percorso, dei 3000 partenti hanno tagliato il traguardo in 2637. Tra questi, l’On. Marco Marsilio che ha chiuso in 2:00.42 e l’ingegnere colombiano Orlando Ayala, vice presidente mondiale di Microsoft che ha chiuso in 2:17.22.

Grande festa dunque per i podisti così come avvincente la gara tecnica con l’azzurra Anna Incerti, che a Pechino parteciperà alla maratona, chiamata a difendere i colori azzurri dopo il forfait dell’ultimo minuto di Vincenza Sicari (dolore ad un piede per l’atleta dell’Esercito che ha preferito tenersi a riposo per proseguire senza ostacoli la preparazione per i Giochi olimpici). La 28enne delle Fiamme Azzurre non ha tradito l’attesa vincendo la RomaMezzamaratona in 1:13.09 grazie ad una tattica di gara impeccabile. Partita forte insieme con la favorita della vigilia, l’ungherese Aniko Kalovics, all’italiana Melissa Peretti e all’inglese Wendy Nicholls, l’azzurra si è staccata a tre quarti gara e per le rivali non c’è stata possibilità di tenere il passo. Secondo posto per Peretti (1:15.35), terzo per Kalovics (1:18.14) ma l’ungherese, così come gli altri stranieri partecipanti alla gara sarà posizionata fuori classifica ufficiale (il regolamento Fidal prevede che al primo anno una gara sia classificata come Regionale Open quindi non consente l’ingresso in classifica di atleti stranieri).
In campo maschile si decide tutto all’interno dello Stadio Paolo Rosi con il mezzo giro di pista previsto a fare da spartiacque tra il primo e il secondo. Alla fine ha prevalso l’ucraino Vasil Matviuchuk della Cover Mapei, prossimo alla gara dei 10.000 metri ai Giochi di Pechino, che chiudendo in 1:06.44 ha bruciato il keniano dell’RCF Henry Kiplagat Rutto (1:06.59). Anche per i due atleti, per regolamento, posizione fuori classifica ufficiale. Terzo posto per il primo degli italiani, Pasquale Rutigliano (CS Esercito) che ha chiuso in 1:08.44.

Nonostante la temperatura elevata nell’arco della serata è stato registrato un solo ricovero per un atleta che al 18° chilometro si è fermato perdendo i sensi. Soccorso dal servizio sanitario dell’organizzazione è stato trasportato al Gemelli dove è tornato cosciente durante la notte.


LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI
Anna Incerti, vincitrice della gara femminile: “E’ stato un ottimo test in vista della maratona olimpica perché era molto umido quindi ho corso con le condizioni atmosferiche che presumibilmente troverò a Pechino. Le gambe hanno risposto bene dopo questo periodo di intenso lavoro di carico e questo era molto importante per me. Correre di notte a Roma poi è stato di stimolo per siglare una buona prestazione”.

Vasil Matviuchuk, vincitore gara maschile: “Il percorso era duro ma affascinante e dopo la prima metà, più veloce, è arrivata la parte più dura dove ho provato ad allungare ma Rutto non mollava. Alla fine ho pensato di giocarmi tutto negli ultimi metri ed è andata bene”.

Marco Marsilio, onorevole del Pdl: “Il percorso era duro soprattutto nella seconda metà di gara e c’era tanta umidità, ma correre di notte a Roma fa passare tutto per la bellezza del percorso. Spero che il prossimo anno si possa correre nel centro storico questa mezza maratona”.

Orlando Ayala, vice presidente di Microsoft: “Sono arrivato a Roma dalla Cina dove ho concluso tre giorni fa una maratona a tappe di 250 chilometri. Ero stanco ma sono venuto a correre a Roma per testimoniare in favore della campagna dell’Ambasciata in Italia “Una Vita senza droga”, un progetto in cui credo e che sta contribuendo a dare un’immagine diversa della Colombia, e la fatica non l’ho sentita. Roma di notte poi è straordinaria”.

Enrico Castrucci, presidente Italia Marathon Club: “E’ stato un grande successo sia per la grande partecipazione sia per la qualità dei protagonisti. Ringrazio particolarmente le due protagoniste azzurre che non si sono risparmiate ma anche tutti gli stranieri, a partire dal vincitore, che hanno partecipato fuori gara e sono stati premiati nell'ordine d'arrivo ma esclusi dalla classifica generale per il carattere regionale open della gara al primo anno”.

LA CLASSIFICA: I PRIMI 10 AL TRAGUARDO

UOMINI
Vasil Matviuchuk (Cover Sportiva) 1:06.44
Henry Kiplagat Rutto (RCF) 1:06.59
Pasquale Rutigliano (CS Esercito) 1:08.44
Mauro Bernardini (Cover) 1:10.07
Tommaso Vaccina (Cover) 1:10.23
Giovanni Augello (CS Esercito) 1:11.32
Tito Tiberti (Cover) 1:11.41
Luigi La Bella (Cs Esercito) 1:11.46
Cristian Gaeta (Cs Esercito) 1:11.46
Ivan Di Mario (Pro Patria Mi) 1:11.57

DONNE
Anna Incerti (Fiamme Azzurre) 1:13.09
Melissa Peretti (Cover Sportiva) 1:15.35
Aniko Kalovics (Cover) 1:18.14
Wdy Nicholls (ind.) 1:20.20
Sonia Marongiu (Erco Sport) 1:26.49
Elena Jaccheri (La Galla) 1:28.30
Paola Giacomozzi (Atletica Gran Sasso) 1:31.33
Patrizia Cini (Podistica Solidarietà) 1:32.07
Virginia Potrei (Opoa Team Running) 1:34.14
Jacqueline Lovari (Running Evolution) 1:34.25


L’Ufficio Stampa

Top Club Challenge ad Esercito e Fiamme Gialle

L'alto italiano vive una fase di buona vitalità. In tre quest'anno hanno superato i 2,30, la quota che vuol dire Olimpiade. Tra loro, Andrea Bettinelli (Fiamme Gialle), vincitore oggi a Firenze con 2,26, al termine di quasi due ore e mezza in pedana con 37 gradi di temperatura. Poi, per il bergamasco, tre tentativi - nemmeno tanto male - sui 2,32. E questo il risultato migliore di una seconda giornata del Top Club Challenge probabilmente meno effervescente della prima (contraddistinta dal record italiano dei 400 metri di Libania Grenot), ma comunque interessante per i tanti confronti al vertice andati in scena all'interno del Ridolfi. Ad imporsi nelle classifiche generali sono state le donne dell'Esercito (208 punti), davanti alla Fondiaria Sai (196) e alla Forestale (193), e gli uomini delle Fiamme Gialle (213), largamente primi su Aeronautica (195) e Carabinieri (191). Saranno loro a rappresentare l'Italia nella Coppa dei Campioni 2009, mentre per l'assegnazione dello scudetto per club, come da nuovo regolamento federale, bisognerà attendere la finale A Oro di Lodi di fine settembre (sabato e domenica 27 e 28). Tornando all'oggi, il taccuino è ricco di note. Nei 5000 metri donne è venuta la piccola sorpresa di giornata: alla terza gara (due 3000 siepi e un 5000) in sette giorni, Elena Romagnolo (Esercito) è stata capace di correre in 15:34.07 (ultimo mille al di sotto dei 3 minuti), tempo che le ha regalato la seconda posizione - alle spalle della tanzaniana Mrisho Moahmed, 15:28.92 - e la prima piazza nella lista stagionale italiana della distanza. Al terzo posto, oggi, la rientrante Silvia Weissteiner (Forestale), finalmente guarita dai mille problemi di una stagione fin qui abbastanza sfortunata, e pronta all'attacco del minimo B di ammissione ai Giochi (ha dalla sua già il minimo A 2007): la rivedremo probabilmente al Golden Gala. Belle le due gare dei 200 metri. In quella maschile, successo con vento esattamente al limite (+2.0) per Alessandro Cavallaro (Fiamme Gialle), con un 20.94 frutto del bel duello con Emanuele Di Gregorio (Aeronautica, secondo con 21.08). Tra le donne, doppietta - dopo la vittoria nei 100 di ieri - per la britannica del Cus Cagliari Emma Ania, capace di un buon 23.27 (+0.6). Secondo posto nella classifica complessiva per Giulia Arcioni (Forestale), vincitrice della seconda serie in 23.60 (ma con un vento assai più generoso, +2.0). Nella prima serie, anche la centista Anita Pistone (Esercito), certamente non a proprio agio sulla distanza doppia, ma comunque capace di chiudere sotto i 24 (23.96). Tra i migliori risultati di giornata, va  senz'altro citato il 4,30 di Anna Giordano Bruno (Fondiaria Sai) nell'asta. Per lei, alla fine, anche tre tentativi ai 4,45 del record italiano, quota che avrebbe significato anche il conseguimento del minimo A di ammissione ai Giochi. Questo il percorso di gara della Giordano Bruno: 3,80/1; 3,95/1; 4,05/1; 4,20/2; 4,30/2.

C'era molta attesa per la prova sugli 800 metri del trentino Giordano Benedetti (Fiamme Gialle); venuto meno il confronto con Christian Obrist (Carabinieri, che non è stato schierato dopo la vittoria di ieri nei 1500), il 19enne talento del doppio giro di pista ha dovuto vedersela soprattutto con il senegalese Abdulkaye Wagne (Athjletic Club 96), e con la vecchia volpe delle prove tattiche Livio Sciandra (Aeronautica). Impostato il ritmo su andatura turistica (55.40 ai 400), le cose si sono fatte complicate per Benedetti, che ha infatti dovuto cedere il passo, nel finale, proprio a Wagne (1:49.39) e Sciandra (1:49.60), rinunciando anche al combattimento nei metri finali e chiudendo in 1:49.82. Da domani, per la stellina del mezzofondo sarà già Mondiale junior. Nella gara donne, vista la rinuncia della Cusma (ieri vincitrice dei 1500), cavalcata solitaria dell'ucraina della Fondiaria SAI Iryna Lishchynska, chiusa in 2:02.14. Dubbi sulla leadership italiana del peso? Mai, se va in pedana Paolone Dal Soglio. Nella giornata in cui il rivale Paolo Capponi (Fiamme Oro) è riuscito ad esprimersi su buoni valori (18,56), l'inarrivabile carabiniere è stato comunque capace di piazzare il guizzo vincente, con due lanci successivi a 18,82 al quinto, e 18,89 al sesto (serie completa: 17,89; 18,28; N; N; 18,82; 18,89). Il ruolo di vice-Howe picae a Ferdinando Iucolano: dopo aver onorevolmente vestito la maglia azzurra ad Annecy, il siciliano si è imposto oggi a Firenze, saltando 7,70 (+1.7); cinque centimetri meglio di Mattia Nuara (Assindustria Padova) il cui 7,65 è stato però sospinto da una bufera d'aria (+5.2).

Una combattente come Magdelin Martinez non si arrende facilmente. La triplista dell'Assindustria, impegnata nella prova di lungo, ha centrato il successo nell'ultimo dei sei tentativi a disposizione, atterrando - complice un vento di +3.9 m/s - a 6,31. Solo quattro centimetri in più di quanto fatto dall'uzbeka della Fondiaria SAI Anastasya Juravleva (6,27, +1,9), ma abbastanza per salire sul gradino più alto del podio. Piccolo rimbalzo in negativo per Tania Vicenzino, bravissima ad Annecy (personale a 6,52) e a Firenze quarta con 6,08. Bella vittoria nei 400 ostacoli per Benedetta Ceccarelli (Fondiaria SAI), a riproporre l'antico duello con l'amica-rivale Monika Niederstaeter (Forestale), dopo il ritorno di quest'ultima alle gare. Per la perugina un discreto 56.48, che non migliora il 56.31 di Annecy, ma conferma i progressi fatti registrare nelle ultime settimane; per l'altoatesina, lo stagionale di 58.17. Nicola Vizzoni (Fiamme Gialle) non ha trovato sulla pedana amica del Ridolfi le misure ormai amiche dalle parti dei 78 metri. Reduce dal bel secondo posto di Coppa Europa, il toscano ha comunque svolto in pieno il suo compito, vincendo la prova con una miglior misura di 75,53 (serie: 71,73; 74,62; 75,19; 74,17; 75,53; N). Dalla gabbia, si è rivista anche Cristiana Checchi (Forestale), vincitrice del disco con un discreto 56,48, sufficiente a piegare le velleità di Valentina Aniballi (Esercito, 55,60) e della junior Tamara Apostolico, sul podio con 48,94. Finale con le staffette 4x400: successo al femminile per l'Esercito, in 3:39.28 (Bazzoni, Endrizzi, Milani, Graglia), davanti a Fondiaria Sai e Forestale (Libania Grenot quarta con il suo Cus Cagliari), mentre tra gli uomini vittoria ai Carabinieri (Rao, Marin, Salvucci, Galletti), 3:07.49, su Cento Torri Pavia e Fiamme Gialle (Licciardello in quarta frazione a rincorrere da lontano il compagno di nazionale Galletti).

m.s.

Nella foto, Elena Romagnolo a Firenze (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)


   

RISULTATI / Results

LE FOTO DA FIRENZE / Photos frome Firenze

venerdì 27 giugno 2008

Respinto ricorso per Gatlin, per lui niente olimpiadi


Justin Gatlin, lo sprinter statunitense medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atene 2004 nei 100 metri, non potra' partecipare ai trials olimpici di atletica leggera, validi per le qualificazioni ai Giochi di Pechino. La Corte d'appello di Atlanta ha infatti respinto il ricorso presentato dall'atleta contro la squalifica di quattro anni per doping dalla Corte arbitrale dello sport degli Usa.
Il velocista era risultato positivo ad un controllo effettuato dopo le Kansas Relays nel luglio 2006.

Diagnosi confermata, Howe fermo 2 settimane


La visita effettuata questa mattina da Andrew Howe a Roma (all'Istituto di Scienza dello sport del Coni, all'Acqua Acetosa) ha confermato il responso già evidenziato dagli accertamenti diagnostici sostenuti dall'azzurro martedì scorso. I professori Andrea Ferretti e Carlo Tranquilli, che hanno sottoposto Howe all'esame odierno, hanno riferito di una lesione tra il primo ed il secondo grado al bicipite femorale destro, prescrivendo tra le due e tre settimane di riposo attivo e rieducazione fuinzionale. In seguito, è stato stilato un programma di attività, alle quali Howe si sottoporrà immediatamente. "Sono fiducioso - le parole del vicecampione del mondo del lungo - non mi abbatto per un infortunio come questo. So di aver lavorato duramente nel corso dell'inverno, quindi confido nella possibilità di presentarmi ai Giochi in condizioni ottimali". Il programma agonistico sarà necessariamente rivisto: "Vedremo, ma a questo punto diventa difficile dire quando potrò tornare a gareggiare. Ciò che è certo è dovrò farlo prima dell'Olimpiade, dalla metà di luglio in avanti".

Nella foto, Andrew Howe ad Annecy (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

fidal.it

La Grenot incanta: record italiano in 51.05

Una corsa meravigliosa, l'immagine dell'armonia, culminata nel record italiano dei 400 metri. Il giro di pista al femminile ha una nuova regina (almeno dalle parti di casa nostra). Si chiama Libania Grenot ("senza Martinez, per favore, in Italia mi chiamo così"), ed è la nuova perla dell'atletica azzurra. Oggi pomeriggio, a Firenze, ha stabilito il record tricolore assoluto della distanza, correndo in 51.05, 13 centesimi meglio di questo era stata capace di fare Daniela Reina il 27 agosto di due anni fa a Rieti. Cubana di nascita (di Santiago de Cuba), 25 anni da compiere (il 12 luglio), sposata dal settembre 2005 con il romano Silvio Scaffeti, italiana a tutti gli effetti di legge dall'aprile di quest'anno, 175 centimetri d'altezza per 58 chilogrammi di peso, romana d'adozione (vive a Casalpalocco, e tutti i giorni va ad allenarsi a Tivoli con Riccardo Pisani e Andrea Barberi): questa in sintesi la Grenot, uno splendido esempio - anche visivo - di atleta. "Ho cominciato a correre all'età di nove anni - racconta ancora trafelata dopo il traguardo - e ho ripreso ad allenarmi solo da un anno, dopo essermi trasferita in Italia. L'allenatore di un'amica mi ha suggerito di affidarmi a Pisani, e devo dire che ha avuto ragione. Con lui e Andrea siamo un bellissimo gruppo, siamo come una famiglia. Questo risultato per me è un premio meraviglioso". Per la bella Libania si tratta anche del primato personale: con la maglia cubana aveva corso in 51.53 (Nassau, 10/7/2005), partecipando tra le altre cose al Mondiale di Helsinki 2005 (fuori in batteria, 53.05).

Fin qui la parte piacevole. I problemi nascono dal quesito: la Grenot gareggerà in azzurro ai Giochi olimpici? I pareri sono contrastanti (primo eufemismo). Le IAAF Rules, sulla materia, sono state modificate nel corso di quest'anno (parere di chi scrive: anche in risposta al discutibile - secondo eufemismo - processo di trasferimento di massa di atleti verso alcuni paesi). Di fatto, oggi, secondo la IAAF, gli atleti che hanno già gareggiato nelle manifestazioni internazionali di gruppo A e B (le massime competizioni mondiali, e quelle continentali), anche in caso di cambio di cittadinanza, non possono scendere in pista con la maglia del nuovo paese prima della scadenza di tre anni, riducibili a uno in caso di accordo tra i due paesi (una sorta di nulla osta). Al Council è comunque assegnata la facoltà di modificare la tempistica in casi eccezionali (e anche questo è un aspetto da non sottovalutare...). Si discute però ancora oggi sulla "competenza" in materia di Giochi olimpici: si applicano le norme IAAF (che includono esplicitamente anche "il programma dell'atletica ai Giochi Olimpici"), oppure il dispositivo CIO, che prenderebbe come riferimento la vecchia norma (ovvero: anche in assenza di nulla osta, tre anni dall'ultima manifestazione nella quale si è gareggiato per il paese d'origine)? In questo secondo caso, probabilmente per giorni, la Grenot, che ha gareggiato per Cuba l'ultima volta a Helsinki 2005, potrebbe vedersi riconosciuto il diritto di vestire l'azzurro a Pechino. Quale la verità? A chi l'ultima parola? Sembrerebbe facile rispondere (e forse lo è), ma in realtà bisognerà attendere. Di questa storia, probabilmente, parleremo ancora a lungo.

Resta però negli occhi la bellissima corsa di Libania, almeno 150 metri in solitaria (con 35 gradi all'ombra) per chiudere in 51.05, un centesimo meno del crono 2008 (il diciassettesimo della lista stagionale) ottenuto dalla campionessa del mondo, la britannica Christine Ohuruogu. Cuba, Italia, non conta. Vale quel lampo, quella falcata. Bellissima.

m.s.

Nelle foto, Libania Grenot Martinez (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)


   

27/06/2008

fidal.it

giovedì 26 giugno 2008

Top Club Challenge, ecco tutte le sfide

Cresce l'attesa a Firenze per la prima edizione del Top Club Challenge, la competizione che riunisce le migliori 12 squadre italiane maschili e femminili, sia militari che civili. Con la riforma del Campionato di Società, da quest'anno riservato solamente alle società civili con gli atleti militari che possono gareggiare per i loro club di provenienza, la competizione fiorentina assume un'importanza fondamentale, inserendosi oltretutto nel cammino di avvicinamento per molti azzurri ai Giochi Olimpici di Pechino.

A Firenze, in base alle iscrizioni, non mancheranno sfide di rilievo. L'Aeronautica dovrà fare a meno di Andrew Howe, per il quale queste sono ore decisive per valutare l'entità del danno fisico patito in Coppa Europa, ma la squadra si presenta ben attrezzata nelle specialità di competenza del vicecampione mondiale del lungo, con Iucolano favorito nella sua prova e Riparelli che è pronto a sfidare Collio (FF.GG.) sui 100 con il terzo incomodo del nigeriano Aliu (Bruni Atl.Vomano). C'è curiosità poi per vedere all'opera il talentuoso junior pugliese Daniele Greco (Bruni Atl.Vomano) nei 200 contro Cavallaro (FF,.GG.) e nel triplo contro Donato (FF.GG.) al suo rientro alle gare e Schembri (Carabinieri) che ad Annecy ha finalmente abbattuto il muro dei 17 metri. Nei 400 c'è ballottaggio nelle Fiamme Gialle fra Licciardello e Barberi con preferenza per quest'ultimo pronto a una brillante prestazione cronometrica, mentre da seguire negli 800 sarà la sfida fra Obrist (Carabinieri) e il tricolore junior Benedetti (FF.GG.). Doppio impegno per Cosimo Caliandro (FF.GG.) su 1500 e 5000. Nell'alto sfida fra duetrentisti come Talotti (Carabinieri) e Bettinelli (FF.GG.).

In campo femminile torna Anita Pistone (Esercito) scesa ad Annecy sotto il minimo per le Olimpiadi. Contro di lei la britannica Ania (Cus Cagliari) che in Francia l'aveva preceduta. Da segnalare due importanti rientri, quello della Cusma (Esercito) che aveva spaventato tutti con il suo ritiro negli 800 ad Annecy e quello, possibile e valutato proprio in queste ore, della Weissteiner (Forestale) che dovrebbe correre i 5000. E sempre la Forestale ripropone nei 400hs Monika Niederstaetter contro la Ceccarelli (Fondiaria Sai) che tre anni fa le tolse il record nazionale. Dopo la maternità ha ritrovato la voglia di competere ai massimi livelli e questo è già bellissimo.

Gabriele Gentili

Nella foto: Anita Pistone attesa nei 100 metri (foto Giancarlo Colombo per Omega/Fidal)


   
Gabriele Gentili
fidal.it

L'ELENCO DEGLI ISCRITTI

Howe domani dal professor Ferretti


Progressi sul fronte del decorso clinico di Andrew Howe, l'argento iridato di Osaka rimasto vittima di un infortunio domenica scorsa, ad Annecy, nei 200 metri di Coppa Europa. Ovviamente a far registrare dei miglioramenti non è la distrazione muscolare diagnosticata ieri sera a Roma dal dottor De Paolis (andremmo altrimenti nel campo del soprannaturale), ma il disagio alla spalla contusa alla fine di maggio. Il piano di riabilitazione approntato dal professor Di Giacomo sta dando i suoi frutti, ed è ormai vicino al pieno completamento. Proprio al fine di non allontanarsi dalla sede di svolgimento del programma (Roma), ed in pieno accordo con lo staff sanitario federale, Howe ha modificato i suoi piani a breve termine: invece di recarsi a Milano dal professor Franco Combi, verrà infatti visitato domani nella capitale dal professor Andrea Ferretti, medico della nazionale di calcio azzurra. L'obiettivo è naturalmente quello di stilare un corretto piano di ritorno alla piena efficienza, in vista degli impegni agonistici estivi.

Nella foto, Andrew Howe in azione ad Annecy (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

fidal.it

Brugnetti ancora papà: è nata Federica

Fiocco rosa - il secondo - in casa Brugnetti. E' nata quest'oggi Federica, secondogenita di papà Ivano e di mamma Cristina. Il campione olimpico di Atene 2004 aggiunge così una nuova perla alla sua magnifica collezione di successi, dove, insieme ai trionfi in atletica, va collocata anche la primogenita Vittoria, nata nel marzo dello scorso anno. Alla famiglia Brugnetti i migliori auguri - e l'in bocca al lupo di rito - dell'atletica italiana.

Nella foto, Ivano Brugnetti

L’Atletica Firenze Marathon raddoppia e qualifica per il Top Club Challenge


L’Atletica Firenze Marathon raddoppia e qualifica per il Top Club Challenge sia la formazione maschile che quella femminile. Un grande successo per la compagine guidata dal generale Giorgio Cantini, storico presidente del sodalizio gigliato, e dal suo staff tecnico che ha centrato l’obiettivo principale delle stagione, portando i propri atleti, sia uomini che donne, a disputare questa prima edizione della massima manifestazione dell’atletica italiana, in programma il 27 e 28 giugno allo stadio ‘Luigi Ridolfi’ di Firenze, proprio nel 40esimo anniversario della società.

L’Atletica Firenze Marathon è l’unica società toscana a aver ottenuto la doppia qualificazione per la fase finale dell’evento, che vedrà sfidarsi sul campo le migliori 24 società italiane, 12 maschili e 12 femminili, imitata a livello nazionale solo da Assindustria Padova e CaRi Rieti.

“E’ stato un grande risultato – ammette il generale Giorgio Cantini, presidente dell’Atletica Firenze Marathon -, che conferma la presenza della nostra formazione maschile ai vertici nazionali, come avviene ormai da diversi anni, e l’importante ascesa della compagine femminile, divenuta una realtà assoluta nell’ultimo periodo. Il nostro obiettivo era portare le due formazioni a disputare il Top Club Challenge, che si disputava nella sua prima edizione proprio a Firenze, e ci siamo riusciti, aggiungendo un nuovo importante risultato proprio nel quarantesimo della nascita della società. Dobbiamo ringraziare per questo Asics Italia, azienda con sede a Cuneo, che ci ha sempre sostenuto, Eugenio Giani, assessore allo Sport del Comune, che affidandoci lo stadio ‘Ridolfi’ ci ha consentito di strutturarci organizzativamente e tecnicamente, dandoci la possibilità di proseguire un lavoro che va dalle squadre di punta ai bambini dei Centri di avviamento allo sport, oltre 500 anche quest’anno, e la Firenze Marathon, realtà sempre a noi vicina. Dispiace invece notare la freddezza mostrata da aziende e enti del territorio verso chi fa sport di alto livello e giovanile, un’insensibilità che non fa onore a Firenze”.

Punte di diamante dell’Atletica Firenze Marathon nei due giorni di gara saranno Leandro Mangani (34 anni, Pb 7,57m nel lungo e 16,03m nel triplo), che gareggerà nel lungo e nel triplo, e Federico Apolloni (21 anni, Pb 15,42m nel peso e 54,31m nel disco) che disputerà sia peso che disco, in campo maschile, Audrey Alloh, fresca del titolo nazionale promesse sui 100 metri e del nuovo primato nazionale con la staffetta 4x100 a Annecy (21 anni, Pb 11”51 sui 100m e 24”62 sui 200), che disputerà 100, 200 e staffetta 4x100, e Ambra Julita (20 anni, Pb 44,90m nel disco e 10,92 nel peso), che gareggerà sia nel disco che nel peso.

“Purtroppo dovremo fare i conti con qualche assenza – ammette Luca Androsoni, vice presidente della società fiorentina -, per cui non potremo schierare due atleti stranieri in campo maschile, uno infortunato e uno impegnato per il ‘trials’ olimpici nel suo paese. A guidare la formazione maschile sarà Leandro Mangani, un atleta che è per noi una vera bandiera, mentre in campo femminile ci sarà la strepitosa Audrey Alloh, che vedremo molto probabilmente anche a Pechino con la staffetta 4x100 femminile. Ci aspettiamo buone cose anche da Federico Apolloni e Ambra Julita nei lanci, due giovani di grande talento. Sarà difficile riuscire a centrare un posto nelle prime otto, ma i ragazzi ce la metteranno tutta come sempre”.



L’Ufficio Stampa
firenzemarathon.it

Howe, due settimane di riposo attivo

Gli accertamenti diagnostici ai quali si è sottoposto nel pomeriggio di oggi Andrew Howe a Roma (una risonanza magnetica effettuata dal dottor Fosco De Paolis alla clinica Villa del Rosario), resisi necessari in seguito all'infortunio patito dall'azzurro domenica scorsa ad Annecy nella gara dei 200 metri di Coppa Europa, hanno evidenziato una distrazione di primo grado con presenza di edema ed assenza di versamenti al terzo prossimale del bicipite femorale destro. In ragione di questo, lo staff sanitario FIDAL, diretto dal professor Giuseppe Fischetto, con la collaborazione del dottor Pierluigi Fiorella, ha prescritto all'atleta un ciclo di due settimane di riposo attivo, abbinato ad un programma di rieducazione funzionale specifica realizzato con il supporto del Professor Franco Combi, consulente della FIDAL.

(m.s.) Uscendo dal linguaggio più tecnico, si può dire che l'infortunio di Howe non è particolarmente grave, e questo è un fatto (tradotto: non è a rischio immediato la partecipazione ai Giochi Olimpici di Pechino); ma è comunque un incidente da non sottovalutare, e che, vista la fase cruciale della stagione, deve essere affrontato con tutte le cautele del caso. Inevitabile la ricaduta sui programmi agonistici, che saranno con ogni probabilità rivisti anche nella parte successiva alle due settimane di riposto prescritte dallo staff sanitario FIDAL. Difficile infatti pensare ad una piena competitività successiva ad un periodo di ridotta preparazione. Il vero Howe tornerà in pedana, se le cose andrano bene, intorno alla fine di luglio.

fidal.it

mercoledì 25 giugno 2008

Celle Ligure, Abate corre in 13.66

Ci voleva la brezza salmastra del Mediterraneo per rimetter l'ali ai piedi di Emanuele Abate, il solo specialista degli ostacoli alti rimasto all'Italia. E ieri notte, mentre il sole incendiava coi bagliori del tramonto lo stadio "Giuseppe Olmo" di Celle Ligure, Abate ingoiava una appresso l'altra le dieci barriere dei 110hs con la fluida, agile rapidità  che il week-end scorso ad Annecy, in occasione della Coppa Europa per Nazioni, pareva aver completamente smarrito. Il suo tempo: 13''66, risultato rispettabile in campo internazionale e di solo 4 centesimi superiore alla prestazione che, l'anno passato a Bangkok, gli valse il quarto posto ai World University Games. Abate è, a prima vista, un bell'atleta. Di armonica costruzione fisica, imponente di statura, possiede anche una buona tecnica. La sua corsa tra un ostacolo e l'altra è sufficientemente radente, ed i canonici tre passi hanno quella rapidità di appoggio richiesta dalla specialità. Cosa spiega, dunque, questo suo altalenare di risultati? E' forse, il ventitreenne di Albenga, tipo facile all'emozione? Il patatrac di Coppa Europa avvalora la tesi. Quando i nervi non sono intaccati dall'obbligo di ben fare, e Abate può esprimere il suo talento in un quieto gioco, come l'altra sera sull'amica pista cellasca, eccolo emergere atleta di valore internazionale. Ma sarebbe ingeneroso, tuttavia, restringere il talento del giovanotto alle competizioni di campanile: pur non possedendo la vis agonistica di Eddy Ottoz, che rimane ineguagliata nonostante il trascorrere del tempo, Abate può ancora esser educato allo stress delle grandi competizioni. D'altro canto, chi se non lui?

Il meeting Arcobaleno non ci ha soltanto restituito Abate. Esso ha anche proposto un fresco talento del salto in alto, approdato dal mar dei Caraibi al Ligure. Trattasi di James Grayman, ventidue anni, estroverso nel raccontar la sua vita quanto esplosivo in pedana: ieri sera gli è magnificamente riuscito di superare i m. 2,26, ad un centimetro dal suo primato, ma sufficienti per il nuovo record del meeting (precedente, 2,25 di Filippo Campioli). Ai successivi m. 2,30, Grayman s'appesantiva nei due primi tentativi, quasi che l'ostacolo innalzato fosse un macigno sulle sue spalle. Al terzo, scrollatosi di dosso parte di quel peso saliva ben oltre l'asticella, ma non riusciva a completare l'azione di svincolo. Tuttavia, nella fluidità delle rincorsa e nei fondamentali tecnici esibiti mostrava cio' che e' essenziale per un saltatore: la corretta impostazione, che non mancherà di fruttare magari già ai prossimi Giochi di Pechino.

James Grayman sarà, difatti, uno dei tre atleti di Antigue e Barbuda all'Olimpiade. Queste due isole hanno una popolazione di 75mila abitanti, cioè poco più della città di Savona. Eppure, frugando tra la gioventù, spuntano a bizzeffe i talenti: James, che si definisce un "bad boy" ai tempi dell'high school, era solito praticare piu' il basket e il calcio che i libri. Poi, alcuni amici lo invitarono a saltare in lungo e in triplo e, infine, a provare il salto in alto. Esercizio che iniziò a praticare a piedi nudi, superando già  i m.1,95 nel 2004. Di lì, nel breve volgere d'un paio di stagioni eccolo salire a m.2,06 e, poi, m.2,15 quando, reclutato dai centri di sviluppo della IAAF, si trasferiva a Cuba per apprendere l'arte da quei maestri del salto in alto. E, passato appena un anno e mezzo, i frutti si vedono: James Grayman, se continuerà ad applicare le tecniche cubane al suo talento, potrà presto emergere tra i migliori al mondo in questo complicato esercizio.

Il meeting Arcobaleno, costruito sul volontariato di un gruppo di amici sotto la spinta di Giorgio Ferrando (e tra i volontari occorre metterci anche il sindaco di Celle, Remo Zunino, e il consigliere delegato allo sport, Luigi Chiarloni), è l'occasione per ammirare aspiranti campioni altrimenti (quasi) invisibili. Per esempio: l'ottocentista Mohammed Moro, della Fratellanza Modena, un regale corridore che ieri sera ha corso in 1'49''40. Gli 800, con quattro atleti sotto gli 1''50''00, sono stati una gara vivace, con mezzofondisti veloci inglesi, svizzeri e ucraini a battagliare in rettilineo d'arrivo, dove l'elastica falcata di Moro s'imponeva non soltanto come la più bella, ma anche la piu' efficace. E bravo era, nello spint, il ventiduenne Alessandro Guazzi, della Studentesca Ca.ri.ri. Dominava i 100 e i 200, in 10''60 e 21''02, per nulla impressionato dalla possanza dell'inglese Andrew Matthews. Gli inglesi si prendevano, pero' una sonante rivincita sui 400, dove Robert Tobin, un fuoriclasse in visita a Celle, vinceva con un rapido batter d'ali in 46''44. Vinceva anche Paolo Camossi, al salto triplo, nonostante gli manchino un poco le gambe e il ritmo nella successione di "step, hop and jump": cosi', eccolo bloccarsi a m. 16,07. Nelle competizioni femminili il meglio veniva dalle atlete dei 400: piani e ad ostacoli. Sui piani, le inglesi Vicky Barr e la vecchia gloria Dona Fraser, chiudevano rispettivamente in 52''69 e 53''33; nella gara con le barriere era un'altra inglese, Perry Shaker Drayton, a dominare in 57''01. Trattandosi di una ventenne, ed assai elegante, ostacolista, ecco un'altra atleta slanciarsi da Celle verso il gran mondo delle competizioni internazionali.

Giorgio Reineri

Nella foto, Emanuele Abate (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

fidal.it

Romamezzamaratona: corre il vice di Bill Gates


Sabato 28 giugno 2008 si svolgerà l’edizione “0” della RomaMezzamaratona, gara sulla distanza di 21,097 chilometri in notturna organizzata da Italia Marathon Club. Il via sarà alle 23.00, con partenza da via dei Campi Sportivi all’Acquacetosa e arrivo all’interno dello Stadio Paolo Rosi. Il percorso toccherà Ponte Milvio, Ponte Duca D’Aosta, Piazza delle Belle Arti, Piazzale Flaminio, un lungo giro all’interno di Villa Borghese, e ancora il villaggio olimpico con l’arrivo al Paolo Rosi.

Oltre 3000 gli atleti al via tra i quali la straordinaria partecipazione dell’ingegnere colombiano Orlando Ayala, vice presidente mondiale di Microsoft, ovvero il numero due di Bill Gates. Ayala, giovane manager del colosso informatico con la passione della corsa, sarà a Roma grazie all’interessamento dell'Ambasciatore colombiano in Italia Sabas Pretelt de la Vega, per testimoniare a favore della campagna promossa dall’ambasciata “Vita Senza Droga” di cui la RomaMezzamaratona è partner.
Sui nastri di partenza anche l’on. Marco Marsilio grande appassionato del running, e la regina del fitness Jill Cooper.

Per la parte tecnica, di notevole spessore la gara femminile con tre atlete che parteciperanno alla maratona olimpica di Pechino. Si tratta delle azzurre Vincenza Sicari (Esercito) e Anna Incerti (Fiamme Azzurre) e dell’ungherese Aniko Kalovics (Cover Sportiva). Per loro ultimo test sulla distanza di mezza maratona in vista dei Giochi. In campo maschile in pole position per la vittoria il keniano Henry Rutto (RCF) e l’ucraino Vasyl Matviychuk (Cover Sportiva).


RITIRO PETTORALI E PASTA PARTY AL PAOLO ROSI
Giovedì 26 e venerdì 27 (ore 10-18) si ritirano i pacchi gara allo Stadio Paolo Rosi all’Acquacetosa, mentre sabato 28 dalle 10 alle 21. Venerdì e sabato invece, dalle 12 alle 19, sempre al Paolo Rosi il pasta party della RomaMezzaratona (aperto a tutti, costo 5 euro). Sabato notte invece lungo il percorso di gara (partenza, Villa Borghese, piazza Cardinal Con salvi, viale Tiziano e all’arrivo) intrattenimenti musicali.

 
Info: www.romamezzamaratona.it
L’Ufficio Stampa

Iscrizioni prorogate al Memorial Pavolini

Si svolgerà sabato 28 giugno la 31. edizione del Meeting Nazionale "Memorial Tullio Pavolini", organizzata dall'Associazione Amatori Atl.Genova, che si propone come un incontro ai vertici dell'atletica giovanile italiana. In particolare la prova sugli 800 metri maschili varrà come 2. Trofeo Mauro Cecchinelli, uno degli storici dirigenti dell'AAA Genova. Cecchinelli era una delle colonne portanti dell'Associazione e viene ricordato non solo come un uomo che fece tanto negli anni per l'atletica ligure, ma anche come un dirigente dal volto umano, sempre vicino agli atleti ed al cuore della società.

E' stato prorogato il termine delle iscrizioni, che dovranno pervenire entro le ore 24,00 di giovedì 25 giugno mediante l'indirizzo mail: pavolini@aaa-genova.it Teatro del meeting sarà come di consueto il Campo Sportivo Olmo in località Natta a Celle Ligure.

fidal.t

martedì 24 giugno 2008

Doping, Cio contesta appello di Gatlin


Come prevedibile il Cio non è disposto a riabilitare Justin Gatlin, lo sprinter americano squalificato per quattro anni dopo essere stato trovato per due volte positivo (l'ultima nel 2006). Nell'udienza svoltasi ieri davanti a un tribunale della Florida, che doveva esaminare il ricorso del velocista statunitense, il Comitato olimpico americano ha presentato una lettera del Cio che contesta la procedura scelta da Gatlin, "il quale - scrive il Cio - doveva appellarsi a un tribunale svizzero per contestare la sentenza del Tas di Losanna, non a un giudice americano". La difesa dell'atleta, per parte sua, sostiene che le sostanze cui è risultato positivo, sono in realtà farmaci utili a curare problemi psichici di cui soffrirebbe sin dall'infanzia. (Agr)

Arena, notturna atletica con "STAR" Gebreselassie e Pistorius


A due anni dall'ultima edizione, torna a Milano l'appuntamento con la Notturna di atletica. La sera del 2 luglio le luci dell'Arena Civica "Gianni Brera" saranno puntate sui campioni di atletica leggera provenienti dai cinque continenti. Sostenuta dall'Assessorato allo Sport e Tempo libero del Comune, oltre che da Regione e Provincia, la Notturna porta a Milano, sulla pista rifatta dell'Arena, campioni del calibro di Haile Gebreselassie, il mezzofondista etiope detentore del record mondiale di maratona, che il 2 luglio parteciperà alla gara dei 5mila metri, e Oscar Pistorius, che ha ottenuto il via libera per partecipare ai Giochi Olimpici di Pechino. (omnimilano.it)

Internazionale: i Trials dietro l'angolo

Archiviata la Coppa Europa, la settimana appena iniziata vedrà il meglio del continente Nord e Centro-americano impegnato nei rispettivi campionati nazionali: negli Stati Uniti ed in Giamaica ci si giocherà la qualificazione per le Olimpiadi, con il pathos che comporta questo tipo di selezione. Vediamo cos’è accaduto nei giorni scorsi, partendo da quelle sedi della Coppa Europa dove non era impegnata la nazionale italiana. 

Leiria, Istanbul, Tallinn e Banska Bystrica 

A Leiria c'era il padrone di casa Portogallo con tutta l’argenteria in mostra: tutto bene sul fronte salti con Evora (16.91) e la Gomes (6.79). Meno pungente Obikwelu (10.16 con un discreto vento alle spalle).  Dalla sede turca di Istanbul il miglior risultato è stato il nuovo mondiale stagionale della croata Vlasic (2.06), misura ottenuta alla seconda prova e seguita dal terzo assalto stagionale al mondiale di 2.10.

Mondiale stagionale anche per Nicoleta Grasu: la romena 37enne ha scagliato il disco a 66.51.  Ritorno per Stefan Holm, dopo i tanti rinvii per le imperfette condizioni fisiche, con 2.25. Sconfitta un po' a sorpresa dello sloveno Kozmus nel martello, bruciato dall'ungherese Pars. Sul fronte greco 14.68 della Devetzi nel triplo ma sconfitta nel lungo dalla Klüft che ha finalmente giganteggiato, con due salti a 6.87 a 6.83 seguiti da due nulli. Tallinn: c'era Kanter e tanto basta. Per l'iridato del disco un 67.69 d'ordinanza. Sul fronte donne la lettone Radevica ha vinto il lungo con 6.75 ventoso e 6.65 legale. Banska Bystrica: il 79.56 dello slovacco Charfreitag nel martello è stato l'unico risultato degno di nota. 

Walker, l'uomo del cielo 

Brad Walker ha toccato nuovamente quota sei metri domenica a Chula Vista. Che un astista superasse per due volte in una stagione la misura non succedeva da 9 anni (toccò al russo Maksim Tarasov). E' tornato su discreti livelli anche il campione olimpico Mack (5.70), pronto tentare il bis partendo dai trials.  

Risorge la Dragila 

Ormai non godeva di gran credito, un po' per l'età un po' per i ricorrenti infortuni: invece l'ex-primatista del mondo Dragila è tornata su misure che non toccava da 4 stagioni. Nella gara di Chula Vista ha superato quota 4.70, precedendo la connazionale Holliday, issatasi fino al personale di 4.55. 

Casa Bubka 

Competizione omologata, seppur in piazza, a Kiev, con patron Sergey Bubka: vince Mazuryk con 5.70, nonostante le condizioni poco favorevoli per la gran pioggia rovesciatasi fino a poco prima dell'inizio del meeting. Giornate speciali per papà Bubka: suo figlio Oleksandr ha ben figurato nel il giorno successivo debutto internazionale "vero" in Coppa Europa a Istanbul (terzo con 5.42, primato personale). 

Camejo 8.46! 

Nel meeting spagnolo di Bilbao gran balzo del cubano Ibrahim Camejo, che dopo un inizio discreto e una serie di nulli ha centrato in extremis un 8.46 che lo colloca subito dietro Irving Saladino nelle graduatorie stagionali. Solo pochi giorni prima a Salamanca non era andato più in là di 7.88. Tutti i cubani si sono comportati molto bene a Bilbao: la Menendez ha ritrovato le gittate-standard nel giavellotto con 64.02, la discobola Barrios ha ottenuto 65.80. 

Città di Mosca 

Nei campionati moscoviti 1.97 della Chicherova nel salto in alto ma anche altri risultati di contorno: Borzakovskiy ha corso e vinto i 400 in 46.24, Petrenko ha saltato 17.28 nel triplo (ventoso), e Vinishcneko ha sfiorato gli 80 metri nel martello con 79.95. Nei lanci femminili 74.01 della martellista Khanafeyeva Varie dall'Europa: continua a crescere l'astista tedesco di colore Holdzeppe, che a Mannheim ha superato quota 5.70. Salti in evidenza anche a Rostock, dove Eike Onnen è volato oltre i 2.31, e a Rheinau, con Stolz a 8.09 nel lungo su Bayer (8.04) e sul redivivo Beckford (8.01).   

Marco Lingua ha gareggiato sabato scorso nel meeting francese di Valbonne, vincendo senza avversari con 78.67, ennesima misura di valore internazionale. Questa la serie: nullo, nullo, 78.23, nullo, 77.50, 78.67. A Ratingen (prove multiple) ennesimo exploit del cubano 21enne Suarez, cresciuto fino a 8.451 punti e vittorioso su uno stuolo di tedeschi. Tra le donne ottime prestazioni per la Schwarzkopf (6.536) e la giovane Oeser (6.436).  Ultime dal mondo: a Bangkok il primo step del Grand Prix asiatico. In evidenza la pesista cinese Li Ling (18.86), la 20enne indiana Mandeep Kaur sui 400 (51.94), ed il triplista kazako Valiyev (16.93). In Nigeria (ieri) buon 400 di Godday (44.90) e 10.8 manuale della velocista Osayomi. 

USA: ecco i Trials 

Da venerdì 27 fino al 6 luglio si disputeranno i campionati statunitensi validi come inappellabile selezione per i Giochi Olimpici. Teatro della lunga kermesse sarà l'Hayward Field di Eugene, in Oregon. Come di consueto l'attenzione internazionale sarà proiettata soprattutto sulle gare di velocità, dove in questa stagione gli assi locali sono stati messi in ombra dalle imprese di Usain Bolt, ma ci sono spunti interessanti in molte altre specialità. Iniziamo dal settore maschile: 

Sprint 

In condizioni normali non c'è nessuno che possa impedire la doppia vittoria a Tyson Gay, ma mentre sui 200 metri i nomi da affiancare al due volte campione del mondo sono facilmente identificabili (Spearmon, Carter, Crawford), sui 100 siamo alla lotteria: Padgett, Holliday e Patton sembrano i più accreditati, Dix non è ancora quello della scorsa stagione. Nome nuovo quello di Chris Johnson, sceso a 10.00 10 giorni fa in un piccolo meeting in Texas, ma che al momento non risulta iscritto. Sui 400 metri, scontati i favori del pronostico per il duo Wariner-Merritt (iscritto anche sui duecento), per il terzo biglietto sarà lotta tra Larry, Carter, Taylor (anche sui 400 ostacoli), la novità bianca Boase. Non presente nelle "entrance" il 20enne Betters, fortissima realtà universitaria. 

Mezzofondo 

Bernard Lagat è iscritto su 1500 e 5000 metri, Webb solo sui 1500 ma finora non è stato un buon anno per lui. Sui 10000 correrà l'argento olimpico di maratona Keflezighi, sugli 800 i favoriti Symmonds e Robinson insidiati, tra gli altri, dallo spettacolare Wheating, un atleta in grande crescita.  

Ostacoli 

Favoriti Oliver e Trammell sui 110. Non c'è (pare) Allen Johnson e questo immalinconisce un po'. Terza piazza nei sogni di almeno per una decina di atleti, tra cui Payne, Merritt, Richardson, Moore, Hicks, ed il poco convinto Arnold. Sui 400 c'è Clement e c'è Jackson, ovvero gli ultimi due a laurearsi campioni del mondo. C'è anche l'olimpionico di Sydney Angelo Taylor ed il solito James Carter. 

Salti 

Il capofila mondiale dell'alto Jonas (2.36) guida l'assalto degli specialisti USA ai Giochi. Nell'asta Brad Walker (forte di 6.04 e 6.00 48 ore fa) cercherà di ereditare il trono olimpico di Tim Mack superando innanzitutto lo scoglio-Trials. Ci prova anche Hartwig, che a settembre darà l'addio alle pedane a 41 anni. Nel lungo Dwight Phillips (altro olimpionico) conto Johnson, Pate e Davis, quest'ultimo molto in ombra recentemente. Meno brillante la situazione del triplo, con lo stesso Davis a cercare il passi e con Wilson unico atleta decisamente favorito per il viaggio cinese. 

Lanci e decathlon 

Situazione definita nel peso con il trio delle meraviglie Nelson-Hoffa-Cantewell a cercare di non smentire i pronostici. Sono cresciuti in molti dietro di loro, e qualcuno spera addirittura nel colpaccio. C'è anche Godina, ma farà solo il disco, tra l'altro con discrete chances di qualificazione. Nel giavellotto rientra finalmente Greer, impegnato fino a pochi giorni fa in un popolarissimo e violento reality show in onda in televisione. Nelle prove multiple da seguire il percorso di Bryan Clay ed il ritorno al alto livello di Pappas, che vinse i mondiali nel 2003.  Le finali più attese sono per sabato (peso maschile e 100 femminili), domenica (100 maschili), martedì (400 uomini) e la domenica successiva (110 ostacoli e 200 metri). Ora vediamo cosa offriranno le gare del programma femminile. 

Sprint 

La situazione è ancor più frustrante che in campo maschile. Le atlete di valore infatti non mancano, ma nel confronto con la giamaicana Campbell hanno regolarmente perso. Per il podio Felix, Lauryn e Angela Williams, la Edwards, la Hooker e la Jeter. Sui 200 quasi tutte le stesse, con l'aggiunta di Bianca Knight, Porscha Lucas e Muna Lee. Per i 400 il pronostico sembra chiuso dalla Richards, a meno che, a causa della sua malattia, non soffra particolarmente i turni ravvicinati, come le successe l'anno scorso. 

Mezzofondo 

Su 800 e 1500 pochi spunti: sta facendo bene la Rowbury, poi niente più. Qualcosa di meglio su 5000 e 10000, grazie alla presenza di atlete come Flanagan, Goucher e Fleshman. 

Ostacoli 

Altro pezzo forte della tradizione americana femminile: i tre posti sui 100 ostacoli se li giocheranno l'olimpionica Hayes, LoLo Jones, Damu Cherry, Michelle Perry (rientra per l'occasione da un infortunio), e Virginia Powell, Outsiders: Davis, Denby, Queen Harrison e Castlin, le giovani promesse. Demus e Ross-Williams sembrano avere le carte in regola per imporsi sui 400 ostacoli. Iscritta anche Sandra Glover, 40 anni, e Sheena Tosta, che è il cognome da sposata della Johnson. 

Salti 

Il rientro di Chaunte Howard ha spolverato un po' il settore dell'alto, che non sta vivendo un grande momento. Nell'asta la Stuczinski si candida alla vittoria e c'è il rientro della Dragila, che cerca l'ultimo palcoscenico della carriera. Nel lungo, in ombra l'ex-iridata Madison, c'è la Reese, che nonostante carenze tecniche punta ai sette metri. 

Lanci e eptathlon 

In regresso il martello e il giavellotto, ed in stand-by il peso, solo tra le discobole c'è fermento in prospettiva olimpica. Favorite Stephanie Trafton e la solita Powell. Nell'eptathlon non c'è più stata una diva come la Joyner-Kersee, e dopo il ritiro della Nathan il panorama non ha offerto un nuovo personaggio. Questa la situazione ed i favoriti della vigilia. Nel calderone sono previste delusioni e controprestazioni, esaltazioni e sorprese come nella migliore tradizione dei Trials. 

Trials anche in Giamaica 

Testato il motore ai campionati di Trinidad (semifinale vinta in 9.96, vittoria nazionale a Marc Burns in 10.01, con Richard Thompson secondo in 10.10 dopo una mezza collisione), Asafa Powell cerca con Usain Bolt il passi olimpico. In moltissimi lotteranno per le tre piazze valide per andare ai Giochi. Sono attese grandi prestazioni anche al femminile, soprattutto sui cento metri e sui 100 ostacoli. Conclusi invece i campionati di Barbados. Malinconicamente fuori dalla finale Obadele Thompson, la vittoria dei cento è andata a Hinds con 10.18. 

Altre notizie 

Lutto nell'atletica belga. In un incidente stradale è rimasto ucciso il mezzofondista Compernolle, 32 anni, due volte finalista europeo sui 5000 metri. Niente Olimpiadi: dopo la Inzikuru, la Ennis, la spagnola Mayte Martinez, tocca al triplista romeno Oprea aggiungersi all'elenco di coloro che per inortunio non gareggeranno a Pechino. Stasera grande atletica a Jerez con Giralt, Spotakova, Pestano e Obikwelu, ed il meeting di Abuja in Nigeria (c'è il rientro del ghanese Zakari dopo la sospensione). Domani salti in piazza a Somosko (Ungheria) con Rybakov e i gemelli Ciotti. 

Marco Buccellato

fidal.it

lunedì 23 giugno 2008

Classifica aggiornata

21/0626^ 24x1h di VerbaniaVerbania
22/06SU E GIU PER LE MURAGrosseto
22/06The Media Running ChallengeMilano
22/061^ International SkyRace CarniaPaluzza
22/0669^ Notturna di S. GiovanniFirenze
22/06Corri a CoriCori

Martinez terza in coppa Europa


Tra Annecy, Susa, Fidenza e Bressanone. Nel fine settimana appena trascorso Assindustria Sport è stata impegnata su più fronti con i suoi atleti. E i risultati di rilievo non sono mancati.

La sua stella era ad Annecy, in terra francese, in gara nella Coppa Europa-Super League. Magdelìn Martinez ha regalato punti preziosi alla causa azzurra, chiudendo al terzo posto nel salto triplo femminile. La sua serie è stata un esempio di regolarità (14,24 metri; 14,28; 14,24, 14,23). Davanti a lei l’ucraina Saladuha (14.73) e la transalpina Nzola che, nell’occasione, ha siglato il suo primato stagionale lasciando il segno sulla sabbia a 14.51. L’Italia ha invece chiuso la manifestazione sulla sesta piazza, sia tra gli uomini sia tra le donne.

Anche un’altra atleta della società gialloblù ha però indossato la maglia azzurra nel week end. E’ Letizia Titon, quinta nell’incontro internazionale di corsa in montagna che si è svolto a Susa, nel Torinese. Letizia è stata la miglior italiana al via e ha trascinato la squadra Allieve al secondo posto (su otto) nelle classifiche di squadra, dietro all’Inghilterra. Ha completato i 3.5 chilometri del percorso in 14’41”, dopo essere stata a lungo nelle primissime posizioni. Subito dopo è ripartita per Szombathely, in Ungheria, per partecipare con la selezione veneta ai Giochi Estivi della Gioventù di Alpe Adria. Proprio con la casacca del Veneto ha già gareggiato il fratello di Letizia, Dylan, quarto nei 2000 metri del Trofeo Ceresini per rappresentative regionali Cadetti, che si è tenuto a Fidenza (Parma): 6’03”42 il suo tempo. Il Veneto si è classificato secondo, alle spalle della Lombardia.

Gli atleti del settore Master erano invece di scena a Bressanone, nei campionati italiani di categoria. Da questi Tricolori Assindustria Sport torna con due titoli individuali, quelli conquistati da Marco Agostinelli e da Natalia Marcenco. Il primo non ha avuto rivali nei 400 metri a ostacoli MM35, terminando il suo giro di pista dopo 58”49. La seconda si è imposta nei 5 chilometri di marcia MF50, tagliando il traguardo dopo 28’37”94 e bissando così la medaglia d’oro vinta a marzo ad Ancona, nella versione indoor dei campionati. Nella stessa manifestazione, da segnalare anche l’argento conseguito da Luca Tonello nel salto in alto (MM35, 1.96), il quarto posto di Fioretta Nadali negli 800 (MF45, 2’35”20) e l’ottavo di Gianfranco Natoli nei 1500 (MM55, 6’00”63).


Nella foto (Omega/Fidal) Magdelìn Martinez in gara ad Annecy
assindustriasport.it

Il Germanetto sorride agli allievi azzurri

Parla russo il nono Memorial Marco Germanetto. Almeno per quanto concerne le gare individuali soffia forte il vento dell'Est sul 3. WMRA Youth Challenge, l'incontro internazionale di corsa in montagna giovanile che a Susa (To) ha radunato poco meno di 300 atleti in erba provenienti da 10 differenti Nazioni, per una manifestazione unica nel suo genere a livello mondiale. Ma l'Italia guidata dai tecnici Chiampo e De Barba si è comportata davvero bene, convincendo soprattutto al maschile (4.900 metri di gara con 260 di dislivello), piazzando ben tre atleti immediatamente alle spalle dell'imprendibile russo Andrey Rusakov: d'argento si veste il campione italiano Paolo Ruatti (Atl. Val di Sole e Non), di bronzo il triestino Federico Viviani, mentre il trentino Andrea Debiasi è comunque ottimo quarto. L'altro azzurrino, il cosentino Marco Barbuscio, chiude invece 19.. Nella classifica per Nazioni maschile, dietro gli azzurrini, Russia, Scozia, Irlanda, Slovenia, Galles, Nord Irlanda, Inghilterra e Francia.

Al femminile l'Italia chiude invece seconda, preceduta dall'Inghilterra, ma davanti a Galles, Slovenia, Irlanda, Russia, Scozia e Germania. A vincere la prova delle allieve (3.300 metri con 180 metri di dislivello) è la russa Polina Avdeeva, che sul podio precede due inglesi, Annika Jarman ed Emma Flanagan. Tra le azzurrine, la migliore è la veneta Letizia Titon, quinta. La valsusina Beatrice Curtabbi è 9., la bresciana Silvia Zubani 12. e la valtellinese Mabel Tirinzoni 13..

Anche nelle categorie dei più giovani, la Russia la fa da padrona: tra i cadetti si impongono Irina Glutschenko e Vitaly Lagushin, con quest'ultimo a precedere l'ottimo cuneese Alberto Martino. Tra i ragazzi si impongono Lucia Testa (Saluzzo) e Dario Maurutto (Pentacom Sondrio), mentre tra gli esordienti A è la volta di Giada Allasia (Saluzzo) e Simone Tavella (Saluzzo). Infine gli esordienti B-C, con Roberto Giacomotti (Bognanco) e Marta Griglio (Saluzzo) a tagliare per primi il traguardo. A livello societario, dominio dell'Atletica Saluzzo, che precede la Caddese e il Giò 22 Rivera.

(Comunicato stampa)
fidal.it

Nella foto: una fase della gara (foto organizzatori)

RISULTATI

Allievi: 1) Andrei Rubakov (Rus) 17.44 2) Paolo Ruatti (Ita) 18.12 3) Federico Viviani (Ita) 18.25 4) Andrea Debiasi (Ita) 18.31 5) Andrei Zvokov (Rus) 18.37 19) Marco Barbuscio (Ita) 20.10

Allieve: 1) Polina Avdeeva (Rus) 13.59 2) Annika Jarman (Ing) 14.21 3) Emma Flanagan (Ing) 14.26 4) Deborah Stokoe (Sco) 14.34 5) Letizia Titon (Ita) 14.41 9) Beatrice Curtabbi (Ita) 14.55 12) Silvia Zubani (Ita) 15.03 13) Mabel Tirinzoni (Ita) 15.04

Nazioni Maschili: 1) Italia 9 p. 2) Russia 39 p. 3) Scozia 40 p.
Nazioni Femminili: 1) Inghilterra 12 p. 2) Italia 30 p. 3) Galles 41 p.

domenica 22 giugno 2008

Coppa Europa, Italia sesta, Howe si blocca

La Coppa Europa 2008 va alla Russia tra le donne e alla Gran Bretagna tra gli uomini; l'Italia è sesta sia con le ragazze (che superano Bielorussia e Germania), sia con i maschi (che solo alla fine scavalcano la Spagna). Ma quello che resta della seconda giornata di gare ad Annecy, malgrado le tante belle cose viste in pista e sulle pedane, è soprattutto l'infortunio di Andrew Howe nei 200 metri. Il vice campione del mondo del lungo ha chiuso la prova praticamente al passo (per lui ottavo posto in 20.88), dopo che a metà rettilineo un problema muscolare lo aveva indotto a smettere di spingere, proprio mentre era, dalla scomoda prima corsia, impegnato nella ricerca di un piazzamento dalle parti della testa che non sembrava impossibile. "Ho sentito un crampo all'ingresso in rettilineo, con il fastidio che aumentava sempre di più passo dopo passo, fin quando non ho deciso di mollare. Non so quanto possa essere grave, davvero non ne ho idea, ma credo di aver chiuso il gas prima che le cose potessero mettersi male. No, sono ottimista, ma comunque bisognerà vedere". La prima diagnosi dello staff sanitario azzurro, comunicata dal dottor Pierluigi Fiorella, parla di una distrazione muscolare ai flessori della gamba destra, la cui entità sarà valutata nelle prossime  48 ore. Howe sosterrà dunque al rientro in Italia - probabilmente tra martedì e mercoledì - tutti gli accertamenti del caso (più che probabile l'effettuazione di una risonanza magnetica a Roma).

Fin qui la vicenda dell'argento iridato di Osaka. Il pomeriggio di Coppa ha comunque fornito molti elementi degni di attenzione. A cominciare dalla pedana dell'alto, dove Antonietta Di Martino è tornata a volare (o perlomeno, dove è apparsa assai vicina al decollo). Il suo 1,95 (secondo posto in comproprietà con l'ucraina Styopina, e alle spalle della tedesca Friedrich, capace di un mostruoso 2,03) non è ancora all'altezza delle vette toccate un anno fa, ma molti segnali inducono all'ottimismo. Il terzo tentativo all'1,97, fallito di un soffio (asticella giù per un contatto dei polpacci) ha messo in mostra le qualità migliori dell'azzurra, finalmente più veloce in pedana, anche se non ancora capace di riprodurre in ogni rincorsa il suo potenziale: "Ho litigato un po' con i riferimenti a terra, mi si spostavano di continuo, tanto che il secondo salto a 1,97 penso di averlo proprio buttato via. In ogni caso sono soddisfatta: quest'anno ho affrontato una preparazione diversa rispetto al 2007, mirata esclusivamente all'Olimpiade, al grande appuntamento estivo. Preferisco crescere gradualmente, evitando di arrivare priva di energie in agosto". L'altro eroe di giornata è il carabiniere Fabrizio Schembri, ufficialmente il quinto italiano della storia a varcare la fatidica soglia dei 17 metri nel triplo. Il salto buono è stato il secondo, misurato a 17,01, e contraddistinto da un lieve alito di vento contrario (-0.2); ma anche nel terzo tentativo Schembri ha saputo rimbalzare in pedana, atterrando a 16,96 (serie: 16,27; 17,01; 16,96; 16,72). Il terzo posto alle spalle del britannico Idowu (17,46) e del francese Fofana (17,21) vale un'altra fetta di soddisfazione. "Sono in condizioni eccellenti già da un po' di tempo, ma per un motivo o per un altro non riuscivo ad ottenere i 17 metri. Mi dispiace per il minimo olimpico fallito (17,10, ndr), ma oggi non posso proprio dire di essere insoddisfatto".

La palma della sfortuna, unita a quella della bravura, va alla comasca Micol Cattaneo, seconda donna italiana ad abbattere il muro dei 13 secondi nei 100 metri ad ostacoli. Il cronometro dice 12.98 (con vento contrario di -1.3 m/s!), ad un solo centesimo dal record italiano di Carla Tuzzi (vecchio di quattordici anni), e a due dal minimo A di ammissione ai Giochi. L'azzurra è quinta in una gara di grande sostanza (vittoria all'ucraina Snihur, 12.81, in sei vanno sotto i 13 secondi), grazie alla solita cattiveria tra le barriere, divenuta ormai una nota caratteristica, e al buono start (0.149, il migliore del lotto). Nel dopo gara, un pianto inconsolabile, per un'atleta che ha già patito quest'anno l'esclusione dalla finale mondiale indoor di Valencia per soli quattro centesimi. Merita la copertina anche una semi-esordiente come Tania Vicenzino, la lunghista friulana capace di migliorarsi sulla magica pedana di Annecy fino a 6,52 (vento nullo), nel primo dei suoi quattro salti (serie: 6,52; 6,35; N; 6,23). Per lei quinto posto, nella gara vinta dalla russa Kolchanova con la miglior prestazione mondiale dell'anno, 7,04 (+1.7). Da elogiare senz'altro anche Silvia Salis, quinta nel martello con 70,05, due soli centimetri meno del personale, anche in questo caso - coime già accaduto per la Vicenzino - in un contesto di assoluto rilievo, vista la vittoria della bielorussa Menkova con 75,97. Meno brillante del solito Chiara Rosa, quarta nel peso con un 18,03 (serie: 17,68; 17,72; 18,03; N) che non rende merito al valore della padovana. Anche perché, tolta la bielorussa Leantsiuk (19,43), il secondo posto - il 18,55 della Schwanitz - era probabilmente alla portata. "Quando senti il peso così leggero - il pensiero dell'azzurra - c'è qualcosa che non va. Sono troppo in forma, evidentemente la mia forza in questo momento non è pari alla mia velocità". Meritano un elogio anche Elisa Cusma nei 1500 metri, ancora afflitta da dolori addominali in gara ma comunque in grado di battagliare fino al termine (quinta con 4:21,03), Vincenza Calì, quarta nei 200 metri in 23.48 (-0.2), e la maratoneta Vincenza Sicari, quinta nei 5000 metri in 16:00.30. La mezza debacle al maschile prende forma con una serie di controprestazioni, tipo il sesto posto di Hannes Kirchler nel disco (59,00, anche se pesa una contrattura alla coscia destra nel riscaldamento), o l'ottavo posto (14.17, vento -0.6) di Emanuele Abate nei 110hs: il ligure litiga con le barriere in avvio e perde il ritmo all'incirca dopo il terzo ostacolo, ripartendo praticamente da fermo. Per il resto, qualche buona cosa, tipo il quarto posto di Matteo Villani nelle siepi (8:36.76, con una prova di carattere), il quinto negli 800 di Lukas Rifeser (1:50.65, bravo a superare due avversari nello spazio di tre centesimi), e soprattutto il quarto dell'esordiente Roberto Bertolini nel giavellotto, con tanto di personale portato a 74,56. Giorgio Piantella fa penare un po' nell'asta, quando incappa in una serie di errori su quote basse, ma poi è bravissimo a valicare i 5,40 alla prima, piazzandosi quinto; Stefano La Rosa interpreta bene la gara nei 3000, ma poi si perde nel finale, troppo muscolare per le sue caratteristiche (sesto in 8:06.04). Le staffette conclusive danno segnali contrastanti. Le ragazze non brillano, anzi, finiscono ottave in 3:34.15 (parziali forniti dal Comitato organizzatore, le prime due frazioni sono state ovviamente stimate: Milani 54.13, Ceccarelli 53.46, Bazzoni 54.84, Reina 51.72); gli uomini combattono egregiamente, finendo quinti in 3:03.66 (parziali: Licciardello 46.23, Galletti 45.45, Galvan 46.01, Barberi 45.97).

Manca l'ufficialità (arriverà in serata sul sito internet della Associazione europea, www.,european-athletics.org), ma l'Italia con ogni probabilità ha ottenuto l'ammissione alla Finale Super League del Campionato Europeo a squadre 2009. Al termine della prima giornata, la somma dei punteggi di uomini e donne poneva gli azzurri al quarto posto assoluto nella graduatoria continentale. Non resta che attendere, prendendo commiato da una manifestazione, la Coppa Europa, che ha contribuito negli anni a far crescere l'amore per l'atletica in tanti, nel nostro ed in altri paesi. L'augurio è che la nuova formula riesca a fare altrettanto.

m.s.

Nella foto in alto, Andrew Howe nel difficile finale di corsa; in basso, Antonietta Di Martino in azione (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

fidal.it


   


RISULTATI / Results

LE FOTO DA ANNECY - SECONDA GIORNATA / Photos - Day 2

LE FOTO DA ANNECY - PRIMA GIORNATA / Photos - Day 1